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20. 04. 2024 06:54

L’architettura al femminile, ecco la quarta edizione di Milano Arch Week

Ora si torna “in presenza” nelle sedi di Triennale, Politecnico e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, ma sempre in dialogo con il digitale

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Architettura, trasformazioni urbane e, soprattutto, futuro delle città. Sotto la direzione artistica di Stefano Boeri, da domani a domenica torna la Milano Arch Week per la sua quarta edizione.

L’architettura al femminile, ecco la quarta edizione di Milano Arch Week

La manifestazione, promossa con il contributo scientifico del Politecnico di Milano, insieme a Triennale e Comune di Milano, fa seguito alla Milano Arch Week Marathon, maratona live streaming del 16 maggio scorso dedicata a Milano e alle sfide che la città deve affrontare dopo la pandemia.

Il tema. Questa edizione, che vede coinvolte alcune delle grandi protagoniste dell’architettura internazionale, mette al centro lo spazio – urbano e non – indagandone potenzialità e limiti rispetto alle sfide epocali del nostro presente: dall’emergenza sanitaria alla crisi climatica, dalla presenza sempre più pervasiva della tecnologia alla trasformazione dei luoghi dove crescere, delle forme di cittadinanza e di comunità. Un’edizione che, dando grande spazio ad alcune donne architetto e alla ricchezza delle loro prospettive, mira a far emergere in modo bilanciato esperienze e progetti da tutto il mondo.

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I nomi. Tra gli ospiti di questa edizione: Izaskun Chinchilla (Spagna), Odile Decq (Francia), Elizabeth Diller (Diller Scofidio + Renfro, USA), Lina Ghotmeh (Libano/Francia), Momoyo Kaijima (Atelier Bow-Wow, Giappone), Anupama Kundoo (India), Benedetta Tagliabue (Italia/Spagna), Martha Thorne (Spagna), oltre a Juan Navarro Baldeweg (Spagna), Steven Holl (USA), Arjun Appadurai (USA), Mimmo Lucano, già Sindaco di Riace, e all’attivista Aboubakar Soumahoro. Gli ospiti internazionali parteciperanno con delle lecture in live streaming.

Triennale Milano - Foto di Gianluca Di Ioia
Triennale Milano – Foto di Gianluca Di Ioia

Il programma

L’inaugurazione si terrà al Politecnico di Milano, dove il 18 settembre alle 17.00 con la lecture di Juan Navarro Baldeweg, protagonista indiscusso della scuola madrilena e spagnola, organizzata in collaborazione con Fondazione Brescia Musei. Si svolgeranno invece online le lecture di Izaskun Chinchilla (domani alle 19.00) e di Benedetta Tagliabue (sempre domani alle 20.00).

Per tutta la giornata di sabato 19 settembre in Triennale si terranno incontri, tavole rotonde e confronti, che nel pomeriggio verranno affiancati da una marathon online con gli ospiti internazionali. Si inizia alle 10.00 (fino alle 13.00) con la conferenza Architettura e medicina: ripensare gli spazi della sanità con Andrea Bellone, Stefano Boeri, Ivo Casagranda, Matteo Stocco, con la moderazione di Ciro Paolillo e Monica Ghinaglia. Dalle 11.00 alle 18.00, nell’area del Teatrino del Giardino di Triennale, si succederanno gli incontri sulla Strategia di adattamento Milano 2020 – che approfondisce lo scenario della ripartenza della città di Milano e propone alcune azioni, immediate o da programmare, nel post Covid-19 – nell’ambito di Milano Urban Center – Idee per Milano 2020.

I talk saranno condotti da Lorenza Baroncelli, Direttore artistico di Triennale Milano, e sono a cura dei gruppi vincitori della call Urban Factor di Milano Urban Center: 100 Public Spaces for Milan, Sex & the City, Mobility As Urban Factor, Mega-events and the City, Pops Up, Nudge In, I Ching di CheFare, Scuola Patrimonio Urbano, Osservatorio Natura Italia, Città Ex Post, Milano Versus, Nel Perimetro, Hacking Monuments.

Strade Aperte. La mattinata di sabato inizierà con Milano Strade Aperte, un itinerario in bicicletta alla scoperta dei nuovi interventi di urbanistica tattica del Comune di Milano (partenza alle 10.00 di fronte a Triennale Milano in viale Alemagna 6, presentarsi muniti di bicicletta). Il Giardino di Triennale (area Bosco) accoglierà gli incontri Table Game. A Research Project Inside Milan As a Playground, discussione sulle trasformazioni di Milano a cura di Domus Academy, con Matilde Cassani e Lucia Tozzi (alle 11.00), e la presentazione di Perfume: Ettore Spalletti, a cura di Mousse Magazine con Cristiano Raimondi e Tommaso Trini moderata da Angela Vattese (alle 14.30). Nel pomeriggio, sempre nell’area Bosco, sono in programma i talk Lockdown Architecture, a cura di Editoriale Lotus con Nina Bassoli, Pippo Ciorra, Alessandro Balducci, Mirko Zardini, Elena Barthel, Giancarlo Mazzanti, Jeffrey Schnapp (alle 15.30), e Life after Architecture after Covid, un dialogo fra giovani progettisti italiani per costruire un immaginario post-pandemico attraverso l’architettura (alle 16.30).

Online. Nel pomeriggio di sabato avrà inizio la MAW Marathon – sul canale di YouTube di Triennale e sulle pagine Facebook di Milano Arch Week e di Triennale – che vedrà protagonisti gli ospiti internazionali: Momoyo Kaijima (15.30), Lina Ghotmeh (16.30), Odile Decq (17.30), Anupama Kundoo (18.30). Alle 19.30, sempre sulle piattaforme online, Elizabeth Diller e Martha Thorne saranno in dialogo con Stefano Boeri; la lecture di Steven Holl (20.30) chiuderà il programma. I live delle lecture, in lingua inglese, verranno trasmessi anche nel Salone d’Onore di Triennale.

Finale. Domenica 20 settembre Milano Arch Week continuerà alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli con il programma di About a City. Mettere al centro le persone, i bisogni, diritti e le aspirazioni di chi abita città, territori e comunità: A Human Place, la nuova edizione di About a City curata da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli invita a ripensare i luoghi in cui viviamo all’indomani della crisi. Tre gli ambiti: la scuola, fra conoscenze ed esperienze per la crescita e lo sviluppo di bambini e bambine, ragazzi e ragazze; il diritto alla casa e a forme di convivenza inedite; gli immaginari, per pensare a nuove tensioni trasformative delle città e dei luoghi in cui viviamo, dando voce alle aspirazioni dei giovani e delle comunità.

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Appuntamenti in presenza:

Ingresso libero (nel limite dei posti disponibili).
Prenotazione obbligatoria solo per l’inaugurazione e la lecture di Juan Navarro Baldeweg su eventi.polimi.it

Appuntamenti online su:

Milano Arch Week
Facebook/Instagram: milanoarchweek
Website: milanoarchweek.eu

Triennale Milano
Facebook: triennalemilano
YouTube: www.youtube.com/user/TriennaleVideo

Le parole di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano

Anche in questa edizione Arch Week porta a Milano il meglio del pensiero e dei progetti dell’architettura mondiale, con una particolare attenzione rivolta al contributo delle donne designer, progettiste e donne architetto. Non si tratta di un’edizione dedicata specificamente a questo ma, invitando le più importanti esponenti femminili del mondo dell’architettura, vogliamo raccontare il grande interesse che c’è oggi verso un approccio nuovo, innovativo e più sensibile alle discipline dell’architettura.

«Dalle donne lavori straordinari»

L’intervista a Baroncelli (Triennale)
«La pandemia ci porterà a riscoprire nuove parti»

 di Piermaurizio Di Rienzo

Un’edizione dedicata alle donne. «Che sono bravissime, ma solo meno mediatiche degli uomini», come sottolinea a Mi-Tomorrow Lorenza Baroncelli, Direttrice artistica della Triennale, nel presentare la quarta edizione di Milano Arch Week.

Lorenza Baroncelli - ph. Cristiano Giglioli
Lorenza Baroncelli – ph. Cristiano Giglioli

Anche a Milano esiste una forte architettura donna?
«Esiste e uno degli ultimi esempi è il Campus Bocconi (progettato dallo studio giapponese SANAA di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, ndr). Le donne sono quelle meno visibili in questo momento perché sembra prevalere la forza degli uomini. In realtà ci sono donne bravissime, meno mediatiche degli uomini, ma che fanno lavori straordinari. Per questo abbiamo scelto di dedicare alle donne quest’edizione della Week».

In che modo sta cambiando questa professione?
«Il settore dell’architettura sta andando avanti con i festival, ma, in generale, è Milano che sta cambiando e, di conseguenza, cambia anche l’architettura. Stiamo subendo trasformazioni, eppure non è una cosa completamente inaspettata. La pandemia ha accelerato dei processi che erano già in atto: ad esempio, i musei sono ancora dentro al processo di trasformazioni per ripensare il rapporto con il pubblico».

In che modo?
«Non solo nelle mostre, ma servirà una rivisitazione di tutti i rapporti con i visitatori. E’ una cosa che ci sta imponendo la pandemia: una transizione verso il digitale che non sarà mai sostitutivo della visita in presenza. Sicuramente servirà ripensare in che modo si possano disporre contenuti in maniera digitale: è una delle questioni sul tavolo».

E l’architettura?
«Abbiamo rivisto in modo particolare gli spazi della casa, anche a causa dello smart working che molti italiani stanno ancora facendo. Le case sono ormai delle dimensioni pari agli uffici. È da rivedere la rivisitazione delle stanze, ci sono molte richieste anche per balconi grossi e spaziosi. L’imposizione dello smart working permetterà di compiere una transizione importante, collegata allo sviluppo della fibra ottica».

Sono coinvolti anche i centri storici…
«Questa trasformazione ci porterà a riscoprire nuove parti. Sono coinvolti anche i centri storici, come Venezia, Milano, Firenze, Roma. In questo momento sono punti che stanno soffrendo molto, non solo per la mancanza di turismo. Sarà una grande occasione per tornare al turismo di prima, così da riconquistare questi centri».

Abbiamo capito che ci sono snodi in ogni mestiere dove la relazione umana è insostituibile: è così anche per chi progetta le città?
«Sicuramente è un aspetto essenziale per tutti i lavori, spesso le relazioni lavorative non differiscono da quelle personali. Lo smart working non implica la chiusura dei rapporti umani, solo una flessibilità maggiore nel gestire i termini di lavoro. La vita mischia perfettamente lavoro e vita, è così per tutte le professioni. Il rapporto umano serve sempre, oggi e nel futuro».

Il modello estivo della Triennale può essere replicato anche nei prossimi mesi?  
«Siamo stati i primi, all’inizio della pandemia, ad avviare un processo digitale. Siamo poi rientrati al procedimento fisico e c’era bisogno di tornare all’aria aperta. C’era la necessità di far uscire la Triennale dal concetto di salotto e volevamo elevarla a istituzione, capace di parlare alle persone che non per forza hanno 50 anni o benestanti. E ha funzionato».

triennale
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