Dal bancone alla cattedra, Mattia Pastori racconta la sua scuola Nonsolococktails

Mattia Pastori
Mattia Pastori

Mixologist di fama internazionale con esperienze dall’hotellerie di lusso alla consulenza per i grandi brand, Mattia Pastori è passato dal bancone alla cattedra. Insieme ad Alessandro Melis e Diego Travaglio ha aperto a Milano Nonsolococktails La Scuola, il primo spazio di co-working dedicato alla mixology e pensato per professionisti e appassionati che vogliono scoprire questo mondo in tutte le sue sfaccettature.

 

Com’è nato il progetto Nonsolococktails?
«Ho iniziato con il blog dopo una vacanza a Barbados e volevo semplicemente condividere le mie esperienze a tema mixology. Quindi sono stato contattato da vari brand di spirits che chiedevano la mia consulenza come brand ambassador per i loro prodotti. Poi sono arrivati i locali che mi incaricavano di creare cocktail list e da qui è nata l’esigenza di cercare collaboratori che potessero lavorare con me: la scuola è stato il passo successivo».

Come definiresti la tua scuola?
«Non è un luogo dove imparare passivamente su libri e manuali, ma dove metto a disposizione le mie esperienze e quelle di professionisti del settore a chi ha voglia di entrare nel mondo della mixology».

Come sono organizzati i corsi?
«Dai tre giorni in su, dal livello principiante fino ai più esperti».

Come scegli i tuoi collaboratori?
«A parte il curriculum, sbircio se hanno un sito, un profilo Instagram e mi faccio un’idea. Quando iniziano a frequentare la scuola voglio che mi raccontino cosa li ha colpiti di questo mestiere e se c’è un cliente che ricordano per qualche motivo particolare. Mi piace conoscerli a fondo: in questo modo è più semplice individuare quali sono i punti su cui devono insistere per imparare il mestiere e se la mixology è solo un lavoro o una vera passione».

Un metodo da vero HR…
«Non si tratta solo di sapere preparare cocktail, occorre un’attitudine particolare».

Ovvero?
«Deve scattare la scintilla fra chi è davanti e chi è dietro al bancone. Anche se i drink sono ottimi, il cliente non metterà più piede in quel bar».

Ti ricordi il primo cocktail che hai preparato?
«Era imbevibile! Doveva essere un Negroni o un Americano mixato nel bar di famiglia a Pavia. E probabilmente è per questo che non bevo mentre lavoro: deve essere il ricordo di quegli esperimenti mentre ero dietro al bancone dei miei genitori (ride, ndr)».

Il primo cocktail degno di essere bevuto?
«Un NBC, uno shakerato a base di maracuja, Bitter e Cordial Campari al Pozzo American Bar di Pavia. L’aggiunta di una semplice scorza d’arancia ha cambiato completamente il gusto e, in quel momento, ho capito che i piccoli dettagli influiscono sul risultato finale».

Dove trai ispirazione?
«Da mia moglie, mio figlio e da tutto ciò che mi circonda. Ad esempio, otto anni fa quando lavoravo all’Armani Café ho ridisegnato la lista per l’happy hour studiando la tradizione milanese, simbolo dell’aperitivo in Italia. Ho rispolverato una macchina del seltz e servito i cocktail in bicchieri ghiacciati: insomma, sono bastati un frigo e una pistola per regalare ai nostri clienti un’esperienza particolare».

Quali identifichi come tuoi maestri?
«I primi sono stati miei genitori che avevano un bar a Pavia e mi hanno insegnato il contatto con i clienti. Mi sono innamorato del clima che si respirava, seguendo tutte le fasi della giornata: dalla colazione di prima mattina fino all’ultimo bicchiere della serata verso mezzanotte, passando per l’aperitivo, vero momento di convivialità. E poi, Fabio Firmo del Pozzo American Bar di Pavia per i cocktail e Francesco Pierluigi del Park Hyatt per l’arte dell’ospitalità».

La mixology oggi è molto di moda…
«Possiamo ricondurre gli anni d’oro della mixology fra la fine del Proibizionismo e la fine degli anni Settanta, quando uscivano parecchi libri, spirits e strumenti per mixare anche a casa. Dall’inizio degli anni Ottanta fino ai primi Duemila c’è stata una standardizzazione e una totale mancanza di ricerca. Fortunatamente, da qualche anno, la mixology è rinata come una vera e propria forma d’arte. Alla gente non piace solo bere: ama bere bene».

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Nonsolococktails – La scuola

Via privata Alghero 20, Milano

Dal lunedì al venerdì,
dalle 10.00 alle 17.00

338.89.19.065

info@nonsolococktails.com

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