C’è un milanese d’adozione nato in Puglia che vorrebbe portare Milano a Smart Cities New York 2019. È Gianluca Galletto, managing partner di Global Futures Group ed ex capo delle relazioni economiche internazionali di New York City. L’iniziativa, che riunisce i migliori stakeholder per una tre giorni di incontri su digitale, innovazione e impatto sociale, sarebbe l’occasione per lanciare il prodotto Milano nel mondo. Ma le resistenze non mancano.
Galletto, lei ha studiato alla Bocconi prima di volare a Yale. Come vede Milano?
«A fine anni ’80 grigia, caotica e cara».
E ora?
«La amo molto: credo sia la città con la migliore energia d’Europa, nonostante l’ecosistema innovativo sia piccolo».
Il sindaco Sala spinge sul concetto di smart city.
«Il sindaco sta facendo benissimo. E penso che Smart Cities 2019 possa essere un’occasione d’oro».
Quali i vantaggi?
«Milano ha bisogno di raccontare la sua storia di crescita per far sì che il mondo possa apprezzarla».
E poi?
«L’evento permetterebbe alle aziende milanesi e lombarde di fare network e business con le più grandi realtà del nord America. Non solo di New York».
Quali sono i nuovi epicentri USA dell’innovazione?
«Denver, Salt Lake City, Portland e Austin sono in grande crescita e affamate di partnership. Non c’è solo la Silicon Valley».
Quando si dice “smart city” il pensiero va a città futuristiche con robot e sensori.
«Ma non è così».
E com’è?
«Una città è smart quando rende migliore la vita dei cittadini attraverso un sistema di servizi che funziona e usi la tecnologia come mezzo e non come fine».
Due esempi?
«Mobilità, con il trasporto pubblico integrato a un sistema di servizi digitali».
E?
«Aree urbane fruibili: quando investi su parchi e infrastrutture rispettose dell’ambiente alzi la qualità della vita».
Innovazione c’è dove c’è commistione tra pubblico e privato. È d’accordo?
«Sì».
Cosa deve fare il pubblico?
«Garantire continuità amministrativa al di là del colore politico. E agire sul contesto di crescita in modo sostenibile per creare coalizioni col privato. Cosa che a Milano vedo fare».
E il privato?
«Smetterla di attendersi che sia il pubblico a mettere i soldi e agire mettendoci del suo».
Lei è consulente del sindaco di New York Bill de Blasio: questa commistione c’è stata?
«Eccome. E non è mancata continuità amministrativa con Bloomberg, che ha stravolto in meglio la città».
Di cosa si occupa per l’ufficio del sindaco?
«Di strategie d’attrazione per aziende innovative e hi-tech, di come aumentarne l’afflusso a New York e farle contribuire ai principi di equità e sostenibilità».
La principale difficoltà?
«La mentalità del tipo: “Siamo New York. La città si vende da sola, non dobbiamo spendere per attrarre”. Ma questo era valido solo per Manhattan».
Cos’è cambiato?
«Che New York oggi è anche Brooklyn, Queens, Bronx e Staten Island».
Un esempio?
«Il Bronx, che non è più quello dei film. Ha un tasso di criminalità molto basso e la disoccupazione al 7%: da fare invidia a molti in Europa».
Merito dell’innovazione?
«Sì, le aziende hanno cambiato i quartieri. E aumentare l’ecosistema di chi innova significa alimentare l’innovazione in ogni aspetto di una città».
New York è il secondo hub IT e VC del mondo. Qual è la ricetta?
«Attrarre, con comunicazione e strategia, talento e realtà forti che abbiano una base solida e vogliano espandersi portando investimenti, occupazione, buone pratiche».
Anche da Milano?
«Certo. Smart Cities sarebbe una grande occasione, anche per attrarre talenti a Milano».
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Smart Cities NY 2019
Nata nel 2017, l’iniziativa riunisce sindaci e imprenditori per valorizzare un concetto: la qualità della vita nelle grandi città passa da un uso consapevole dell’innovazione. Organizzata da Global Futures Group di cui Gianluca Galletto è managing partner, l’edizione 2019 è prevista per il 13-15 maggio e potrebbe vedere protagonista la città di Milano.
1996
È l’anno in cui Gianluca Galletto si è trasferito in America, a Yale, dove ha frequentato un Master in International Economics con borsa di studio Fullbright. Nato a Grottaglie (Puglia), prima dell’esperienza USA aveva lavorato a Bruxelles per la Commissione Europea. A New York ha lavorato per 13 anni per il fondo d’investimenti Muzinich & Co, oggi molto noto in Italia
Per Obama
Esperto di innovazione e smart city, Gianluca Galletto ha lavorato in varie campagne elettorali, nel fundraising e nell’organizzazione, fra cui per quelle di Barack Obama nel 2008 e nel 2012. Nel 2013 si è candidato alle elezioni politiche italiane (Camera, circoscrizione Nord Centro America) come capolista del Partito Democratico.
Dove ci siamo incontrati
All’ufficio di Global Futures Group, a Midtown Manhattan
www.facebook.com/MiTomorrowOff/