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26. 04. 2024 01:14

Il futuro approda in aula: allo Iulm ci si laurea in Intelligenza Artificiale

Il prorettore Di Fraia: «Formeremo figure che coniugheranno tecnologia con competenze umanistiche»

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Anche se non ce ne accorgiamo, l’Intelligenza Artificiale fa sempre più parte della nostra vita, aiutando ad esempio i medici a fare diagnosi più precise o i ricercatori ad analizzare velocemente grandi quantità di dati.

«Gli stessi vaccini anti Covid-19 sono stati prodotti in modo così rapido anche grazie all’uso di queste tecnologie», afferma a Mi-Tomorrow Giudo Di Fraia, prorettore all’Innovazione e all’AI (intelligenza artificiale) dello Iulm. L’università milanese lancia la tre giorni Umania con incontri gratuiti (domani) e a pagamento (il 4 e il 5), su prenotazione all’indirizzo umania-iulmailab.it. Se il Ministero dell’Università darà la sua approvazione, da settembre partirà il corso di laurea magistrale in Intelligenza Artificiale.

Professor Di Fraia, come spiegherebbe a un bambino cos’è l’intelligenza artificiale?

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«E’ come un insieme di mattoncini del Lego, ciascuno dei quali ha una capacità specifica. C’è il mattoncino capace di riconoscere le immagini, quello in grado di riconoscere i testi e il linguaggio umano estraendone il significato, e altri bravi ad analizzare una grande mole di dati per ricavarne informazioni di valore. Il bello è che questi mattoncini non devono essere riprogrammati ogni volta, ma imparano “a fare i compiti” da soli. Mettendo insieme questi diversi mattoncini si riescono a trovare soluzioni per ogni ambito della vita».

Di Fraia
Il Prorettore Di Fraia

Ma le macchine possono davvero pensare?

«No. L’immaginario cinematografico che ci mostra l’AI come un robot dotato di intelligenza umana e di coscienza potrebbe non realizzarsi mai. Nel corso del convegno, attraverso gli interventi di esperti di varie discipline, si dimostrerà che il pensiero resta ancora appannaggio degli esseri umani. Però, grazie all’AI, l’intelligenza umana può aumentare».

Cosa insegnerà il nuovo corso di laurea?

«Il corso è pensato per formare figure professionali, sempre più richieste dal mercato, in grado di unire conoscenze tecnologiche con competenze umanistiche, collegate al marketing e alla comunicazione. Si tratta del primo corso di questo genere in Italia. Anche il nostro laboratorio Ai Lab aiuta il mondo delle imprese a comprendere come l’AI possa essere utilizzata per renderle competitive».

Quanti posti sono previsti?

«La laurea magistrale di secondo livello sarà a numero chiuso (60 posti) e si potrà accedere attraverso un test di selezione».

A Umania sarà presentato Debater. Di cosa si tratta?

«E’ un progetto sperimentale avanzato realizzato da IBM, che abbiamo l’onore di presentare in anteprima nazionale. E’ una macchina a forma di monolite (come quello del film 2001 Odissea nello spazio), il cui scopo è di interloquire con gli esseri umani, aiutandoli a dibattere un argomento in maniera esaustiva, mostrando loro tutti i punti di vista possibili per poter prendere decisioni ponderate, senza pregiudizi. Debater è come una sorta di saggio al quale rivolgerci per capire se i nostri ragionamenti sono corretti. Sembra assurdo che le macchine possano fare questo, visto che abbiamo appena detto che non possiedono l’intelligenza: è un paradosso interessante sul quale ragioneremo nel convegno».

Quali applicazioni potrà avere?

«IBM sostiene che in futuro Debater potrà essere utilizzato dalle grandi aziende o dai governi per prendere decisioni importanti. Pensiamo ad esempio se fosse a disposizione di chi deve decidere sulle zone gialle, arancioni o rosse: avrebbe uno strumento in più».

L’intelligenza artificiale non rischia di provocare disoccupazione?

«Sì, ma in parte, perché per far funzionare le macchine serviranno comunque gli esseri umani, che devono essere in grado di usare queste tecnologie. Il nostro compito è formare i giovani ad avere competenze “ibride”».

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