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26. 04. 2024 01:01

Ancora dad e ddi: il caso del Liceo Leonardo

«I nostri ragazzi? Nativi digitali. Si utilizzano nuovi strumenti, ma viene inevitabilmente sacrificata la socialità»

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Dalla DDI alla DAD. Nel giro di pochi giorni gli istituti superiori che facevano lezione in presenza o alternando la didattica integrata (DDI), con metà dei ragazzi a scuola e metà a casa, hanno dovuto modificare l’organizzazione messa in piedi durante l’estate.

Tiziana Calciolari del Liceo Leonardo racconta il nuovo passaggio alla didattica a distanza

L’ordinanza della Regione Lombardia di giovedì scorso ha imposto a tutte le classi delle superiori di fare solo didattica a distanza. Tiziana Calciolari è professoressa di scienze e animatrice digitale del liceo scientifico Leonardo Da Vinci.

Tiziana Calciolari
Tiziana Calciolari

Come vi eravate organizzati a settembre?
«Eravamo partiti con la didattica digitale integrata dividendo le classi a metà: venivano a scuola una settimana sì e una no. Per farlo, con i finanziamenti del Ministero dell’Istruzione abbiamo dotato le aule di webcam ad alta definizione per la lavagna in ardesia e di proiettore per la lavagna luminosa (Lim). Inoltre abbiamo cablato tutte le classi in modo da utilizzare a distanza anche i laboratori. Gli stessi finanziamenti sono serviti anche per la formazione dei docenti, e abbiamo potuto usufruire di strumenti più avanzati offerti dalla piattaforma GSuite, che permette di collegare fino a 250 studenti in contemporanea».

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Cosa cambia a partire da questa settimana?
«Tutti gli studenti seguono la didattica a distanza fino al termine dell’ordinanza regionale. La scuola rimane comunque aperta, così noi docenti possiamo continuare a fare lezione da lì».

I ragazzi si stanno abituando alla didattica a distanza?
«Sono nativi digitali e quindi si sono adattati prima di noi. L’aspetto più complicato della DDI era legato all’audio: chi seguiva da casa faticava a sentire i compagni che stavano in fondo all’aula. Comunque questa nuova modalità permette ai ragazzi di utilizzare nuovi strumenti, con i quali possono realizzare facilmente il giornalino della scuola o fare le assemblee online: sono tutte competenze che serviranno anche all’università e nel mondo del lavoro. Di contro in questo modo viene sacrificata la socialità, così come con la sospensione delle attività sportive».

Come avete trovato gli studenti a settembre?
«Abbiamo organizzato corsi di recupero. I ragazzi che hanno avuto difficoltà durante il lockdown hanno fatto fatica a colmare il divario con i loro compagni. I più disorientati sono però gli studenti di prima liceo, reduci da un anno scolastico durante il quale, a causa della situazione di emergenza, non sono stati preparati al meglio. Anche l’esame di terza media svolto solo online non ha giovato».

I laboratori possono essere utilizzati ancora in presenza…
«Fin da settembre la dirigente aveva scelto di non riadattare i laboratori in aule, ma di adeguarli alle norme di sicurezza per poter continuare a utilizzarli. L’aula digitale 3.0 è molto ampia e l’abbiamo arredata con i nuovi banchi monoposto, così può contenere fino a una trentina di studenti. Per i laboratori di fisica ci sono due spazi, uno dei quali è un’aula a gradoni che consente di vedere bene i docenti al centro della stanza. In questo caso i posti a sedere sono alternati e possono ospitare fino a 15 ragazzi».

Com’era la situazione sui mezzi pubblici?
«Il Leonardo Da Vinci è in pieno centro, in via Respighi. Alcuni studenti venivano in motorino, altri in monopattino, e altri ancora accompagnati in auto dai genitori. Chi abita fuori Milano doveva prendere un paio di mezzi che trovava sovraffollati. Ci eravamo comunque organizzati con entrate scaglionate, ma in quell’arco di tempo su bus e metro ci sono anche i lavoratori; al ritorno nel primo pomeriggio la situazione era infatti senz’altro più tranquilla».

Come farete con gli open day per i futuri iscritti?
«Daremo informazioni dettagliate entro metà novembre. Ci sarebbe piaciuto proporre incontri in parte online e in parte in presenza, formando piccoli gruppi di genitori per mostrare la scuola dal vivo, ma vista la situazione dobbiamo ancora capire cosa fare. Gli anni scorsi invitavamo i ragazzi di terza media a frequentare il nostro liceo per una settimana; quest’anno credo che organizzeremo la stessa cosa online».

liceo leonardo didattica
liceo leonardo didattica

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