Il prezzo della benzina vola e anche i benzinai finiscono presi di mira. Può sembrare paradossale ma è quello che sta succedendo in diversi rivenditori milanesi, dove il costo al litro del carburante è schizzato oltre 2 euro e gli automobilisti se la prendono con chi vende il prodotto finale.
I benzinai insultati presi di mira per i rincari del carburante
«I clienti sono arrabbiati per la benzina sempre più cara. C’è chi ha urlato dal finestrino dando dei ladri ai miei dipendenti», racconta Agnese Galli, gestore dell’impianto Ip di viale di Porta Vercellina. Una situazione fuori controllo che oggi avrebbe dovuto gestire anche lo sciopero degli autotrasportatori, bocciato dalla Commissione di garanzia. Anche il ministro per la Transizione ecologica Cingolani negli ultimi giorni si è espresso in maniera molto dura sulla vicenda.
«Riceviamo molte lamentele, qualcuno ci dà dei pazzi. Purtroppo i prezzi sulla rete autostradale sono più alti di quelli della rete ordinaria. Capisco le rimostranze della clientela, ma inveiscono contro un bersaglio sbagliato. I gestori, quale che sia il prezzo alla pompa, percepiscono lo stesso margine: quello medio sugli impianti di rete ordinaria è di 3,5 centesimi al litro, sulla rete autostradale poco di più», sostiene Massimo Terzi, gestore dell’impianto Eni in Tangenziale a Cascina Gobba. «L’aumento dei carburanti danneggia la categoria, facendo salire il costo industriale. Per comprare 20mila litri di benzina fino al 20 febbraio spendevo circa 33/34mila euro, oggi lo stesso carico mi costa 46/47mila. In più le commissioni delle carte di credito, calcolate sull’importo, erodono il margine già minimo», conclude Francesco Denise, a capo della stazione di servizio Eni in piazza Trento a Il Giorno Milano.
