Il futuro? È smart (working)

smart working
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In principio era il giorno e il giorno divenne settimana: per il terzo anno il Comune di Milano promuove e organizza la Settimana del lavoro agile, iniziativa lanciata nel 2014 dall’allora assessora al Benessere della giunta Pisapia, Chiara Bisconti, e tre anni più tardi estesasi temporalmente.

Sono, dunque, sei anni che a Milano si ragiona di smart working: un’idea che è piaciuta fin da subito a lavoratori e aziende, con adesioni in costante aumento, e che ha stimolato il dibattito nazionale in materia, tracciando il solco per un percorso legislativo ad hoc culminato nella legge 81/2017, cui ha messo mano la Legge di stabilità 2019 inserendo la priorità per madri lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo obbligatorio di maternità e per i lavoratori con figli disabili.

Fare di Milano un modello di riferimento e un laboratorio di buone pratiche in materia di smart working era e rimane il senso dell’iniziativa di Palazzo Marino: un invito a testare i vantaggi di un lavoro più agile, che non richiede una postazione fissa in ufficio, ma consente di svolgere i propri compiti ovunque, a casa, ma anche al bar, al parco, in un ufficio decentrato o in una postazione in coworking. Una modalità che, dati alla mano, soddisfa chi lavora e rende, in parallelo, le imprese più competitive, facendo risparmiare tempo e salute e dando pure una mano all’ambiente.

Provare per capire che non si tratta solo di belle parole è il modo migliore per approcciarsi al tema: fino a venerdì il Comune rinnova l’invito e imprese private ed enti pubblici, che possono scegliere di aderire in vari modi. Si può, per esempio, consentire ai dipendenti di usufruire di uno o più giorni, fino a un massimo di cinque, di modalità di lavoro agile (lavoro in sedi diverse da quella abituale o presso postazioni coworking, flessibilità oraria) oppure, se si ha già esperienza in materia, ci si può proporre come mentori, “adottando”, cioè, una o più aziende interessate a conoscere meglio lo smart working o avviare progetti.

In alternativa, si può organizzare un evento e sono parecchi quelli in calendario: domani, per esempio, il Centro culturale San Fedele ospita dalle 8.45 l’incontro Il lavoro negli studi professionali e nelle PMI: i nuovi paradigmi nell’era digitale promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano, in cui si parlerà, tra l’altro, di aspetti normativi e linee guida per la sicurezza. Il cartellone, però, è ricco, da scoprire e approfondire sul sito comune.milano.it/lavoroagile.

UN POPOLO IN CRESCITA

480mila,
I lavoratori “agili” stimati in Italia

+20%,
La crescita nell’ultimo anno

58%,
La quota di grandi imprese italiane che hanno avviato progetti strutturati

-20%,
La diminuzione di fenomeni di assenteismo

(Fonte: School of Management del Politecnico di Milano)

Kelly Services dà il buon esempio
Ecco cosa succede due volte al mese in viale Sarca

Da Allianz a Unicredit, da Siemens a Eni, da Bmw a Mercedes: sono tantissime le realtà che hanno abbracciato la sfida dello smart working, alcune con diverse e sfiziose personalizzazioni. Menzione speciale per Kelly Services, multinazionale americana leader mondiale nella fornitura di servizi per le risorse umane, in Italia dal 1996: inaugurando ad aprile la nuova sede milanese nel Business District Bicocca in viale Sarca, ha annunciato anche l’attivazione del lavoro agile. Partito, in realtà, già a febbraio in via sperimentale (con ottimi risultati) per i dipendenti dell’headquarter che hanno potuto usufruire, su base volontaria, di un giorno alla settimana da destinare al lavoro agile, ora lo smart working viene esteso anche a tutti i consulenti delle divisioni specializzate e delle filiali a livello nazionale, che potranno beneficiare di due giorni di lavoro agile al mese.

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