Sicurezza: percezione e realtà

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Una recente indagine sulla sicurezza effettuata in collaborazione con gli albergatori dell’area metropolitana dimostra come i turisti stranieri scelgano Milano come meta anche perché la ritengono una città mediamente più sicura rispetto ad altre mete europee e internazionali.

In particolare, viene sottolineata la presenza costante e capillare delle forze dell’ordine, così come rassicurante per i visitatori è vedere i presidi dei nostri militari in molte aree della città (con buona pace degli anti militaristi). Se a questo aggiungiamo i dati del Ministero degli Interni, che dimostrano come in città i reati siano calati di oltre 6 punti percentuali, si evidenzia una situazione in linea di massima positiva.

In sostanza, Milano è vista come città sicura, eppure la percezione dei cittadini appare spesso diversa. È pur vero che i turisti non frequentano certo aree degradate o periferie estreme della città, come è vero che un calo medio dei reati può anche significare che siano diminuiti in alcune zone e in altre meno.

Ma rimane comunque – e sembra non oscillare mai – il dato che evidenzia una scollatura forte tra percezione e realtà. Nella nostra città viviamo abbastanza sicuri, ma ciò si scontra con una sensazione diffusa di insicurezza, specie nelle aree cosiddette “periferiche”. Come si conciliano dati reali e sensazioni diametralmente opposte ai dati stessi? I dati reali come devono essere letti?

Forse potremmo scoprire che da un lato è sbagliato un eccesso di ottimismo, dall’altro è altrettanto errato pensare di vivere in una città insicura. Soprattutto scopriremmo che le sensazioni dei cittadini milanesi variano a seconda delle zone di residenza: avvicinarle è il primo obiettivo.


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