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20. 04. 2024 08:07

Istituto Ermanno Olmi, una scuola nella rinascita della Bovisa

«Nella nostra scuola ci sono 56 etnie. La nostra sfida è riuscire a non trasformare la diversità in un ghetto, proponendo percorsi a due velocità»

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Questa non è solo la storia di una scuola, ma di un intero quartiere. Ancora per poco si chiama Comprensivo Maffucci. L’istituto della Bovisa che riunisce due elementari e una media a maggio verrà infatti intitolato al grande regista Ermanno Olmi, che lo frequentò da bambino. Laura Barbirato è un’istituzione della scuola, perché la dirige da 23 anni.

 

Laura Barbirato
Laura Barbirato

Istituto Ermanno Olmi, intervista a Laura Barbirato

Come è cambiato il quartiere in questi anni?
«L’ho visto cambiare in meglio e credo che anche noi abbiamo dato il nostro contributo. E’ un quartiere ex industriale, le cui aree dismesse avrebbero potuto facilmente diventare a rischio marginalità. Invece l’arrivo del Politecnico ha ribaltato completamente la sua fisionomia».

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In che modo?
«Sono arrivati tanti ragazzi e molti appartamenti sono stati costruiti per loro. Anche il prolungamento della M3 è stato positivo: le fermate Maciachini e Dergano non sono distanti. Molte aree sono state riqualificate, come il centro direzionale Bodio Center e la Bovisa ne ha giovato.

Ora il nostro problema è il sovraffollamento delle classi. Contiamo sul fatto che la nuova scuola di via Catone in costruzione venga affidata, almeno in parte, al nostro Comprensivo. Certo, questo rimane un quartiere periferico, dove l’immigrazione dal Sud Italia è stata sostituita con quella da tutto il mondo».

Da quali comunità in particolare?
«All’inizio sono arrivati i cinesi e negli ultimi anni si è aggiunta una forte presenza della comunità araba, che gravita nell’area della scuola di viale Bodio. In tutto nella nostra scuola ci sono 56 etnie».

Le scuole sono pronte a gestire queste differenze culturali?
«Per me il problema è già passato. Ho visto questo fenomeno nascere e svilupparsi, e quindi ho anche avuto la possibilità di governarlo. Un po’ alla volta siamo riusciti a far sì che queste differenze venissero assorbite in un contesto in cui sono presenti ancora un buon numero di italiani.

La nostra sfida è riuscire a non trasformare la diversità in un ghetto, proponendo percorsi a due velocità. Non è facile, ma abbiamo talmente tante risorse, messe in campo dal Ministero, dal Comune, dagli enti territoriali, dalle associazioni, che la cosa più impegnativa per me è fare la regista, affinché tutti questi attori lavorino bene senza pestarsi i piedi».

Per esempio?
«Fra i diversi progetti che proponiamo c’è “Mamme a scuola”, attivo da dieci anni: un gruppo di docenti insegna la lingua italiana a mamme straniere, soprattutto arabe, che alla fine di questo percorso possono anche sostenere l’esame per diventare cittadine italiane.

Inoltre il progetto “Bussola” segue bambini con disabilità e difficoltà di apprendimento, e facciamo parte delle rete di scuole di “Oltre i confini” per contrastare la dispersione scolastica. Alle medie abbiamo due sezioni musicali e questo ha contribuito a mantenere alta la qualità della scuola.

Anche così riusciamo a far rimanere nel nostro quartiere famiglie che, per trovare questo tipo di offerta formativa, andrebbero altrove. E chi non riesce a passare la selezione può partecipare all’orchestra del mandolino diretta dal maestro di musica Vittorio Naldi».

Ermanno Olmi non solo è stato un alunno della elementare di via Bodio, ma ha anche ispirato un vostro progetto…
«Quando arrivai in questo istituto mi venne donato un libretto scritto da Olmi intitolato “Il ragazzo della Bovisa”, nel quale il regista raccontava la sua esperienza anche nella scuola di viale Bodio, comprese le fughe nel rifugio sotterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Grazie a una nostra idea quel rifugio è diventato poi un museo. Inoltre in questo quartiere nel 1917 sono nati i primi studi cinematografici, gli Armenia Film, ben prima di Cinecittà. Con l’associazione culturale Circondata Film abbiamo iniziato un progetto sperimentale su questi temi nelle scuole elementari alle medie.

Poi, per poter realizzare veri e propri cortometraggi, abbiamo avuto bisogno di finanziamenti, che sono arrivati tramite un bando del Ministero dell’Istruzione. Così potremo presentare questi corti il prossimo maggio, in occasione dell’intitolazione del comprensivo al grande regista».

I CONTATTI

Via privata Maffucci 60, Milano
02.88.41.71.60
icmaffucci.edu.it

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Grazie al contributo dei genitori sarà rifatta anche la pavimentazione dei campetti in cemento del cortile. Proprio nei giorni scorsi in commissione bilancio l’assessore all’Istruzione, Laura Galimberti, ha annunciato che ai presidi che non usano i fondi erogati dal Comune per la manutenzione ordinaria verrà ridotto il budget in favore di altre scuole. Possiamo quindi escludere che la Maffucci/Olmi faccia parte di questi istituti poco virtuosi.

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