Qualcuno di voi la ricorderà per esser stata la “mamma” di Giallo Zafferano, qualcun altro per essere stata premiata con l’Ambrogino qualche mese fa. La verità è che Sonia Peronaci non si ferma mai. Nemmeno ora, con un lockdown da poco alle spalle e con la grande voglia di rilanciare fin da subito il suo progetto più grande: si tratta della Sonia Factory, un ampio spazio polifunzionale che prende forma a ridosso di Chinatown, con lo scopo di ospitare eventi, team building e la sua redazione. La redazione di soniaperonaci.it.
Sonia Peronaci: «Benvenuti nella mia Factory»
Ci siamo incontrati a Milano proprio nella Factory tra colori, profumi e sapori: quelli di una soffice torta all’arancia che è rimasta intera per poco, pochissimo tempo.
Ma nella Factory c’è sempre questo profumo?
«Più o meno (ride, ndr). Durante la quarantena abbiamo continuato a produrre contenuti per le persone che erano a casa, anche perché c’era più tempo per dedicarsi alla cucina. Ci ha fatto piacere dare supporto in un periodo così particolare».
Come hai vissuto questo primo mese di ripartenza?
«Diciamo che ancora oggi è difficile capire quando le persone si sentiranno totalmente tranquille. C’è chi ha ancora la paura di abbracciarci. Non ci siamo mai trovati in questa situazione».
Che ruolo ha la cucina?
«C’è stata una grossa rivalutazione: prima si spendeva tempo in altro modo, ora c’è chi ha scoperto un nuovo talento».
Che potrà mettere alla prova anche alla Sonia Factory.
«Diciamo che ad oggi la Sonia Factory è la base del mio lavoro e del mio nuovo sito. L’attività si è divisa in due: web e spazio per eventi. Erano due cose divise, ma che stavano diventando troppo impegnative. Mi sono ritrovata anche a studiare nuovi contenuti per le ricette e mi sono accorta che è la cosa che mi piace fare di più. Sono tornata alle origini, al mio cuore. La tranquillità della libertà mi fa concentrare: mi piace sperimentare tante cose. Io faccio tanti dolci e sono molto soddisfatta».
Nella Factory sono previsti corsi di cucina?
«Lavoriamo solo con aziende, non con i privati. Se fai dei corsi aperti a tutti, serve un calendario. Non possiamo permetterci un ritmo così, al momento. Spesso facciamo eventi in cui invitiamo persone famose, anche loro stessi organizzano da noi».
Una ricetta da fare a casa, semplice e rapida?
«Un primo: gli italiani amano i primi piatti. Pasta, quella che volete, con un pesto di zucchine: frullandole, si ottiene un sugo denso. Con due gamberetti in padella, sei già a posto. Si può aggiungere anche della ricotta: è velocissimo ed economico».
Qual è il segreto, invece, per un buon risotto?
«La tostatura si fa con la cipolla, ora si fanno anche senza grassi. Si può anche solo tostare il riso. Se si usa il vino, che deve dare acidità, va lasciato completamente sfumare. Se si idrata poco, non fuoriesce l’amido dai chicchi. Burro e formaggio, ovviamente, donano molta cremosità. Al momento dell’impiattamento, scegliete piatti piani che garantiscono il giusto equilibrio. Va curato come un bimbo, non dev’essere croccante ma nemmeno crudo. E non va salato all’ultimo: va alimentato durante la cottura».
Qualche secondo?
«Ci sono secondi bistrattati, tipo i saltimbocca alla romana. Sono facili e squisiti, all’inizio la gente non li conosceva. Servono prosciutto e salvia, infarinate e cuocete in padella. Una cosa che mi piace fare è l’arrotolato: dentro puoi metterci ciò che vuoi. Un consiglio…».
Prego.
«Date sempre un occhio ai colori. In una frittata, ad esempio, aggiungete erbette, con funghi o altre cose colorate. Gli arrosti fatti in questo modo sono molto belli».
Chiusura in bellezza con uno dei tuoi dolci. Come fa una torta a rimanere morbida a lungo?
«Dipende molto dalla cottura, anche la farina di mandorle aiuta. Dipende anche dalla quantità di burro. Ultimamente ho fatto una torta alle carote: quelle umide durano di più. Alcune persone cuociono di più le torte e a volte in cinque minuti in più si asciuga molto di più l’impasto».
Cosa consigli a chi vuole entrare a far parte del mondo della pasticceria?
«Serve iniziare dalle basi, ci sono ottimi libri che insegnano concetti scientifici. Le fondamenta della pasticceria sono essenziali. Sul web si trova di tutto: una volta che si conoscono le basi, diventa un piacere andare oltre ed affinarsi».
Cosa pensi del delivery?
«È un servizio molto intelligente, anche i supermercati preparano la spesa e poi si passa solo a ritirare. Durante la quarantena ho cercato di sfruttare anche i supermercati di zona, per risparmiare tempo».
Solo ricette tradizionali o va bene anche evolverle?
«Mi piace molto cambiarle: penso al ripieno della pastiera che diventa una crema, ad esempio. Senza canditi, ma… con i canditi: ai ragazzi solitamente non piacciono».
Quindi come si fa?
«Frullateli. È lo stesso segreto del passato di verdura».
La domanda delle domande: qual è l’ingrediente must have di Sonia?
«Le erbe aromatiche cambiano davvero un piatto. Per qualsiasi piatto, ne tengo sempre cinque».
Quali?
«Origano, maggiorana, timo, prezzemolo ed erba cipollina».