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20. 04. 2024 04:02

Panettone di San Biagio: una tradizione tutta milanese

La tradizione del panettone di San Biagio, come narra, la leggenda, è strettamente collegata alla città di Milano: ecco perchè e qual è la storia

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Puntualmente, il 3 febbraio di ogni anno, gli italiani tirano fuori il panettone di San Biagio, in onore di un noto vescovo armeno venerato come Santo sia dalla chiesa cattolica, sia da quella ortodossa. Non tutti sanno però che in realtà, questa celebrazione (con tutto ciò che ne consegue) è strettamente legata alla città di Milano. Mangiare il panettone di San Biagio vuol dire rispettare una tradizione tutta meneghina.

Panettone di San Biagio, com’è collegato con Milano?

Come sono collegati allora il panettone di San Biagio e la città di Milano? Questa curiosa e antica tradizione meneghina è da un lato fortemente ancorata ad un episodio agiografico raccontato nella biografia del Santo, dall’altro invece è collegata ad una leggenda. Leggenda che, in quanto tale, non è realmente accaduta, ma desta, ogni volta che la si racconta, grande interesse e stupore.

Il 3 febbraio dunque le famiglie italiane riprendono in mano il dolce tipico natalizio lasciato in qualche scaffale della cucina più di un mese prima, lo scartano, lo aprono e lo mangiano in compagnia. Ma per capire però cosa c’entra il capoluogo lombardo con il panettone di San Biagio è necessario fare un passo indietro.

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san biagio

Panettone di San Biagio: la leggenda tutta milanese

Legata al panettone di San Biagio, come anticipavamo prima, vi è una leggenda detta «del panettone benedetto e dimenticato». Si tratta di una storia dal sapore fiabesco ambientata proprio nel capoluogo lombardo in epoca medievale. Al centro c’è una madre di famiglia che, come si racconta, chiese al parroco della sua zona di benedire il dolce che aveva intenzione di portare sulla proprio a tavola il giorno di Natale.

La richiesta non era così infrequente come si potrebbe pensare: spesso, in passato, le persone speravano che qualche uomo di Chiesa benedisse il loro cibo in occasioni speciali. Ma quella volta non andò tutto come previsto. Quando la donna bussò alla porta della canonica del vescovo, si accorse che egli non era presente, così lasciò il panettone in sacrestia.

Una volta tornato, l’uomo benedì, come richiesto, il dolce, ma nessuno tornò a riprenderselo. Che cosa era successo alla donna? Una malattia improvvisa? Un morbo? Un lutto? Un viaggio inaspettato? Non si sa. Sta di fatto che il panettone rimase lì per svariato tempo.

panettone di san biagio

Passarono i giorni, le settimane, i mesi e nessuno lo reclamava. Lasciarlo lì a seccare e sprecarlo non sembrò affatto una buona idea al sacerdote, che decise così di prenderlo lui. Preparò la tavola, lo taglio e se lo gustò con i suoi collaboratori.

Il giorno successivo accadde qualcosa di totalmente inaspettato. Era la mattina del 3 febbraio quando, alla fine della Santa Messa, una donna si presentò al parroco chiedendo che fine avesse fatto il suo panettone. Colto alla sprovvista, il prete non disse la verità, ovvero che lo aveva mangiato lui la sera prima. Il motivo? Non voleva che la donna perdesse fiducia nei suoi confronti e nei confronti della sua Chiesa.

Si allontanò momentaneamente è mormorò una preghiera chiedendo al Santo del giorno – San Biagio, appunto – di toglierlo subito da questo impiccio che, tra le altre cose, gli faceva anche provare un grande senso di vergogna. Il santo, avendo compreso la buona fede del parroco, lo premiò con un grande miracolo: quando l’uomo aprì la porta della sacrestia trovo di fronte a sé un dolce nuovo, morbido, bello e così profumato da far venire l’acquolina in bocca.

Dunque da qui si comprende bene il motivo per cui il panettone di San Biagio è collegato con la città di Milano. Lo stesso vescovo inoltre, dopo quanto accaduto, raccontò tutto non solo alla donna stessa, ma anche ai milanesi, che fecero memoria di quel miracolo.

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