Ci si forma anche in carcere: l’esempio del “Gerolamo Cardano”

gerolamo cardano
gerolamo cardano

L’istituto Gerolamo Cardano, in zona Lampugnano, è una scuola con diversi indirizzi, ma con un’anima sola. Da un lato ci sono i licei delle scienze umane, scientifico e sportivo, e dall’altro gli istituti tecnici con due opzioni: amministrazione, finanza e marketing e CAT (costruzione, ambiente e territorio). Secondo Eduscopio 2019 il liceo delle scienze umane è il migliore di Milano. Mi-Tomorrow ha incontrato la preside Paola Molesini e la vicepreside Emanuela Zandalini.

 

Paola Molesini
Paola Molesini

Come vi spiegate questo primo posto?
«Gli insegnanti di scienze umane sono molto affiatati e i risultati si vedono, ma molti docenti sono comuni anche agli altri indirizzi e questo fa sì che tutta la scuola ne risenta in positivo. Inoltre offriamo lezioni di conversazione in lingua straniera a tutti gli studenti, diversi progetti extrascolastici, e poniamo particolare attenzione al progetto di alternanza scuola-lavoro».

Ce ne potete parlare?
«Per noi non è un semplice dovere d’ufficio, ma una parte dell’insegnamento a cui crediamo molto. Abbiamo convenzioni con diverse aziende. Gli studenti hanno la possibilità di fare esperienze concrete in ospedali, università, enti, nel collegio dei geometri e persino nel carcere minorile Beccaria. All’inizio aziende ed enti erano scettici, ma ora che hanno conosciuto i ragazzi del Cardano li richiedono esplicitamente».

Quali sono gli indirizzi del liceo scientifico?
«Lo scientifico tradizionale, il potenziamento sportivo e Science in English. Chi sceglie quest’ultima opzione ha un’ora in più di lezione con la compresenza di un insegnante di scienze e uno di inglese.

Che differenza c’è fra lo scientifico con il potenziamento sportivo e il liceo sportivo?
«Nello primo si hanno materie tradizionali come latino e storia dell’arte e l’accesso è libero a tutti. All’inizio veniva scelto come seconda opzione da chi non riusciva a entrare al liceo sportivo, ora i ragazzi cominciano a preferirlo fin da subito perché attratti dalla sua offerta formativa».

Il liceo sportivo è a numero chiuso?
«Sì, ogni anno vengono selezionati 15 maschi e 15 femmine. E’ una scuola molto richiesta perché ce ne sono solo quattro fra Milano e provincia. Chi desidera entrare si iscrive entro il 31 gennaio e poi a febbraio avvengono le selezioni.

Che strutture sportive offrite?
«Tutta la scuola ha la piscina a disposizione. Poi abbiamo palestre molto grandi, un palazzetto utilizzato anche da numerose società sportive e da tornei di pallavolo federale. Città Metropolitana sta per ristrutturare i campi di rugby e calcetto del parco della scuola. Inoltre gli studenti utilizzano strutture esterne per praticare parkur, arti circensi, pattinaggio su ghiaccio, canottaggio, orienteering, ginnastica artistica, beach volley, tennis e altri sport».

Come affrontate la questione della dispersione scolastica?
«E’ un grosso problema, che riguarda soprattutto gli indirizzi tecnici. A volte la dispersione avviene perché alle medie non si è fatto un buon lavoro di orientamento. Per questo offriamo occasioni in cui i ragazzi delle medie possono venire a conoscere la scuola e a seguire alcune lezioni programmate apposta per loro. Per gli studenti di prima offriamo percorsi di riorientamento, nel caso in cui decidano di cambiare indirizzo, scelta che possono fare entro il 31 dicembre. Inoltre collaboriamo con il progetto Gemma: gruppi di scuole e cooperative educative lavorano insieme proprio sulla dispersione. L’associazione Non uno di meno aiuta infine i ragazzi a imparare un buon metodo di studio e a ritrovare la motivazione».

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Via Giulio Natta 11, Milano

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