Beppe Sala, sindaco di Milano, scende in campo con fermezza contro la riforma dell’autonomia differenziata, firmando il referendum che ne chiede la sospensione. “Io il clic l’ho fatto perché ci credo fortemente” ha dichiarato Sala, precisando che il concetto di solidarietà non è solo un’astrazione, ma un principio fondamentale che deve guidare le politiche del Paese.
Il gesto di Sala non arriva inaspettato: da tempo, il sindaco meneghino si è espresso apertamente contro la legge, trovando un allineamento con le posizioni delle opposizioni al governo. La sua decisione ha però suscitato una serie di polemiche, sia con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sia con il vicepremier Matteo Salvini, entrambi forti sostenitori della riforma.
Autonomia differenziata: un dibattito acceso tra Milano e Roma
Il cuore della polemica è legato alla redistribuzione delle risorse fiscali e all’impatto che la riforma dell’autonomia differenziata potrebbe avere sul territorio lombardo. Sala ha messo in evidenza come Milano, ogni anno, versi circa 20 miliardi di euro di tasse sul reddito a Roma, ricevendo in cambio solo 500 milioni. Tuttavia, ha sottolineato che la città non si lamenta di questo squilibrio fiscale, riconoscendo che la capitale economica del Paese trae ricchezza dalla diversità e dalla presenza di cittadini provenienti da tutte le regioni d’Italia.
“La nostra città accoglie e prospera grazie al contributo di tutti – ha affermato il sindaco – ma non possiamo ignorare che un’eccessiva autonomia regionale potrebbe danneggiare proprio questa solidarietà su cui si basa la nostra comunità.”
Le critiche di Sala e del Partito Democratico
Sala ha ribadito un punto che spesso viene ripreso anche dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: l’autonomia differenziata potrebbe danneggiare anche il Nord, storicamente considerato il motore economico del Paese. Secondo questa visione, la possibilità per ogni Regione di fare scelte autonome, ad esempio in materia di politiche energetiche, rischia di creare frammentazione e disuguaglianze, allontanandosi dall’obiettivo di un’Europa più integrata e coesa.
Il sindaco ha anche sollevato la questione dei Lep, i livelli essenziali di prestazione, che, per essere implementati, richiedono risorse finanziarie che attualmente non ci sono. “Prima di muovere un dito, mi dite quanto costa e se i soldi ci sono?” ha chiesto provocatoriamente Sala, richiamando anche le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il quale aveva ammesso che le risorse necessarie sono scarse.
La sfida ambientale: depavimentare per ridurre i rischi di esondazione
Oltre alla questione dell’autonomia, Sala ha anche toccato un altro tema cruciale per la città di Milano: la gestione del rischio idrogeologico. In risposta alle recenti proposte del suo assessore alla Mobilità, Marco Granelli, il sindaco ha sostenuto l’idea di “depavimentare” alcune aree urbane per ridurre l’impatto delle piogge intense e prevenire le esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro.
“È una delle misure che dobbiamo attivare, ma non certo l’unica – ha commentato Sala –. La responsabilità non è solo della Regione per quanto riguarda le risorse finanziarie, ma collettiva. Perché i fiumi esondano? Perché anche a nord di Milano si è costruito troppo, in territori già molto antropizzati. Dobbiamo guardare al territorio in modo più ampio e lavorare insieme su soluzioni condivise”.
Una visione per Milano e oltre
Le parole del sindaco riflettono una visione ampia e integrata della gestione del territorio e delle risorse, invitando a una collaborazione tra diverse istituzioni per affrontare le sfide del futuro. Sala sembra puntare a un approccio che coniughi solidarietà, coesione territoriale e sostenibilità ambientale, richiamando la necessità di un dialogo aperto e costruttivo tra tutte le parti coinvolte.
Il riferimento ai fondi necessari per attuare i livelli essenziali di prestazione e l’appello a una responsabilità condivisa nella gestione del territorio suggeriscono una critica non solo alla riforma dell’autonomia differenziata, ma anche a un modello di governance che potrebbe rischiare di accentuare le disuguaglianze tra regioni.
Il futuro dell’autonomia differenziata in Italia
Il dibattito intorno alla riforma dell’autonomia differenziata è destinato a proseguire, con Milano che si conferma al centro di questa discussione. Il referendum firmato da Sala potrebbe rappresentare un punto di svolta, non solo per il destino della riforma stessa, ma anche per il modello di governance che l’Italia sceglierà di adottare nei prossimi anni.
Milano, come ha dimostrato il sindaco, non è disposta a restare spettatrice passiva di fronte a cambiamenti che potrebbero influenzare profondamente il suo futuro e quello dell’intero Paese. La città si pone come un esempio di apertura e integrazione, pronta a difendere i suoi valori di solidarietà e inclusività in ogni sede, che sia politica, economica o ambientale.