Il comune di Cologno Monzese è finito nel mirino dell’Osservatorio sulle nuove destre. A destare la sua attenzione, il rimbalzare sui social di foto e video della giornalista Jacqueline Allemant ritratta in compagnia di sindaco e vicesindaco con un particolare dispositivo di protezione: mascherina nera, striscia tricolore e la frase di fascista memoria “boia chi molla”.
I fatti. I primi avvistamenti della mascherina della “discordia” risalgono a lunedì scorso quando la giornalista intervistò il sindaco Angelo Ronchi. Due giorni dopo è stata la volta del vicesindaco Francesca Tesauro, in quota Fratelli d’Italia: in questa occasione sia vicesindaco che giornalista indossavano la mascherina nostalgica del Ventennio.
Marcia indietro. Dopo poche ore, quando ormai la polemica era esplosa, la giornalista è tornata sui suoi passi. «Abbiamo deciso di eliminare il video che abbiamo girato con la mascherina incriminata – si legge in un suo post su Facebook -. Non per dare ragione a chi non sa fare altro che polemiche ma solo per rispetto verso tutte le persone che si sono sentite ferite».
Tuttavia nonostante la cancellazione del video, le foto con le mascherine incriminate sono ancora presenti sul suo profilo social. Durissime invece le critiche arrivate dal Pd locale. «Questo è il brodo di coltura ideologico di chi sta governando Cologno in questo momento», ha tuonato il gruppo di opposizione del piccolo comune dell’hinterland milanese.