In cucina con le torte di Simona: «Belle, ma anche buone»

Dalla cucina in libreria con Simona Galimberti, che da analizzare bilanci aziendali si è trovata a prendere in mano la sua grande passione: «Milano, ti serve fantasia»

simona galimberti
simona galimberti

Quando analizzava e scriveva relazioni su bilanci aziendali, a salvare dallo stress la milanese Simona Galimberti era entrare nella sua cucina e assistere alla “magia” della trasformazione degli ingredienti in torte squisite.

 

Allora Simona Galimberti non aveva ancora compiuto 30 anni, possedeva una laurea in Scienze della Formazione, aveva un buon lavoro e una smodata passione per le torte allenata sin dai tempi del liceo. «Tutti mi dicevano: “Perché non fai dolci?”», ricorda Simona che oggi, a 40 anni compiuti, è titolare con la sorella Veronica de Le torte di Simona, un blog ma anche un laboratorio artigianale di torte dolci e salate.

Da dove siete partite?
«Tutto nasce dal blog che mia sorella Veronica, che in quel periodo faceva la grafica, mi regalò per i miei 30 anni per assecondare la mia passione. Così ho cominciato a pubblicare le mie ricette, a vendere le mie prime torte e qualche anno dopo ho convinto mia sorella a mettersi in società con me e abbiamo fondato il laboratorio».

Sei il volto di Detto Fatto su Raidue e hai dato alle stampe il tuo primo libro di ricette illustrate da Sonia Maria Luce Possentini. Come nasce la passione per le torte?
«Da piccolissima volevo il Dolce Forno e sono riuscita a farmelo regalare dai miei genitori anche se le mie torte restavano sempre piatte. Allora mi sono incaponita e mi sono ritagliata il mio spazio perché mia mamma cucinava tutto benissimo, tranne i dolci. Fino a dieci anni fa, fare dolci era solo una passione perché mi occupavo di finanza e formazione aziendale. Col blog è cambiato tutto e la passione è diventata un lavoro».

Come sono le torte di Simona Galimberti?
«Decorate e, allo stesso tempo, buone! Ci tengo a sottolinearlo perché da golosa quale sono non riesco a concepire il fatto che una torta sia bella da vedere, ma non buona da mangiare. Il nostro cake design è differente perché basato su basi semplici e umide – pan di spagna, torta Margherita o alle carote, Tenerina al cioccolato, ndr – e non prevede l’utilizzo di creme di burro. Ovviamente questo limita il nostro lavoro: chi vuole torte giganti non può rivolgersi a noi».

Nel tuo blog, nei social e nel libro, però, ci sono molte altre torte.
«Lì continuo a sperimentare ricette, a condividerle, a rispondere alle domande di chi mi segue tra cui ci sono anche molti uomini. Probabilmente perché il mio è un approccio giocoso, sono convinta che in cucina così come nella vita non ci sia nulla di irrimediabile».

Quali sono i gusti dei milanesi in fatto di dolci?
«Sono molto classici, forse troppo. Probabilmente è la mancanza di fantasia e di cultura in materia. Fino a pochissimo tempo fa mancavano grandi pasticcerie e la ristorazione si affidava a dessert prodotti in serie».

E tu che milanese sei?
«Per me Milano è piccola, si riduce allo spicchio di quartiere in cui vivo a ridosso di Santa Maria delle Grazie. Mi muovo a piedi, esco poco e non mi ci vedo invecchiare».

simona galimberti
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