Domenica mattina, treno dalla Bovisa a Saronno, anche piuttosto popolato di persone, le più varie. Sale un gruppo che oggi definiamo “maranza”, evidentemente alterati e molto chiassosi. Fanno avanti e indietro tra i vagoni.
A un certo punto uno di loro si avvicina a un signore dello Sri Lanka. Fa finta di chiedergli qualcosa ma in realtà sta solo aspettando che il treno si fermi per mettere a segno il suo colpo. In un attimo lo aggredisce portando via il poco che questa persona aveva, un cellulare e una collanina. Nessuno dei passeggeri vicini fa nulla. La capotreno fa quello che può, ottiene solo che scendano dal treno.
Sicurezza a Milano, una guerra tra poverissimi
In questa scena c’è tutto il disagio che sta crescendo a Milano. Da un lato dei ragazzini senza arte né parte, senza guide, senza scopi, dall’altro uno dei tanti “poveri cristi”. Non hanno aggredito a caso, hanno scelto il più debole in una sorta di guerra tra poverissimi. Mentre la città cresce in altezza, i grattacieli si moltiplicano.
Dall’alto Milano sembra sempre più bella ma quelle luci sono sempre più “cieche”. Dall’alto le persone diventano piccolissime, non si percepiscono quelle situazioni che aumentano, quelle rabbie, quelle paure che ormai per sempre più persone fanno parte della vita quotidiana.
Ora Sala, dopo l’urbanistica, ha messo un altro tecnico all’assessorato alla casa. Due nodi centrali affidati a non-politici. Quando invece, in città, servirebbe davvero una sveglia collettiva della politica, tutta. La coesione sociale è sempre più a rischio e dovrebbe tornare a essere il primo tema da affrontare. A meno che non si preferisca stare sulle torri, da lì Milano resterà sempre bellissima.
