Verso Monza, Hamilton-Bottas e una Mercedes sempre senza storia

mercedes

La nuova stagione doveva coincidere con l’alba di una nuova era in F1: tutti alla spasmodica rincorsa di “quelli là” della Mercedes, quelli d’argento colorati, da troppi anni imprendibili. Pare già si debba rincorrerli quando sono fermi nei box. I test invernali hanno portato in dote motivazioni, sogni di gloria, speranze.

È bastata una manciata di settimane per trasformare le motivazioni in frustrazioni, i sogni in incubi e la speranza in delusione. E la ragione è una soltanto: la Mercedes era più forte e resta più forte. Punto. Chi pensa che lo strapotere sia di carattere tecnico – e non certo da questa stagione – ha evidentemente ragione. Ma non basta.

No contest. Perché c’è anche il “martello”. Sua maestà Lewis Hamilton, cinque volte campione del mondo, il più grande poleman della storia, colui che ha ottenuto il maggior numero di punti in F1 e in una singola stagione, il maggior numero di gp consecutivi a punti, il maggior numero di prime file.

E ci fermiamo qui per il bene dei suoi illustri colleghi. A partire dall’attuale compagno di scuderia, Valtteri Bottas, presentatosi a Melbourne con un curioso look “alla boscaiola” probabilmente per richiamare di più l’attenzione. Per ricordare che lì, in quel box, c’è anche lui.

Comprimario. Ed è vero, Valtteri, ci sei anche tu e sei pure bravo. Ma in quel box specifico la differenza è quella che intercorre tra un ottimo pilota e un fuoriclasse assoluto. La verità è che al fianco di una stella niente e nessuno riesce a brillare e finisce per essere fagocitato.

Con buona pace del pilota finlandese che in stagione ha fatto “benino”, almeno in avvio. Poi però quella luce, seppur mai spenta, si è fatta via via sempre più irrilevante, anonima, trasformandosi in poco più di una fiammella all’ombra del gigante. Così non passi alla storia: resti una comparsa o, se ti dice bene, un comprimario.


www.mitomorrow.it

www.facebook.com/MiTomorrowOff/