Le iscrizioni per la scelta della scuola superiore sono alle porte. Per aiutare ragazzi e famiglie di Milano è arrivata puntuale la ricerca di Eduscopio della Fondazione Agnelli, che secondo diversi parametri valuta i migliori istituti suddivisi per aree geografiche in base ai risultati universitari o alle assunzioni lavorative.
Il dettaglio delle graduatorie di tutti gli indirizzi è consultabile su eduscopio.it. E come ogni anno sono scattate polemiche sui criteri di valutazione. E’ emerso, per esempio, che al Leonardo Da Vinci, premiato come miglior scientifico milanese, le condizione dei bagni siano pessime, come documentato da uno studente con un video. Il sindacato della scuola FLC CGIL ha accusato la ricerca di avere «una visione classista delle istituzioni scolastiche».
Intanto in questo periodo le famiglie sono impegnate a seguire gli open day online o in presenza. Il liceo scientifico Bottoni ha lanciato un’iniziativa curiosa: una visita virtuale sotto forma di videogioco con tanto di avatar della preside, dei professori e degli studenti. Come muoversi per la scelta? Lo abbiamo chiesto a Francesca Panaioli, pedagogista e Responsabile della Formazione dell’impresa sociale Spazio Aperto Servizi, che si occupa di orientamento scolastico.
Scuola superiore, il consiglio della pedagogista
A chi spetta la scelta della scuola?
«Le parti in causa sono tre: i ragazzi, i genitori e gli insegnanti. Ci sono genitori che scelgono al posto dei figli imponendosi, ma nella scuola Montalcini di Buccinasco dove lavoro accade raramente. Però non possiamo neanche far scegliere solo agli studenti, che spesso dicono di essere troppo piccoli per sapere già, a 13 anni, chi vorranno essere da adulti».
Quanto conta il consiglio orientativo della scuola media?
«I dati dimostrano che un’alta percentuale dei bocciati in prima superiore non aveva seguito l’indicazione dei docenti delle medie».
I genitori hanno troppe aspettative?
«Tendono a guardare alla loro storia personale o si prefigurano un percorso legato alla loro attività di famiglia, sperando che il figlio segua le loro orme. Noi cerchiamo di far capire che lo scambio con i figli è molto importante. Non è detto che il percorso che gli studenti scelgono corrisponderà a ciò che faranno da grandi, ma la scelta deve essere consapevole: i ragazzi devono informarsi sul percorso di studi partecipando agli open day e confrontandosi con chi ha già frequentato quelle scuole».
Quanto serve la ricerca Eduscopio?
«E’ un altro tassello informativo da prendere in considerazione, ma la qualità della scuola è fatta anche dal singolo insegnante. Spesso ambire ad andare nel liceo più quotato è rischioso: in alcune scuole si selezionano gli studenti in base al consiglio orientativo e al bacino di utenza di appartenenza».
In cosa consistono i suoi laboratori di orientamento?
«Alla fine della seconda media chiedo agli studenti di preparare un’intervista fatta a un adulto e una ricerca su un personaggio famoso. All’inizio della terza organizziamo altri tre momenti lavorando sulle abilità e sui limiti. Insegno ai ragazzi a consultare Iter, ovvero la guida alle scuole della Città Metropolitana di Milano, e insieme commentiamo le interviste e le ricerche per capire quali strade hanno intrapreso i personaggi scelti per arrivare dove sono arrivati. Metto insieme tutti questi elementi e li consegno ai docenti per aiutarli a elaborare il consiglio orientativo. Inoltre organizzo incontri con i genitori».
Come vede i ragazzi di terza di quest’anno?
«Rispetto agli anni scorsi sono esplose fragilità di tipo relazionale tra pari. Nell’ambito dell’orientamento in sé non ho notato grandi variazioni: i ragazzi sono molto motivati e curiosi. Anche se hanno un po’ paura scalpitano per andare alle superiori».