Un patto per la sicurezza: venti Comuni uniti per le strategie di intervento

polizia locale
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Si chiama “Patto Locale di Sicurezza Urbana”. E’ il protocollo siglato per la prima volta nel 2011 tra sedici Comuni dell’hinterland milanese e rinnovato ogni tre anni. L’ultima firma è di questi giorni e vede salire a venti le Amministrazioni Municipali coinvolte.

Si tratta di Magenta, Corbetta, Marcallo con Casone, Mesero, Boffalora sopra Ticino, Bernate Ticino, S. Stefano Ticino, Abbiategrasso, Robecco sul Naviglio, Albairate, Cassinetta di Lugagnano, Ozzero, Cisliano, Arluno, Vittuone, Sedriano, Bareggio, Cornaredo, Settimo Milanese, Pregnana Milanese.

L’area coperta è di 255,82 chilometri quadrati per 215.360 abitanti. Il Patto vede il coinvolgimento di un dirigente comandante, diciassette tra comandanti e responsabili di servizio, altrettanti ufficiali direttivi e 111 agenti.

Il Patto Locale di Sicurezza Urbana ha consentito di sviluppare e consolidare strategie uniformi di intervento e modalità operative tra i comandi di Polizia Locale coinvolti, così da affiancare ai necessari interventi per la tutela ed il ripristino della sicurezza urbana, iniziative volte a rafforzare e meglio qualificare la presenza della polizia locale nei territori di specifica competenza.

«Diamo rilievo a un modello virtuoso che auspico si diffonda tra i Comuni lombardi, al fine di garantire concretamente la sicurezza delle comunità», spiega l’assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale Riccardo De Corato.

«Regione Lombardia – ha aggiunto – da molti anni persegue l’associazionismo tra enti, perché ritiene che ormai la problematica della sicurezza non abbia più confini e che sia fondamentale per una migliore gestione delle Polizie Locali. Quello odierno è un esempio più unico che raro di ottimizzazione delle risorse umane che, attraverso l’unione di più Comuni e una organizzazione efficiente, riesce a dare risposte concrete ai cittadini. Regione Lombardia ha messo in campo vari strumenti».

Tra questi, ad esempio, ci sono i cosiddetti “SMART”, servizi di monitoraggio aree del territorio, e i cofinanziamenti per progetti di sicurezza urbana che prevedono dotazioni strumentali e innovazioni tecnologiche, quali la videosorveglianza e le bodycam.


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