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18. 04. 2024 20:44

Spirit de Milan

Si parla spesso di comportamenti individuali, ma qual è la colpa della politica in questo periodo altanelante tra

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In questi giorni le polemiche sulla folla che si è riversata per le vie – soprattutto centrali – di Milano domenica scorsa sovrastano il dibattito. Immagini di certo preoccupanti, se pensiamo alla situazione sanitaria non certo risolta. Riemerge però un certo “moralismo” che scarica sulle persone una responsabilità che in realtà risiede in altri luoghi, ovvero in quelli della decisione politica.

Se Governo e Regione decidono di riaprire, non possiamo lamentarci se poi le persone fanno quello che la legge consente di fare. Il tema, semmai, è un altro: aveva senso aspettare e tenere duro o riaprire di lunedì per ottenere un effetto “spalmante”? Tutto era molto prevedibile nelle sue conseguenze, perché quindi non pensare di resistere ancora un po’ e poi ripartire definitivamente? Perché poi scaricare una colpa “morale” sempre sui comportamenti individuali, consentiti per giunta dalle norme? Come si può pensare di ottenere un’autoregolamentazione in una metropoli di milioni di abitanti, tra città e hinterland?

Detto questo, le immagini di domenica, seppur preoccupanti per il concreto rischio sanitario che evocano, lasciano intravedere anche qualcosa sul futuro, dandoci un’immagine di cosa potrebbe succedere quando ci libereremo da questo maledetto virus. La voglia di uscire, di andare in giro per la città, di incontrarsi, di bere una birra al pub o fare compere in un negozio.

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C’è voglia di vivere e di far vivere la città. Non dobbiamo abbassare la guardia sul presente, forse se lo dovrebbe ricordare chi prende decisioni in base agli umori e non, invece, sulla scorta dell’esperienza di questi mesi. Ma possiamo avere più di una speranza: quando si potrà di nuovo, Milano saprà tornare a guardare al futuro con lo spirito che l’ha sempre contraddistinta. E che non scomparirà.

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