Agricoltura in città negli ex scali: la sfida di Milano

agricoltura in citta
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Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è entrato a gamba tesa negli sviluppi di una delle sfide più ambiziose e delicate che riguardano la Milano del futuro, quella degli scali ferroviari e lo ha fatto dal palco del Villaggio Coldiretti in piazza del Cannone, lanciando una suggestione interessante: l’agricoltura in città.

Sala ha indirizzato un appello alle Ferrovie dello Stato, proprietarie dei sette ex scali (Farini, Porta Genova, Romana, San Cristoforo, Greco-Breda, Lambrate e Rogoredo), per portare in queste zone orti, frutteti e aree agricole che incentivino e valorizzino ulteriormente il ruolo di Milano come città agricola:

«Il primo modo per difendere l’ambiente è dare la terra a chi la coltiva. Il Comune, nello sviluppo urbanistico e nel disegno di Milano verso il 2030, ha lo scopo di rigenerare parte del territorio. Noi non siamo contrari ideologicamente al fatto che si costruisca: quando hai una città che è ambita dai giovani universitari e non hai case in affitto a prezzo adeguato, io non sono di certo contrario a costruirle. Ma con il garbo necessario, rispettando l’ambiente. L’agricoltura entri in città perché sarà il modo migliore per tutelare il nostro verde». Ricordiamo che il 65% degli ex scali dovrà essere a verde. E di questo verde una parte potrà effettivamente essere superficie agricola.

A tal proposito anche Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, ha ricordato: «Gli scali a sud (San Cristoforo, Porta Genova e Romana) sono confinanti con il Parco Agricolo Sud e in tutti gli studi sono immaginati per essere la continuazione dentro la città del parco. Abbiamo anche ottenuto dei fondi europei per il progetto Rotaie Verdi che ha l’obiettivo di tutelare la biodiversità». Ma anche lo scalo Farini, con la sua grandissima area boschiva, può essere immaginato con frutteti e nello scalo di Greco sono previsti orti urbani.


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