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20. 04. 2024 06:59

L’iniziativa del Liceo Volta: «Dai nostri laboratori, doni utili per gli ospedali»

Il preside Squillace racconta la raccolta di guanti, camici e occhiali per il presidio di Ponte San Pietro: «Per un adolescente la vita sociale è fondamentale, la scuola deve occuparsi di formazione civile»

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La lettera che Domenico Squillace, preside del liceo Volta di Milano, scrisse all’inizio dell’emergenza coronavirus agli studenti, fece il giro del web. Oltre a citare i Promessi Sposi, con la ricerca degli untori stranieri e del “paziente zero”, Squillace suggerì ai ragazzi di approfittare della chiusura delle scuole per fare delle passeggiate e in generale per trovare delle occasioni per socializzare. Da allora la situazione è totalmente cambiata, visto che dobbiamo tutti rimanere a casa.

 

 

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Liceo Volta, l’intervista al preside Domenico Squillace

Domenico Squillace
Domenico Squillace

Ora cosa consiglia agli adolescenti chiusi in casa?
«Ciò che ho scritto aveva senso allora. Ora invito i ragazzi a leggere, meditare, a fare un po’ di ginnastica. Inoltre, dico loro di cercare di far fruttare questo tempo, che, parafrasando Proust, potrebbe essere un tempo ritrovato, in cui tutti noi riscriviamo l’ordine delle nostre priorità».

Come vi siete organizzati con la didattica distanza?
«Qui al liceo Volta abbiamo dovuto lavorare un po’ di corsa, anche improvvisando, però sta funzionando. L’attività è abbastanza intensa, gli insegnanti dicono che la partecipazione dei ragazzi è alta e costante. Detto questo penso che questo sia solo uno strumento d’emergenza, perché le lezioni “in presenza” non sono sostituibili».

Ci spieghi
«Se dobbiamo fare semplicemente istruzione, questo sistema può funzionare, ma la scuola deve occuparsi di formazione civile, umana, culturale. La didattica a distanza è solo una buona ruota di scorta, che serve non tanto per andare avanti con il programma, ma per tenere agganciati i ragazzi, per farli sentire al centro della nostra attenzione. Per un adolescente la vita sociale è fondamentale, e la scuola è rimasto l’unico luogo di confronto reale. Con la didattica online si evidenzia poi un problema enorme».

Quale?
«La disuguaglianza sociale. Per fare didattica a distanza ci vogliono: un buon computer o un buon tablet, un’ottima connessione dati (possibilmente in fibra ottica), un dispositivo per ogni persona che deve studiare o lavorare in casa, e uno spazio, una camera in cui rinchiudersi per alcune ore senza che nessuno disturbi lo studente. Se si prende una classe di trenta alunni e si cominciano a togliere i ragazzi che non hanno una camera tutta per loro, chi non ha un computer a testa, quelli che non hanno una buona connessione internet, chi ha un computer vecchio… la classe diventa non più di trenta, ma di dieci elementi».

E vero che il liceo Volta presta tablet e computer agli studenti?
«Sì, li abbiamo dati a qualcuno, ma non basta, perché restano i problemi di chi non ha uno spazio tutto per sé, o di chi non ha la fibra ottica. Ci sono ragazzi che restituiscono verifiche in formato elettronico, ma altri, che non hanno gli strumenti adatti, le scrivono a mano, le fotografano con il cellulare, e le inviano ai professori».

Ci parla della donazione di camici, guanti e occhiali all’ospedale di Ponte San Pietro?
«Il marito della professoressa di biologia Geraldina Biondi lavora in ambito sanitario a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. Ci ha raccontato che l’ospedale aveva finito i guanti usa e getta e che possedeva solo tre occhiali protettivi, che medici e infermieri lavavano e si scambiavano. Così abbiamo pensato di donare tutti i guanti, i camici e i 50 occhiali che avevamo nei nostri laboratori (vedi foto prese dalla pagina Facebook del liceo, ndr). Ho suggerito ad altre scuole di fare lo stesso (ad esempio il liceo Virgilio ci ha seguiti): mi sono rivolto in particolare agli istituti tecnici che hanno diverse attrezzature nei laboratori di chimica e biologia, che in questo momento non servono agli studenti, ma che possono essere molto utili agli ospedali. Inoltre la nostra scuola sta partecipando alla raccolta fondi per l’ospedale Sacco».

Ha lanciato un concorso fotografico rivolto agli studenti
«Sì, ho chiesto ai ragazzi di fotografare Milano dalle loro case e di pubblicare le immagini sulla nostra pagina Instagram. Quando torneremo tutti a scuola eleggeremo le più belle».

Liceo Volta
Liceo Volta

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