Il nuovo punto vendita Coop di via Marsala a Monza è il frutto del progetto di comunicazione aumentativa alternativa e formazione permanente per il personale di vendita, svolta con la collaborazione di PizzAut.
Anche il supermercato si fa autismo friendly grazie a PizzAut
«La nostra è una conoscenza nata a Natale quando ci rubarono i panettoni – racconta a Mi-Tomorrow Nico Acampora responsabile di PizzAut -. Da allora è nata una sinergia che ci ha portato ad oggi».
Come si è sviluppato il progetto?
«Insieme alla dottoressa Simona Ravera ho curato la formazione del personale di vendita per sensibilizzarlo a riconoscere e servire clienti autistici, formazione fatta prima a distanza e poi in presenza. È stata un’esperienza molto emozionante perché abbiamo trovato un gruppo molto motivato e partecipe».
Di cosa parliamo, in particolare?
«Parliamo di saper mettere in sicurezza le famiglie e/o gli accompagnatori di questi ragazzi che a volte hanno comportamenti che ai più potrebbero creare incomprensioni. Il personale che abbiamo formato ora è in grado di riconoscere i segnali e quindi disinnescare sul nascere possibili incomprensioni con gli altri clienti».
Avete offerto consigli particolari?
«Ci siamo concentrati molto sui bambini perché spesso i loro genitori sono impegnati ad insegnare loro ad essere autonomi e li lasciano liberi. Ma i loro movimenti nello spazio sono diversi dai nostri (per es. sfarfallano) e questo crea reazioni diciamo “giudicanti” in chi non sa riconoscere i segnali di chi è autistico. Ecco allora che assume particolare importanza un personale in grado di intervenire disinnescando sul nascere possibili tensioni, “alleggerendo” allo stesso tempo i loro accompagnatori».
Perché è importante?
«Aiuta a creare le basi per una convivenza tra chi è portatore di certe “disabilità” e chi nemmeno sa che esistono. In questo senso è fantastico l’utilizzo della comunicazione aumentativa alternativa che tramite disegni aiuta i nostri ragazzi, così come l’utilizzo di luci meno potenti e musica più bassa. Tutto ciò comporta la costruzione di un mondo nuovo in grado di accogliere questi nostri ragazzi così speciali che a loro volta sentiranno di essere ben voluti».