Openjobmetis, il mercato del lavoro ai tempi del coronavirus

L’analisi di Openjobmetis su presente e futuro del lavoro nel Paese. Laura Piccolo: «Dall’emergenza le prassi per prospettive migliori»

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L’emergenza coronavirus impatta giocoforza anche sul mercato del lavoro, con un presente complesso e un futuro pieno di incognite. Tra tante incertezze si fa strada una certezza: se ne uscirà più forti.

 

Intanto, però, ci sono settori fermi, come turismo e ristorazione, altri in standby, altri ancora alle prese con un surplus di richieste, su tutti sanità, biomedicale e logistica.

Punto di riferimento sono ancora una volta le agenzie per il lavoro, che si rimboccano le maniche per provare a continuare a fare quel che, in fondo, fanno sempre: aiutare le persone, facendo incontrare domanda e offerta.

«A mio avviso, l’emergenza è emergenza e come tale va letta», spiega a Mi-Tomorrow Laura Piccolo, responsabile grandi clienti di Openjobmetis.

Laura Piccolo
Laura Piccolo

Come Covid-19 sta ridisegnando il mercato del lavoro italiano?
«Una situazione emergenziale non può essere presa come modello di riferimento. Alcune modalità di svolgimento del lavoro possano, tuttavia, diventare patrimonio delle aziende anche in ottica futura, quando, speriamo presto, tutto questo sarà superato».

Poi?
«L’investimento in tecnologia è sempre più necessario: open innovation vuol dire basare la nostra strategia di sviluppo sulla capacità di ripensare i processi in maniera più snella e lineare, facilmente modificabili e ristrutturabili in base alla contingenza del momento».

Quali i settori più in crisi?
«Le difficoltà riguardano, soprattutto, i settori legati ai beni più accessori: retail in primis, ma anche automotive.

Chi, invece, non si ferma?
«In questo momento ci stiamo dando molto da fare per supportare comparti di vitale importanza, che vanno mantenuti funzionanti e produttivi: dalla filiera agroalimentare al settore infermieristico e socio sanitario».

Sarà l’accelerazione definitiva per lo smart working in Italia?
«Sicuramente stiamo sperimentando in prima persona che il lavoro agile è possibile in molte più aziende di quante già sfruttavano questa opportunità: lo smart working, ben ragionato e strutturato all’interno di un piano organizzativo aziendale più ampio, porta benefici che sarebbe auspicabile diventassero patrimonio delle aziende».

Vi convince il Decreto Cura Italia?
«Accogliamo con favore tutti i provvedimenti che sono stati pensati per sostenere privati e imprese, ma riteniamo si possa fare molto di più e con soluzioni sicuramente più efficaci».

Per esempio?
«Prevedere il congelamento da aprile e per i successivi quattro mesi del cuneo fiscale sui dipendenti a carico delle aziende: da agosto tutto potrebbe tornare nella norma, rateizzando la cifra non versata nei successivi 24 mesi».

Maxi recruiting per l’agroalimentare
Zonzin: «Settore che non può fermarsi»

«L’agroalimentare è uno dei pochi settori che non può e non deve fermarsi: è molto importante in questo momento contribuire con la propria manodopera alla raccolta e all’approvvigionamento dei prodotti ortofrutticoli, affinché sulle nostre tavole non scarseggino frutta e verdura, indispensabili per restare in buona salute».

Così a Mi-Tomorrow Chiara Zonzin, responsabile della divisione agroalimentare di Openjobmetis.

È il momento, insomma, di muoversi…
«Sì, siamo all’alba della stagione primaverile e sono molte le attività che devono iniziare: oltre alla raccolta dei primi ortaggi e della frutta (asparagi, fragole, pesche, nettarine), sono necessari anche i lavori di diradamento».

Poi?
«Ci sono le attività di cernita e confezionamento. La filiera della produttività agroalimentare è lunga ed è necessario dedicarsi alle differenti fasi che essa comporta».

Come stava il settore prima dell’emergenza coronavirus?
«Si tratta di un settore sano, che non si ferma mai, ovviamente rispettando le varie stagionalità dei prodotti trattati. Il comparto dà lavoro a migliaia di persone ogni anno».

Avete lanciato un maxi recruiting per un trovare un migliaio di candidati: per quali le mansioni?
«Addetti al diradamento, alla zappatura e alla raccolta, ma anche personale per i magazzini ortofrutticoli: addetti al confezionamento, magazzinieri, addetti al carello elevatore e alla cernita dei prodotti».

Che tipo di competenze sono richieste?
«Non sono richieste particolari competenze: servono buona manualità, velocità, attenzione e precisione. Sarebbe preferibile esperienza nel settore, ma non è essenziale».

In tempi di forti restrizioni agli spostamenti personali, come ovviate in fase di selezione?
«Attraverso colloqui telefonici e videochiamate. Attingiamo, inoltre, dalla banca dati delle filiali coinvolte, richiamando persone che hanno già lavorato con noi in passato oppure incontrate a colloquio e che avevano fornito la loro disponibilità a lavorare nel settore agroalimentare».

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