Sviluppo sostenibile, la sfida di EuroMilano per trasformare le città

sviluppo sostenibile

La sfida per lo sviluppo sostenibile, l’impegno per una migliore qualità della vita e la promozione dell’efficienza energetica, partono proprio da qui, dalle metropoli di oggi e da quelle di domani. Le città di tutto il mondo sono responsabili di quasi metà delle emissioni climalteranti e i centri urbani consumano il 70% delle risorse energetiche. Le amministrazioni locali sono in prima linea con politiche per ridurre l’inquinamento urbano, ma anche il Privato è chiamato a giocare un ruolo determinante.

 

Un nome, tante sfide. Da questa analisi parte EuroMilano, storica società di promozione e sviluppo immobiliare, attiva da oltre trent’anni, per immaginare il proprio ruolo e proporre a Milano, ma non solo, la propria visione di quello che dovrà essere la città del futuro. Una visione che si riassume in alcune attenzioni diventate paradigma: nuove tecniche e innovativi materiali per la costruzione, veicoli elettrici in dotazione alla comunità di residenti, mobilità dolce, attenzione al verde come elemento fondamentale e non solo come ornamento, consapevolezza dei cittadini.

Il rapporto 2018 dell’Onu sull’andamento della popolazione mondiale afferma che nel 2050 il 66% della popolazione planetaria vivrà in aree urbane: quale sarà, dunque, il futuro delle città per come le conosciamo oggi? Quale ruolo giocheranno i cittadini e quale peso riusciranno a fare valere nei processi decisionali che li riguarderanno? «È un tema che è al centro delle nostre analisi – spiega a Mi-Tomorrow Luigi Borré, presidente di EuroMilano – perché le trasformazioni urbane dei prossimi decenni andranno studiate e orientate per offrire una qualità della vita sempre più elevata ai residenti, alla nostra come alle altrui latitudini.

Ovviamente, le problematiche saranno diverse a seconda del luogo fisico di insediamento, ma alcune urgenze (riduzione o contenimento del consumo di suolo, incremento della permeabilità del suolo urbano, gestione dei rifiuti, contenimento dell’inquinamento ambientale, offerta dei servizi pubblici, tanto per citarne alcuni) sono e saranno temi di rilevanza per ogni gestione locale. Senza contare che l’aumento della popolazione urbana porrà anche problemi di integrazione non differibili. Le città sono il luogo dove si possono trovare le migliori opportunità di accedere ai servizi pubblici, sviluppare una rete sociale e trovare lavoro».

La sintesi di questa ricerca è il nuovo quartiere residenziale UpTown: di che cosa si tratta?
«UpTown (uptown-milano.it) è il primo smart district di Milano, situato nel quadrante nord ovest della città, all’interno di un parco pubblico di trenta ettari, già completamente realizzato e fruibile. A fine luglio abbiamo consegnato i primi 125 appartamenti di South UpTown. Il nostro approccio a questo esperimento di rigenerazione urbana è stato immaginato pensando a un sistema abitativo e non al singolo edificio».

Ovvero?
«Realizziamo comunità, quartieri, non semplici immobili; mettiamo contenuti, facilitiamo lo scambio e promuoviamo il placemaking, vale a dire facciamo in modo di favorire lo spirito di appartenenza dei residenti, alimentando di iniziative culturali e di intrattenimento la vita del quartiere, ancor prima che gli edifici siano abitati».

Molti studiosi evidenziano come a essere smart debbano essere in primis i cittadini: cosa significa in pratica?
«Significa usare consapevolmente le facilitazioni che la vita in città offre e adottare comportamenti sostenibili. Questo è ciò che va sempre tenuto in mente quando si pensa a creare una città “smart”. Non si tratta di pura applicazione di dispositivi tecnologici, ma molto dipende dall’adozione di comportamenti sostenibili: utilizzare i mezzi pubblici, consumare acqua del rubinetto, comprare prodotti alimentari a km zero. I profili strutturali ed infrastrutturali devono facilitare questo processo».

Come?
«Promuovendo comunità locali facilitate nell’adozione di comportamenti virtuosi, in quanto più sostenibili. In questo siamo impegnati. I quartieri delle città non sono tutti uguali e la loro struttura costituisce un presupposto fondamentale affinché le micro-comunità assumano comportamenti virtuosi condivisi in grado di migliorare in termini più generali la qualità della vita. La condivisione di valori e comportamenti gioca un ruolo fondamentale nell’identificazione con il luogo di residenza e aumenta la coesione sociale, anche laddove – per esempio nei quartieri di periferia – si trovano gruppi di estrazione sociale e provenienza di nascita diversi. Insomma, il quartiere può rappresentare un luogo di confronto e di fondazione dell’identità urbana, che esprime così aspettative e necessità al livello cittadino, che li coordina e li tiene uniti».

Qui Milano, a voi Europa
CITTÀ COORDINATE PER UN’AGENDA CONDIVISA DI IMPEGNI PRIORITARI

In molte parti d’Europa e non solo sono sorti coordinamenti di città, tra cui Milano e Barcellona, che cercano di capire come mettere le esigenze dei territori maggiormente urbanizzati al centro delle agende dei propri governi nazionali. Le città stanno attirando sempre più abitanti e s’impone una riflessione su questo flusso migratorio. Dalla gestione dei rifiuti al contenimento dell’inquinamento, dalla sicurezza alla salute pubblica, chi meglio dei governi locali sa interpretare compiutamente le aspettative delle popolazioni locali?

Se n’è parlato a una tavola rotonda organizzata da EuroMilano e Ispi con lo studioso di geopolitica Parag Khanna, già consigliere in politica estera dell’ex presidente americano Obama e Francesca Bria, chief technology and digital innovation officer del Comune di Barcellona. «Le città sono alla base dell’organizzazione umana – ha sottolineato Parag Khanna – Un grande Stato non può prescindere dalla valorizzazione delle sue città, perché le cose che creiamo oggi dureranno per secoli e andranno oltre l’orizzonte di una generazione. Dobbiamo sapere oggi per chi e per quale motivo costruiamo le città. Inoltre, le città sono state la culla della diplomazia prima ancora che nascesse l’idea di Stato.

Le grandi città mondiali devono costituire reti per scambiare informazioni, esperienze e sperimentazioni». «Oggi Milano fa parte di un network internazionale di città che hanno un sistema valoriale condiviso – ha aggiunto l’assessore comunale all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran – L’orientamento politico dei sindaci, in questo caso, non è dirimente, perché le città oggi hanno obiettivi largamente condivisibili. Tutte le azioni che come Milano mettiamo in campo per contenere l’inquinamento ambientale rischiano di essere insufficienti se non facciamo rete con le altre città padane».

Verde futuro
AD UPTOWN TANTE INIZIATIVE PER LA MILANO GREEN WEEK

L’attenzione di EuroMilano per i temi della sostenibilità ambientale trova oggi la loro massima espressione nello smart district UpTown, all’interno del quale si tengono settimanalmente iniziative culturali e ricreative legate ai temi green, ma non solo: dal 27 al 29 settembre UpTown ospiterà iniziative della Milano Green Week, la seconda edizione della rassegna promossa dal Comune e da Yes Milano, che tornerà a popolare l’aia della Cascina e il vicino parco con tanti eventi e una tavola rotonda dal titolo Metropoli sostenibili: la biodiversità nei parchi urbani, in programma venerdì 27 settembre dalle 9.00 al Community Center di via Pier Paolo Pasolini.

Domenica, poi, spazio a una serie di iniziative per grandi e piccoli per passare una giornata all’aria aperta a contatto con la natura e gli animali, con un ricco programma di laboratori e corsi dedicati alla sostenibilità e alla difesa dell’ambiente.

UpTown in numeri

900mila,
l’area complessiva in metri quadri

2.500-2.700,
le residenze entro il 2026

30 ettari,
la grandezza di UpTown Park

3.500,
gli alberi piantumati

5,
le aree gioco attrezzate

3,
le aree cani

10,
i chilometri di piste ciclabili, percorsi running, skate park, campi da volley, basket e bocce


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