Una filiera dei cereali e del pane a chilometro zero, dalle aziende agricole alla commercializzazione, fino alle tavole dei consumatori, passando attraverso processi di trasformazione totalmente “Made in Lombardy”. Con quest’obiettivo la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza e l’Associazione Panificatori di Milano hanno siglato un protocollo d’intesa che mira, appunto, a portare sulle tavole milanesi prevalentemente pane di produzione locale.
«Con il protocollo – ha spiegato Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – le nostre due organizzazioni si impegnano a promuovere una filiera dei cereali che punta a buone pratiche nella coltivazione della materia prima, a processi di trasformazione trasparenti in stretta sinergia con le imprese del settore della panificazione, e a controlli puntuali a tutela della salubrità del cibo e della sicurezza dei consumatori».
«L’intesa firmata – continua Rota – è solo il primo passo. Adesso dovremo lavorare insieme per predisporre accordi che definiscano nel dettaglio le modalità con le quali individuare i produttori della materia prima, i mulini e le imprese del commercio e della panificazione da coinvolgere e tutti quegli strumenti più adatti a veicolare il messaggio di qualità che dovrà accompagnare il nuovo “Pane Milano”, a cominciare da un’indicazione di origine chiara e trasparente».
Nelle province di Milano, Lodi e Monza Brianza, secondo le stime della Coldiretti, sono circa seimila le imprese attive in agricoltura con un valore della produzione di quasi 800 milioni di euro e una superficie utilizzata di oltre 120mila ettari. Da qualche mese, inoltre, vige la normativa che impone di distinguere in etichetta il pane confezionato che ha subito un «processo di congelamento o surgelazione» o che contiene additivi e conservanti, dal pane fresco. Un provvedimento che aveva già incontrato la soddisfazione dei panificatori milanesi, che rappresentano con 737 panifici artigianali il 54 per cento del settore lombardo (1.378 imprese artigiane).