Resistere alla M4 in via San Vittore: «Abbiamo fatto gruppo»

via San Vittore
via San Vittore

C’è voluto un cantiere della M4 che ha rivoluzionato via San Vittore per fare scattare la solidarietà tra i commercianti. Tutto è nato grazie a Pietro Linzalone, titolare della libreria Il Trittico, che ha promosso un’associazione diventata interlocutrice nei tavoli di decisione della nuova metropolitana.

 

Come si è sviluppata l’associazione commercianti di via San Vittore?
«Mi occupo della M4 da molti anni, conosco da tempo l’opera. L’associazione è nata dalla necessità di fare sentire la nostra voce».

In che modo ci avete provato?
«Cercando di interloquire con tutte le realtà, ovvero le persone, gli uffici degli assessori, la politica».

Avete puntato in alto.
«Non solo, noi abbiamo un rapporto quotidiano con le maestranze e gli ingegneri dove segnaliamo criticità: devo dire che anche questi rapporti si sono dimostrati proficui».

L’interlocutore principale resta il Comune.
«Il confronto ha prodotto la pubblicazione di bandi per ottenere finanziamenti, all’inizio erano interessanti ma ora sono calati enormemente: si è cominciato con il “molto” e si è finito con il “poco”, sarebbe stato meglio il contrario. Altro discorso importante riguarda la Tari».

Qual è la vostra posizione?
«Poteva essere sospesa, sarebbe stato importante anche come impegno: oggi appare come una tassa odiosa».

Altro interlocutore: M4.
«Con loro c’è stato un rapporto schietto orientato alla soluzione dei problemi concreti».

Per esempio?
«Abbiamo chiesto i totem con le indicazioni dei negozi, una maggiore illuminazione, l’allargamento dei passaggi pedonali: tutte cose su cui abbiamo ottenuto risposte positive».

A differenza di altri siti, il cantiere non è delimitato dalle cesate con le informazioni sui negozi: per quale motivo?
«Siamo stati noi a chiedere le cesate trasparenti perché volevamo che fosse lasciata libera la visuale su tutta la via».

Quale ruolo sta svolgendo l’Unione del Commercio?
«Ci spalleggia e ci affianca nei tavoli istituzionali».

Com’è oggi la vita di un commerciante in via San Vittore?
«Difficile dal punto di vista economico, cerchiamo di resistere: c’è il cantiere dal 2016, la viabilità è interrotta, il bus 50 non passa più. Voglio comunque dire che noi crediamo nel nostro mestiere e vorremmo essere coinvolti nella progettazione della strada a cantiere chiuso».

Cosa proponete?
«Che via San Vittore sia pedonalizzata all’80%, con l’allargamento dei marciapiedi e il ripristino del trasporto pubblico a senso unico da via Carducci a viale di Porta Vercellina».

Quando chiuderà il cantiere?
«Spero che nel 2022 si possa chiudere in superficie restituendoci la viabilità».

Avete pensato a qualche iniziativa come associazione per reagire?
«È molto difficile esprimersi con un corpo unico, in fondo noi abbiamo fatto gruppo solo in occasione dei lavori».

Oltre alla vendita dei libri riuscite a svolgere altre attività in libreria?
«Sì, facciamo presentazioni di libri, laboratori per bambini».

Ancora tre anni, ce la farete?
«Il fatturato subisce cali tombali, i clienti ci danno la loro solidarietà, ci salva che siamo in una traiettoria garantita dalla presenza della M2, Sant’Ambrogio, l’Università Cattolica, l’ospedale e il Museo della Scienza».

Il futuro sarà più benevolo?
«Solo il fatto che i lavori finiranno determinerà una situazione migliore, ma si apriranno altre partite, gli affitti diventeranno più alti, vedremo».

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ULTIMATI I SOTTOSERVIZI
La prima fase dei lavori è stata dedicata alla risistemazione dei sottoservizi. Al momento sono stati ultimati gli interventi di spostamento e realizzazione dei sottoservizi, i diaframmi e i consolidamenti per il tampone di fondo per lo scavo dei cunicoli di collegamento alle gallerie, con la capillare foratura del terreno e l’iniezione del materiale per prevenire infiltrazioni d’acqua in fase di realizzazione delle strutture.

DAGLI SCAVI I REPERTI
Gli scavi portano alla luce il passato della città. Lo scorso agosto in via San Vittore è stato rinvenuto il primo scheletro di un malato di tubercolosi ma anche il primo scheletro di un cavallo, la prima sepoltura equina della quale si abbia notizia a Milano. Nel complesso sono stati recuperati oltre 250 scheletri. Tutti i ritrovamenti sono stati rimossi dal cantiere per essere catalogati e studiati. Gli scavi in una seconda fase si sposteranno verso la chiesa dove, secondo la Soprintendenza, si dovrebbe trovare l’antica abside della Chiesa di San Vittore al Corpo.


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