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25. 04. 2024 07:56

Lavoro, a Milano le donne continuano ad essere il “sesso debole”: persi migliaia di posti di lavoro

A livello occupazionale le donne sono le più penalizzate dalla pandemia. Anche a Milano

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Il divario occupazionale tra uomini e donne è purtroppo una realtà consolidata ormai da anni. Moltre di loro il lavoro se l’erano dovuto inventare, conquistarlo e difendere a costo di sacrifici e bocconi amari. Poi è arrivata la pandemia e la situazione è stata completamente stravolta anche nell’ “illuminata” Milano.

Dati preoccupanti. Prima della crisi sanitaria nel capoluogo meneghino circa il 70% delle donne aveva un’occupazione. Un numero straordinario se raffrontato a moltissime parti d’Italia. Certo, il divario economico con i colleghi uomi restava comunque una piaga costante: in media le donne non raggiungevano i 1.500 euro al mese.

Una volta arrivata la pandemia però i loro posti sono andati via via disintegrandosi. Fa pensare il clamoroso dato pubblicato dall’Istat: su 101 mila lavoratori che hanno perso il loro posto tra luglio e novembre, 99 mila erano donne.

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«Il blocco dei licenziamenti impedisce di capirne il vero impatto — spiega Elena Buscemi, che coordina le politiche attive per il lavoro della Città metropolitana — ma è evidente che questa crisi ha colpito moltissimo le donne, occupate nei settori più penalizzati dall’emergenza sanitaria».

Gli indicatori aiutano a delineare meglio il quadro occupazionale. «Per esempio sappiamo che nel 2020 hanno trovato lavoro 160.595 donne, mentre nel 2019 erano 204.919 — aggiunge la consigliera comunale e metropolitana —. Quindi con un calo del 21,6 per cento contro il 19,2 per cento degli uomini». Tra queste, molte donne sono state costrette ad abbandonare il proprio posto di lavoro per occuparsi della famiglia a causa delle difficoltà generate dalle chiusure scolastiche e dal venir meno di tanti altri servizi.

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