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28. 03. 2024 18:05

La Dad non stimola lo studio: troppo tempo tra social e distrazioni

La ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo dimostra quanto poco gli studenti in DAD siano incentivati allo studio

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La Dad influisce negativamente sulle attività di studio degli studenti. A dimostrarlo una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, condotta con il supporto tecnico di Ipsos, su oltre 3.500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e su circa 2.000 insegnanti della scuola primaria e secondaria.

I dati.  L’elemento più rilevante è ancora la macanza di una vera relazione tra insegnanti e studenti: 1 su 4 ha sofferto un peggioramento del rapporto e del dialogo con l’insegnante.

L’uso degli strumenti digitali ha consentito di proseguire le lezioni, ma ha invogliato meno i ragazzi allo studio. Secondo la ricerca solo il 23% di loro ha avuto maggiori stimoli in questo periodo contraddistinto dalla Dad.

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Al contrario la Dad ha incentivato le distrazioni, venendo meno i controlli degli insegnanti. Quasi tutti gli studenti (96%) chattano o mangiano (88%) durante le lezioni. L’incremento di utilizzo dei social mostra poi dei valori sensazionali: ul podio WhatsApp, utilizzato dal 99% degli intervistati, Instagram dal 94%, YouTube dall’86% e, infine, Tik Tok, utilizzato dal 66% degli intervistati. Soltanto il 17% dei genitori ha imposto limitazioni sulle ore trascorse allo smartphone, il 14% sui social il 13% sui videogiochi.

«Studenti, docenti e genitori sono stati un po’ abbandonati in questo lungo anno di didattica a distanza. Non basta avere gli strumenti digitali che funzionino: non c’è apprendimento significativo senza una relazione significativa, fatta anche di sguardi che sanno bucare lo schermo e arrivare al cuore dei ragazzi – afferma all’Huffpost Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili – .Vivere il digitale non si improvvisa, richiede educazione e cultura. È per questo che chiediamo al Ministero dell’Istruzione di introdurre in tutte le scuole un’ora di cittadinanza digitale alla settimana a partire dal mondo dell’infanzia».

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