A tu per tu con Chiara Bisconti: «Il lavoro agile fa bene a tutti»

chiara bisconti
chiara bisconti

È stata tra i pionieri dello smart working in Italia introducendolo sia nel settore privato che in quello pubblico: Chiara Bisconti, presidente della Milanosport ed ex assessore al Benessere e Tempo libero del Comune, racconta a Mi-Tomorrow la più grande novità del mondo del lavoro degli ultimi anni.

 

Cos’è lo smart working?
«Io preferisco parlare di lavoro di agile, è una bella espressione che, tra l’altro, è contenuta nella legge che lo disciplina. E’ la possibilità di lavorare con i tempi propri, dove si vuole e come si vuole, con il raggiungimento dei risultati».

Qual è stata la sua prima esperienza?
«Nel 2008 ero responsabile della risorse umane della San Pellegrino, società del gruppo Nestlè: facemmo un accordo in cui si introduceva, in via sperimentale, il lavoro agile sugli orari che prevedeva uno o due giorni di lavoro a casa».

Era il primo caso in Italia?
«Uno dei primi sicuramente ma avevamo esempi da altri Paesi».

Quali furono le difficoltà?
«Erano di due ordini: allora mancava una legge sul lavoro agile e dovevamo convincere i privati, sensibilizzare l’azienda sulla bontà della proposta».

Poi replicò l’iniziativa anche in Comune.
«Anche nell’Amministrazione comunale si partì con una sperimentazione nel settori sport e avvocatura: come accade per tutte le sperimentazioni facemmo non poca fatica».

Il lavoro agile è una forma di tutela anche per la maternità?
«Guardi, una della cose che mi infastidisce è concepirlo a favore della donna: gli impegni in una famiglia devono essere spalmati anche sugli uomini».

Qual è il vantaggio per i lavoratori?
«Cresce il loro benessere personale».

E per l’azienda?
«Aumenta la produttività».

Il lavoratore a casa, in quanto non controllato, potrebbe passare il tempo a fare tutto meno che lavorare.
«Anche in ufficio un lavoratore può imboscarsi, con il lavoro agile c’è invece la possibilità di esprimere tutta la propria potenzialità».

Non c’è il rischio di perdere il contatto umano?
«Intanto questo non è il telelavoro, ad ogni modo il rischio esisterebbe se si stesse 5 giorni su 5 a casa».

Qual è il rapporto giusto tra giorni a casa e in ufficio?
«Due giorni a casa alla settimana può andare bene. La cosa importante è che si tratta di un rapporto flessibile per cui ogni settimana il lavoratore può scegliere i giorni in cui stare a casa».

Chi ha ruoli di responsabilità potrebbe non vedere di buon occhio le sale di lavoro semivuote.
«Certo, chi deve gestire può accusare qualche disagio nel non vedere le persone. Tuttavia sono proprio i manager che spesso sono in riunione oppure sono via per impegni: è la dimostrazione che il lavoro a distanza esiste già nei fatti. E comunque anche loro, una volta visti di i benefici, sono soddisfatti».

Com’è la situazione a Milano?
«Nelle grandi aziende il lavoro agile è molto diffuso, nella pubblica amministrazione con il decreto Madia si stanno facendo passi avanti. Maggiori difficoltà ci sono, invece, nella piccola e media impresa».

E’ una strada irreversibile?
«Lo è per due motivi. In primo luogo all’estero, nei paesi più sviluppati si lavora così, in secondo i millenials chiedono il lavoro agile. Ci sarebbe, infine, anche un ulteriore motivo che lo favorisce».

Quale?
«Si può fare ovunque, non esistono luoghi in cui è impossibile praticarlo: io lo sto promuovendo alla Milanosport e al Parco Nord, dove sono consigliera».

Una giornata in Porta Nuova
Domani allo Spaces Porta Nuova si svolge Smart Working Day, una giornata di approfondimento e di focus mirati per conoscere da vicino l’universo del lavoro agile.
Skills, tools, suggerimenti, condivisioni di best practices, case history e scenari futuri con esperti del settore e manager di grandi aziende: questo sono i temi, il programma si può trovare in dettaglio su smartworkingday.it.

L’evento è rivolto a CEO, Manager, Responsabili HR, Responsabili IT, Facility Manager, Imprenditori e Dirigenti e tutti coloro che desiderano attivare un processo di Smart Working all’interno della propria azienda, pmi od organizzazione, per sperimentare un nuovo approccio al lavoro.


www.mitomorrow.it