Ligabue è Ligabue: 10 perché

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Dieci ragioni attraverso tanti anni di carriera per cui Ligabue, il rocker di Correggio, è diventato un simbolo della musica italiana.

Urlando contro il cielo
Ligabue ha sempre affiancato alla sua arte una grande attività sociale e politica, temi che emergono spesso nei suoi testi. È stato anche consigliere comunale di Correggio come indipendente nelle liste del Pci

Polvere di stelle
Un pizzico di superstizione nella sua storia c’è. Il rocker ha confessato di avere un debole per il numero 7: sette sono le lettere del suo nome e del suo cognome, le sue iniziali sono dei 7 rovesciati, il suo onomastico è il 7 gennaio e sono del 1987 e del 1997 le performance che lo hanno consacrato

L’amore conta
I suoi figli si chiamano Lorenzo e Linda. Due nomi che iniziano con la L: tutt’altro che un caso. Il padre del Liga gli fece promettere di dar loro un nome con la sua stessa iniziale, convinto che portasse fortuna

Balliamo sul mondo
La sua prima performance a Campovolo fu un vero e proprio evento memorabile. Ottenne un record raggiungendo il più alto numero di spettatori paganti in tutta Europa in quell’anno e vendendo 165mila biglietti

Una vita da mediano
Appassionato anche di sport, Ligabue vanta una carriera da calciatore, nelle serie inferiori. Ha giocato nella Correggese, Lega Dilettanti. È stato poi tra i fondatori della Dinamo Rock, squadra antagonista della Nazionale Cantanti

Ho perso le parole
A cinque anni, per un intervento sbagliato alle tonsille, ha rischiato di perdere la voce. Nel 2017, ha subìto un delicato intervento alle corde vocali, che fortunatamente ha avuto esito positivo e il Liga è potuto tornare a calcare i palchi

Tra palco e realtà
Prima di iniziare la carriera di cantante, si è cimentato nei lavori più disparati, non rimanendo mai con le mani in mano. È stato bracciante agricolo, operaio metalmeccanico, ragioniere, conduttore radiofonico, commerciante, promoter

Sogni di rock’n’roll
I riconoscimenti per il rocker sono arrivati anche (e soprattutto) da colleghi di un certo spessore. Uno su tutti fu Fabrizio De André, che lo descrisse come «un musicista che sa comunicare con il pubblico come nessun altro»

Sarà un bel souvenir
Il tanto agognato “souvenir” l’ha ricevuto anche lui. A consegnarglielo l’Università di Teramo, sotto forma di laurea honoris causa in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Per l’occasione, tenne una lectio magistralis dal titolo Il tempo dell’emozione

Bar Mario
Il Liga e suo fratello Marco dal 2007 sono anche produttori di Lambrusco, in onore del vino fatto dal nonno Giovanni. Ne vengono distribuite 1.600 bottiglie l’anno


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