«Abbiamo visto le persone lanciarsi nel vuoto da quelle Torri. Ancora oggi non sembra vero». Raccontare la storia dei giornalisti Maria Teresa Cometto e Glauco Maggi, senza menzionare l’11 settembre 2001 sarebbe impossibile. Perché loro, freschi newyorkesi, il giorno dell’attentato erano sotto quei grattacieli ad assistere allo show dell’orrore diventato realtà. E forse proprio in quegli attimi capirono che la città che non dorme mai, ferita nella sua anima, non avrebbero mai potuto lasciarla.
MILANESI • Lei, Maria Teresa, nata e cresciuta a Novara ma innamorata di Milano sin dai tempi dell’Università. Lui, Glauco, «milanese-milanese», con casa in fondo a via Ripamonti. Entrambi giornalisti, si conoscono nella redazione de Il Mondo per non lasciarsi più. A Milano crescono, professionalmente e personalmente, scrivendo per numerose testate. Ma la voglia d’America è troppo forte: «Non siamo scappati dall’Italia. Volevamo realizzare un progetto familiare pensando a nostra figlia: così nel 2000 ci siamo attrezzati per lavorare per i giornali con cui collaboravamo, ma da New York. Col sennò di poi possiamo dire di aver anticipato una tendenza».
9/11 • Nemmeno il tempo di ambientarsi, però: nel 2001 accade l’impensabile. «Glauco aveva appena portato nostra figlia a scuola quel giorno, quando sentimmo un boato – ricorda Maria Teresa –. Vivevamo alle spalle delle Torri, ma all’inizio non ci facemmo caso: di boati, New York ne è piena». La chiamata arriva da Milano: «Mi chiesero se stessimo bene. Non capii, poi accesi la televisione e vidi», ricorda Glauco.
DI CORSA • Mentre la seconda torre viene colpita, Maria Teresa e Glauco scendono di corsa sul luogo. Per vedere, per capire. Nel 2001 non ci sono smartphone, non c’è Wi-Fi. Taccuino in mano, ci sono solo i due squarci nelle Torri: «Non facemmo foto, ma abbiamo tutto nei nostri occhi». Nel ricostruire quei momenti, ad entrambi trema ancora la voce: «È una scarica difficile da trasmettere: realizzai solo quando vidi la prima persona buttarsi dalla torre. Il film prese i connotati del reale», ricorda Glauco. «Ad un certo punto i vigili del fuoco ci fecero sgomberare e andammo a prendere nostra figlia a scuola, a piedi», aggiunge Maria Teresa. Le scene che vedono di lì a poco sono scene di guerra: «Il boato dei crolli, il fumo, le persone in fila ordinata che attendevano di chiamare ai telefoni pubblici, i fogli che volavano ovunque». Poi di colpo il silenzio assordante, alienate, «mai così tanto a New York».
NYC • Nei giorni successivi, mentre la città prova a rialzarsi, la loro vita cambia per sempre. Impossibilitati a tornare nel loro appartamento, troppo vicino alle Torri Gemelle, sono costretti a trasferirsi. Da New York, però, non vanno via: «Era un continuo chiederci se volessimo tornare, ma non ci abbiamo mai pensato. L’America la scegli per adozione, New York per adozione dell’adozione – ammette Glauco –. L’incredibile senso di solidarietà che abbiamo provato, l’energia di questa città, ci hanno fatto capire che non saremmo potuti andar via».
E ORA? • Da quell’11 settembre, di cose nella vita di Maria Teresa e Glauco ne sono successe tante. Di storie, per i loro rispettivi quotidiani, ne hanno raccontate. E nel frattempo la loro bambina, ormai giovane donna in carriera, si è laureata alla Columbia University. E in Italia, ora, tornerebbero? «No. Milano è cresciuta tanto, la visitiamo una volta all’anno e ci piace. Ma New York è la nostra città». Una città che da quell’11 settembre è diventata casa.
L’ANEDDOTO
Dopo l’attentato, Maria Teresa e Glauco sono stati ospitati a casa dei genitori di un’ex compagna di classe della figlia. «Ci accolsero senza quasi conoscerci e ci ospitarono due mesi». A 48 ore dall’attentato, un episodio fuori dalla strada li sorprende: «Una mattina, era l’alba, abbiamo sentito come un plotone di persone camminare in marcia». Erano operai impegnati nella costruzione di due grattacieli a Columbus Circle: «Erano un centinaio e stavano andando sul luogo dell’attentato per aiutare. Ci dissero: “Così come sappiamo costruire, allo stesso modo possiamo smantellare le macerie”».
DOVE CI SIAMO INCONTRATI
Nell’appartamento su Upper East Side Manhattan di Maria Teresa e Glauco. È la casa dove si trasferirono dopo l’attentato. Esperti di economia e finanza, da New York hanno scritto insieme i libri Guadagnare con la crisi, Figli e Soldi e Obama dimezzato. Maria Teresa Cometto è anche autrice del libro Tech and the City, giornalista per Corriere della Sera e Grazia, Cavaliere Emerito della Repubblica Italiana. Glauco, giornalista per Libero e La Stampa, è anche autore del libro Oltre i bot.
LA SCUOLA NEGLI USA
Uno degli aspetti che più li ha sorpresi, è stato l’approccio scolastico: «Nostra figlia ha fatto ogni genere di laboratorio e di sport durante le scuole medie e il liceo: le strutture scolastiche, anche pubbliche, organizzano la vita dei ragazzi a 360 gradi, e i genitori sono costantemente coinvolti». Un altro piglio, rispetto all’Italia: «Qui si crea una comunità attorno alle classi, nascono amicizie forti, si tessono rapporti intensi. Ci si sente coinvolti nella vita dei propri figli e dei loro compagni di classe».