Valeria Secli: “Io come tanti altri giovani espatriati nella Grande Mela”

giovani espatriati
giovani espatriati

A New York e nel mondo c’è un alto numero di giovani espatriati dal loro Paese di origine. Grandi lavoratori, spesso istruiti, sempre cosmopoliti. Simon Kuper, sul Financial Times, li ha definiti “la nuova maggioranza silenziosa”. Di cui nessuno si accorge perché non sono violenti. Perché non alzano la voce sui social, ma si impegnano ogni giorno nella vita vera. Valeria Secli è una di loro. E a New York è diventata Trading Compliance Specialist per DXT Commodities, società che si occupa di trading, focalizzata su gas naturale ed energia elettrica.

SEGRATE • La storia di Valeria è la storia “normale” di una millennial italiana, cresciuta in una famiglia della classe media di periferia, partita dopo la laurea. Una dei 156mila tra laureati e diplomati che secondo l’ISTAT hanno lasciato l’Italia tra il 2013 e 2017. «Ma non ho fatto nulla di famoso, sinceramente». Nata e cresciuta a Segrate, Valeria ha vissuto Milano fin dagli anni delle scuole superiori, all’ITT Pier Paolo Pasolini. Poi le due lauree in Cattolica e uno stage in Morgan Stanley mentre frequentava l’ultimo anno di magistrale: «È stata un’esperienza preziosa, ma come ambiente non credo facesse per me».

LUGANO • L’occasione per lasciare il Paese non arriva da lontano. È il 2014. E DXT Commodities, allora DufEnergy Trading, le dà una possibilità, in Svizzera. «Lugano è stata una vera e propria sorpresa: ho vissuto due anni meravigliosi, dove sono maturata professionalmente e ho trovato una qualità della vita che non pensavo esistesse». Valeria, giorno dopo giorno, cresce all’interno dell’azienda. Conosce il ragazzo che, qualche tempo dopo, sarebbe diventato suo compagno di vita in America. E nel 2016 arriva l’occasione per trasferirsi a New York: «La mia azienda stava avviando un ufficio qui, io mi sono proposta, assieme al mio ragazzo che conobbi lì. Ci trasferirono entrambi».

NYC • A New York trova una situazione opposta rispetto a Lugano. Per due motivi. «Perché è una città che vive di estremi, piena di impulsi, frenetica rispetto alla Svizzera dove tutto è curato e perfetto». E perché «in ufficio vivo paradossalmente un ambiente più tranquillo e più piccolo rispetto a quello di prima». Ma New York per Valeria è anche l’avvio della sua vita “da grande”. Fatta di conti in banca da aprire in un sistema diverso, e di visti. Di convivenza e di responsabilità economiche più pesanti. Di due cani, presi a New York. E di nuove passioni. Come il baseball, che segue «con un coinvolgimento che non mi sarei mai aspettata”. Come «l’opera, diventata il mio terzo amore».

DI CORSA • E come il running: «Non ho mai corso in Italia o in Europa. Ma quando mi sono trasferita qui ho iniziato con un gruppo di donne diventate amiche». Una passione che l’ha portata ad essere una dei circa 3mila iscritti italiani alla Maratona di New York. «Non si può spiegare quanto sia speciale farne parte: se decidi di seguirne l’iter seriamente rappresenta l’ultimo passo di un percorso che ti porta a conoscere la città, il tuo corpo e la tua mente».

DOMANI • Valeria per ora sta bene qui. «Un po’ spaventata dall’atmosfera che, leggo, si respira in Italia». E senza alcun dubbio su quale sia il suo futuro: «I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici per farmi studiare e sentirmi felice credo li ripaghi: al momento la mia vita è New York». Ma in futuro, non esclude di tornare in Svizzera: «Per stare più vicina ai miei, ma anche per tornare a vivere in un posto, Lugano, che mi è rimasto nel cuore».

—-

1989

È l’anno di nascita di Valeria, cresciuta a Segrate, laureatasi in triennale (Economia delle imprese e dei mercati) e magistrale (Economia dei mercati e degli Intermediari Finanziari) alla Cattolica di Milano

Maratona di New York

La corsa annuale più famosa al mondo, di circa 42 chilometri, la Maratona di New York si snoda attraverso i cinque grandi distretti della città di New York. Nel 2018, la sua 48ª edizione si è svolta il 4 novembre. Sono 5 gli italiani che l’hanno vinta: Orlandi Pizzolato (1984, 1985), Gianni Poli (1986), Giacomo Leone (1996), Franca Fiacconi (1998)

156.000

Secondo l’ultimo rapporto ISTAT, è il numero di laureati e diplomati che hanno lasciato l’Italia dal 2013 al 2017. Lo spettro temporale fotografato dall’istituto di statistica è significativo: rispetto al 2013, nel 2017 gli emigrati italiani diplomati aumentano del 32,9%, gli emigrati laureati del 41,8%. Le mete privilegiate? Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera. A seguire Brasile, Stati Uniti e Canada

Dove ci siamo incontrati

Da Caffè Zaiya, a Midtown Manhattan a New York.