L’intitolazione ad Alda Merini è recente, tanto che all’istituto Comprensivo Pareto non hanno potuto ancora fare una festa per il nuovo nome. In zona Gallaratese la struttura include una materna, due primarie e due medie.
Siamo in una delle “Scuole Aperte”, progetto del Comune di Milano che punta a trasformare le scuole in punti di riferimento per i quartieri, rimanendo attive dal mattino alla sera, con diverse attività.
Non solo, la Alda Merini è anche una scuola “all’aperto”, con la possibilità quindi di sfruttare banchi e sedie nei giardini, per far vivere ai bambini esperienze nella natura. Un tema che diventa di grande attualità proprio in questo momento. Ce ne hanno parlato il preside Angelo Lucio Rossi e la vice-preside Rossella Viaconzi.
Istituto Alda Merini, parlano il preside Rossi e la vice-preside Viaconzi
Cosa pensate della proposta del sindaco Giuseppe Sala di fare una “summer school”?
Rossi: «L’ufficio “Scuole Aperte” diretto da Giovanni Del Bene si è già attivato, insieme all’Assessorato all’Istruzione, per verificare la possibilità di realizzare attività estive nelle scuole che abbiano spazi all’aperto. Nel caso, noi saremmo pronti a sperimentare questa modalità anche a settembre, visto che abbiamo aule nei giardini e orti a disposizione dei bambini».
Come state affrontando la didattica a distanza?
R: «Con il progetto Scuola aperta e attraverso Patto Educativo Territoriale, già prima dell’emergenza attingevamo a una rete di associazioni e aziende, che anche in questa situazione ci hanno aiutato a venire incontro ai bisogni delle famiglie. Grazie al Comune, al Municipio 8, alle università, a Save the Children, alla Fondazione Laureus per lo sport, alla Fondazione Milan, alle associazioni dei genitori, abbiamo potuto reperire computer e tablet. Ma siamo andati anche oltre».

In che modo?
R: «In collaborazione con il Banco alimentare, Natura Sì e la parrocchia abbiamo aiutato le famiglie dei nostri studenti consegnando pacchi con generi alimentari».
Come si differenzia la didattica online fra scuola materna, elementari e medie?
Viaconzi: «Oltre ai collegamenti online con le maestre, per i più piccoli abbiamo la collaborazione del maestro Alberto Villa con il suo “Matematicanto” e con la scenografa della Rai Silvana Ninivaggi per la parte artistica. Alle elementari i bambini fanno videolezioni per circa un’ora e mezza al giorno, mentre alle medie i ragazzi sono impegnati quattro ore al mattino e un’ora al pomeriggio. In queste settimane ci siamo resi conto che la didattica a distanza è diventata didattica della vicinanza».

Com’è stato possibile?
V: «Insegno in una seconda media composta all’80 per cento da ragazzi stranieri. Siamo partiti qualche giorno dopo la chiusura delle scuole: ho cominciato leggendo diversi libri e poi ho iniziato con la vera e propria didattica online, cercando di andare loro incontro sull’orario di inizio delle lezioni. I ragazzi mi hanno chiesto di poter dedicare almeno un’ora alla settimana per parlare del coronavirus, perché vogliono diventare i massimi esperti in materia! Inoltre quando ho fatto un primo incontro online con le mamme, le ho viste in difficoltà e mi sono resa conto che avrei dovuto avere un rapporto più pro-fondo anche con loro».
R: «Ho detto agli alunni di scrivermi, se volevano. Da allora ho ricevuto tantissime e-mail, all’inizio descrivevano i loro stati d’animo e poi hanno cominciato a parlare di questioni più profonde. Mi ha molto colpito la lettera di una ragazzina delle medie di origine marocchina, che ha detto di aver capito cosa vuol fare da grande: scrivere. Se ci interessano le storie dei ragazzi, riusciamo a stare loro vicino sempre, e mai come in queste settimane abbiamo capito quanto la scuola abbia a che fare con la vita».
Come riuscite a seguire i ragazzi disabili?
V: «Gli insegnanti di sostegno e gli educatori si mettono in contatto con le loro famiglie quasi quotidianamente. Proseguono anche i laboratori dedicati ai ragazzi DSA».
Le vostre scuole sono state molto danneggiate dalle piogge dello scorso autunno. Partiranno i lavori?
R: «Dopo le riunioni che abbiamo fatto con l’assessore Paolo Limonta, a giugno cominceranno i lavori in via Gallarate e in altri plessi. Così a settembre dovremmo ripartire con le strutture rinnovate. In-tanto la Fondazione Milan sta ristrutturando i campetti delle scuole».