Nella classifica poco ambita delle vie più colpite dai cantieri della M4, via Foppa occupa un posto di primo piano. I commercianti si sono dimostrati combattivi nel resistere alle difficoltà organizzandosi nell’Associazione di via Foppa: Stefano Gorla, promotore dell’iniziativa, racconta la sua esperienza, ancora lontana dall’epilogo.
Via Foppa, l’intervista a Stefano Gorla
Qual è la vocazione commerciale di via Foppa?
«È diversificata, le tipologie sono varie: bisogna considerare che siamo in un quartiere residenziale, con attività storiche come Casabella nata nel 1975 e di cui sono titolare».
L’offerta è rivolta anche oltre il bacino del quartiere?
«Dipende dall’attività. Noi siamo al servizio dei residenti, ma essendo questa una via di grande scorrimento il bacino della clientela è molto ampio».
In che modo il cantiere ha influito sulla clientela?
«Il blocco della mobilità ha inciso in modo particolare su chi proviene dalle zone periferiche e dall’hinterland. Questo è un punto delicato, più volte ho chiesto al Comune che la via fosse raggiungibile».
Risultati?
«Nessuno. Ed è una cosa che abbiamo pagato. Allora abbiamo provato a sopperire a questa situazione».
In che modo?
«Investendo sulla conoscenza, lavorando su internet e la pubblicità, seguendo un percorso che avevamo già iniziato».
Parliamo di come vi siete organizzati tra commercianti.
«In un primo momento abbiamo costituito il comitato M4 Attenzione, raccoglieva i colleghi di via Foppa e di via Lorenteggio che fanno parte di un unico asse del commercio: l’obiettivo era informare la zona e di presentare le esigenze dei negozianti all’allora assessore alla Mobilità Maran».
Poi cos’è successo?
«Il comitato si è trasformato in AsseLor, un’associazione di commercianti di Lorenteggio».
Cosa avete fatto voi di via Foppa?
«Su invito della ConfCommercio abbiamo costituto l’associazione di via Foppa: eravamo tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019».
Perché siete nati?
«Avevamo esigenze più specifiche, in particolare ci interessava discutere della situazione attuale e del futuro».
Quali sono le richieste per la situazione attuale?
«Istituire una segnaletica chiara per indirizzare i clienti evitando che si perda, intervenire sulle piccole criticità di ogni singolo cantiere e ripristino del servizio pubblico deviando una linea oppure riportando la 50 o istituendo un bus navetta».
Come ha risposto il Comune?
«Sul trasporto pubblico non ci ha accontentati».
Le richieste per il futuro?
«Chiediamo che via Foppa ritorni ad essere una via a scorrimento urbano importante con un trasporto pubblico adeguato».
Il progetto di riqualificazione prevede tutto questo?
«Abbastanza. Anche se il ripristino dell’autobus io non l’ho visto, ci hanno assicurato a parole che ritornerà la linea 50».
Non è superfluo un bus in una zona servita dalla metro?
«No perché il bus svolge un servizio più capillare, tant’è che è sempre presente dove c’è la metropolitana».
È prevista anche una nuova pista ciclabile.
«Per me non è imprescindibile, ci sono già altre piste a pochi metri di distanza, peraltro non utilizzate».
Via Foppa ritornerà ad essere un importante asse del commercio?
«Ce lo auguriamo e speriamo che torni ad essere bella, importante e di qualità».
La nuova metro dovrebbe essere un sostegno importante.
«Certo. Voglio precisare che non siamo contrari alla M4, il problema è come sono stati gestiti i lavori che per noi sono stati lunghi e invasivi, in alcuni punti ad impatto elevato».
Il peggio è passato?
«Ora vediamo la fine del tunnel, è stato superato il 50% dei lavori».