E sono 85. Tanti gli anni trascorsi dal mitico zafferano “Tre Cuochi” nelle dispense degli italiani. Una storia di successo, che ha le radici ben piantate a Milano. In quella via Cappellini dove nacquero le prime bustine della pregiata spezia gialla. Un prodotto, lo zafferano appunto, che può essere utilizzato in molti modi. Abbiamo 750 ricette, racconta a Mi-Tomorrow Paolo Daperno, Direttore Generale della Bonetti Spa.
Tutti conoscono davvero la versatilità dello zafferano?
«Lo zafferano “Tre Cuochi” ha compiuto 85 anni di storia, siamo nati nel 1935. In quell’anno è stata scritta la prima ricetta del risotto alla milanese con lo zafferano. Nel tempo abbiamo raccontato la versatilità del nostro prodotto che può essere utilizzato in tantissimi piatti della cucina italiana: dagli antipasti, ai primi, ai secondi, ma anche diversi dolci».
Qual è il legame con Milano?
«Zafferano “Tre Cuochi” nasce proprio a Milano, in via Cappellini nella zona storica in cui sorgevano attività industriali e artigianali. Con il tempo la sede si è spostata, ma siamo sempre rimasti qui a Milano, città alla quale siamo molto legati».
Com’è cambiato il rapporto col consumatore?
«Il prodotto è cresciuto nel tempo, i nostri consumatori sono soprattutto milanesi, ma tutti gli italiani apprezzano e utilizzano lo zafferano “Tre Cuochi” da moltissime generazioni».
Tante campagne pubblicitarie e oggetti legati a 85 anni di storia: vi sentite pop?
«Ci fa piacere sentirci pop: quando scartiamo la nostra storica bustina, troviamo un prodotto di alta qualità. Aprendola, la polvere scivola velocemente per essere utilizzata per le più svariate ricette. Sappiamo, soprattutto, che all’interno c’è tutta la storia della qualità, della passione e dell’innovazione che ci caratterizza».
Quanti usi si possono fare dello zafferano?
«In azienda abbiamo un archivio di 750 ricette: con lo zafferano si può fare di tutto».
Vuole indicarci una ricetta facile e veloce?
«Uova strapazzate con lo zafferano: servono solo due minuti per la preparazione. Si cucina un uovo strapazzato e in una ciotola si scioglie lo zafferano che va poi aggiunto durante la cottura. Non cambia il tempo di preparazione ma cambia il sapore e il risultato finale. Nel piatto viene esaltato l’aroma, il profumo e il gusto dello zafferano».
Cosa rende lo zafferano un prodotto così prezioso?
«Lo zafferano richiede 500 ore di lavorazione manuale per ottenere un chilogrammo di prodotto. E’ raccolto tutto manualmente, non c’è alcuna meccanizzazione. La preziosità dello zafferano è data da tutto questo lavoro e dal tempo richiesto per poter portare sulle tavole degli italiani un ingrediente speciale».
Come si celebra un compleanno così importante?
«Siamo in contatto con milioni di consumatori tutti i giorni proprio perché utilizzano quotidianamente il nostro prodotto per preparare i piatti in famiglia. Abbiamo deciso di celebrarlo con eventi e con tutti gli oggetti storici che hanno caratterizzato la storia della mitica bustina di zafferano “Tre Cuochi” dal 1935 ad oggi».
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Come riconoscere il vero zafferano
PREZZO
Lo zafferano è un prodotto particolarmente costoso: un prezzo troppo basso può celare magagne: qualità scadente o inserimento di altre parti del fiore senza sapore.
COLORE
Lo zafferano di qualità è rosso vivo, brillante e senza puntini bianchi. Polveri di colore rosso chiaro la presenza di puntini possono rivelare il mescolamento con altre componenti.
POLVERE
La polvere, oltre ad essere uniforme e senza grumi, deve scivolare agevolmente dalla bustina. Se ciò non accade, vuol dire che è umida, quindi con qualche problematica.
PROFUMO
Uno zafferano di qualità si riconosce anche da un giusto rapporto tra il colore, l’aroma e il profumo.
CONSERVAZIONE
Lo zafferano di qualità conserva nel tempo inalterati il colore, il profumo e il suo gusto. Basta custodirlo al buio, in un barattolo chiuso, al riparo dall’umidità.
CONSISTENZA
La polvere è sempre preferibile agli stimmi per cucinare. Gli stimmi, infatti, spesso contengono parti bianche meno pregiate.
MARCHI
Un prodotto di marca garantisce sicurezza: lo zafferano in bustina, per una legge che risale a un Regio Decreto del 1936, deve essere esclusivamente un prodotto puro al 100%.
