Milano va sempre più piano. Questo, almeno, nelle intenzioni. Da qui alla primavera sono infatti previste dieci nuove zone a velocità limitata, a 30km/h. La metà di queste sorgerà da elementi strutturali di moderazione della velocità (come castellane, allargamenti dei marciapiedi, alberi), la restante parte sarà indicata con apposita segnaletica verticale e orizzontale.
La rivoluzione delle zone 30: le aree interessate
La prima, pronta a fine mese e già annunciata in precedenza, sarà quella dell’ambito Palmanova-Padova (fino a Crescenzago): due chilometri quadrati con dissuasori di velocità e ben 300 nuovi alberi.
Poco distante da lì, sulla scia dell’intervento temporaneo conclusosi qualche mese fa, via Rovereto da ottobre verrà rivoluzionata con una cinquantina di nuove piante. Poi sarà la volta di QT8, via Salomone-Mecenate-Ungheria e Santa Giulia. Interventi pesanti anche al Corvetto, tra via Mincio e via Oglio. Poi Isola, Quarto Oggiaro-Vialba, Vigentino, San Gottardo. Progetti nel cassetto, infine, per Bovisa, Baggio, viale Certosa, Niguarda e Bruzzano-Affori.
Il nuovo codice della strada cambia la viabilità milanese
Dopo aver trasformato la Cerchia dei Navigli in un’unica zona 30 (de facto), il Comune intende dunque applicare lo stesso modello a tutte le periferie della città.
Approfittando peraltro di alcune innovazioni previste nel nuovo Codice della Strada appena approvato: tra queste il doppio senso ciclabile anche nelle strade a senso unico per le automobili (con tracciatura di una corsia sul lato sinistro per le biciclette in direzione opposta al flusso automobilistico), che potrebbe essere applicato in futuro a via Ferrante Aporti (che costeggia la Stazione Centrale), alla zona 30 di NoLo, all’Isola, al Corvetto e in zona Bovisa-Dergano.
L’altra grande novità del Dl, da convertire in legge in questi giorni, è la possibilità di installare autovelox (sempre con l’autorizzazione del prefetto) anche nelle strade urbane di quartiere e locali. Una piccola grande rivoluzione per chi vive in prossimità di scuole, abitazioni, negozi e servizi con attraversamenti pedonali a rischio.
Spazio alle biciclette anche nelle corsie dei bus, se larghe almeno 4,3 metri. Si sta pensando di applicare il principio nel tratto di viale Serra e viale Monte Ceneri tra il ponte della Ghisolfa e piazzale Lotto.
Agire ai tempi del Covid
Queste iniziative rientrano in un piano più ampio legato alla risposta che la città di Milano vuole dare all’emergenza coronavirus. Un piano che, per scongiurare il rischio paralisi e al contempo traffico e smog, si sta articolando appunto con zone 30, piste ciclabili e piazze vivibili.
Ma anche abbonamenti compensativi di Atm per i mesi del lockdown, buoni sconto da utilizzare per i taxi (rivolti a donne dalle 21.00 alle 6.00, disabili, residenti over 65 fragili o over 70, medici e infermieri), il potenziamento del bike sharing e la disponibilità dei monopattini elettrici.
Sempre in questa prospettiva, il Consiglio Comunale ha deliberato il 6 marzo scorso (poche ore prima della chiusura della Lombardia) l’attivazione di una rete di rilevamento cittadina delle fonti inquinanti atmosferiche gestita dal Comune, l’applicazione di una serie di misure specifiche senza attendere il superamento della soglia critica e l’elaborazione di un bilancio ambientale integrato annuale per valutare e comunicare gli effetti di ogni azione intrapresa.
Un po’ di numeri…
- 6,9 : l’attuale estensione di zone 30 in chilometri quadrati;
- 12,5: l’estensione dei nuovi interventi in chilometri quadrati;
- 19,4: l’estensione futura di zone 30 in chilometri quadrati
Ortles, da ciminiera a torre del vento
L’ex simbolo industriale della ciminiera di viale Ortles 36 diventerà una torre del vento ricettore di aria esterna e pulita a 60 metri di altezza, distribuita attraverso condotte nelle fondazioni agli uffici in via di realizzazione nel nuovo quartiere tecnologico di Symbiosis.
La vecchia torre si tinge di verde
Le facciate degli edifici che sorgeranno a sud di Milano prevedono infatti una serra bioclimatica climatizzata naturalmente dalla ciminiera. Accanto a questa torre del vento si sta restaurando anche una torre piezometrica, che diventerà un invaso per l’irrigazione delle aree verdi dello stesso quartiere.
Progettisti e costruttori intendono infatti conservare (da un mese sono in corso i consolidamenti statici e sismici) questi due manufatti, riadattandoli appunto alle nuove esigenze, per lasciare una testimonianza del passato industriale della zona.
I numeri del progetto
- 125.000: l’area interessata in metri quadri;
- 60: i metri di altezza della torre