Elisabetta Sgarbi: «Vent’anni di Milanesiana, tra cultura e speranza»

Milanesiana
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Partirà lunedì prossimo, 10 giugno, La Milanesiana rassegna culturale di letteratura, musica, cinema, scienza, arte, filosofia, teatro, diritto ed economia, giunta alla sua ventesima edizione sotto la guida dell’ideatrice e direttrice Elisabetta Sgarbi: eventi, incontri, mostre e concerti in programma sino a fine luglio non solo a Milano, ma anche a Torino, Brescia, Pavia, Venezia, Lodi, Bergamo e Roma. «Bisogna preoccuparsi di creare le condizioni generali perché si possa investire nella cultura», spiega la direttrice a Mi-Tomorrow.

Il tema di quest’anno è “La Speranza”, come mai questa scelta?

«La speranza è l’unica cosa che rimane nel vaso quando Pandora, per curiosità, contravviene al dettato di Zeus e alza il coperchio: a quel punto i mali si spargono nel mondo, salvo la speranza».

Resta salo quello…

«È l’unica cosa che sia interessante, così propria degli uomini curiosi e maldestri. Gli dei non sperano e non sperano gli animali, solo gli uomini sperano».

In quali declinazioni affronterete questo tema?

«Lo affronteremo come ha fatto sempre La Milanesiana, incrociando arti e discipline diverse, suggerendo al nostro pubblico percorsi che avvicinano l’arte (proponendo dodici mostre), alla letteratura (saranno numerosi anche in questa edizione i premi Nobel), alla musica, dove sono confermati gli appuntamenti amatissimi de Il respiro della musica e della poesia insieme a concerti di artisti come Alice, Dente, Vinicio Capossela».

Altre novità?

«Indagheremo anche sull’economia, aprendo alla Borsa di Milano la nostra ventesima edizione con una lectio del professor Mario Monti e una mostra dedicata ai certificati azionari. Esordiremo anche a Brescia, nella sede di Ubi Banca con un dialogo tra Giulio Giorello e Vittorio Sgarbi e arriveremo a Roma al Festival Letterature: Massenzio il prossimo 2 e 3 luglio».

Spettacolo, teatro, musica e letteratura: attraverso quali mezzi riesce a sopravvivere la cultura oggi?

«Non credo ci sia un problema di sopravvivenza della cultura. Semmai bisogna preoccuparsi di creare le condizioni generali perché si possa investire nella cultura, nel patrimonio artistico: non posso imporre la creazione di un capolavoro, che viene fuori indipendentemente dalla volontà di ciascuno. Però posso far sì che ci siano più luoghi dove quel capolavoro possa essere discusso, letto e ascoltato».

Sarà un Festival ancora una volta itinerante, ma con il cuore pulsante nel centro di Milano. Che tipo di legame ha instaurato con questa città?

«Milano è la città che mi ha accolto, qui sono diventata adulta ed ho costruito la mia identità. Sento forte la mia origine padana, ma anche la mia identità milanese. In realtà sento di appartenere a una sfera culturale più ampia, quando leggo autori di altri paesi. L’identità e l’appartenenza sono frutto di stratificazioni e storia».

La Milanesiana 2019

Dal 10 giugno al 31 luglio

65 appuntamenti

210 ospiti internazionali

12 mostre

lamilanesiana.eu


www.mitomorrow.it

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