Buoni propositi ne abbiamo? Parla il mental coach

buoni propositi

L’autunno è la stagione dei buoni propositi. Andare in palestra, mettersi in forma, imparare una nuova lingua. Buoni propositi, sì. Ma come fare a realizzarli? Come prendere le giuste decisioni? Tutto parte da lì. Perché, come spiega Andrea Zavaglia (“Energy“ sui social), mental coach milanese, «la mente è un’insieme di abitudini. Alcune funzionali, altre no. E in base a queste abitudini prendiamo decisioni ogni giorno».

Qual è il limite che ci si pone, rispetto ai buoni propositi?

«Le persone sanno quello che devono fare, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Le risposte si hanno già. C’è una frase, alla base del mental coaching: “Tutto ciò di cui hai bisogno è già dentro di te ora”. Una frase bellissima, ma che ti frega. Che ti dà la responsabilità, e non tutti sono pronti a prendersela. È sempre colpa di qualcun altro: della famiglia, del capo, dell’arbitro».

In che periodo si fanno buoni propositi?

«Spesso coincidono con l’inizio e con la fine dell’estate, quindi proprio in questo periodo. Prima dell’estate ad esempio c’è la prova costume. Ma, per assurdità, dopo tanti sacrifici, durante l’estate poi ci si lascia andare. E si inizia a rimandare tutto a settembre. Quanto ci piacciono le scadenze! Raccontarci che domani faremo qualcosa: è una dinamica mentale tipica dell’essere umano, per non prendere decisioni».

Perché si cercano degli obiettivi?

«Noi tendiamo verso il miglioramento, vogliamo sempre qualcosa in più, è assolutamente normale. Un po’ come la Juve, che compra Cristiano Ronaldo perché non le basta vincere gli scudetti, vuole anche la Champions».

Quali sono i punti di partenza per riuscire?

«Il primo è raccontarsi la verità. Se peso 140 chili e voglio arrivare a 70 con la tartaruga, mi sto raccontando qualcosa che non è allineato alla mia realtà. La base è la consapevolezza. Un’altra parola chiave è obiettivo. Gli obiettivi devono essere sfidanti e raggiungibili. La sfida è stimolante, ma se è troppa sei demotivato e non vai avanti. È questione di equilibrio. Bisogna partire da se stessi, non dagli altri. E ci vuole gradualità».

Qualche trucco?

«Una volta definita la sfida, ci si possono porre delle domande: ci sono quelle del mattino e quelle della sera. La maggioranza delle nostre azioni passano dal pensiero, dalle parole che ci diciamo. Lavorando sulla linguistica puoi lavorare sulle tue azioni. Un trucco può essere quello di scriversi queste domande in bagno, sullo specchio, sul telefono. Questo aiuta a dare un indirizzo alla giornata».

Quali possono essere queste domande?

«“Cosa farò oggi per rendere la giornata meravigliosa?”. “Quale buona abitudine voglio ripetere oggi?”. Non semplicemente “cosa voglio fare oggi”, ma “quale cosa buona, meravigliosa, voglio fare”. Anche pompandosi un po’, piuttosto. “Quanti sorrisi dispenserò?” Si parla di gioia, di comunicare sensazioni positive. Di raggiungere propositi. Farlo alla mattina aiuta. È questione di creare un’abitudine. C’è chi dice che si crea in 21 giorni, chi, come me, in 28. Ma di base, ci vuole del tempo: ripetere la stessa cosa per giorni, finché non diventa automatica, senza saltare un giorno. È un sistema che può adottare ad esempio chi vuole smette di fumare».

Mentre le domande della sera?

«Riprendono le stesse della mattina ma si declinano in “cosa ho fatto oggi per ottenere questo obiettivo?”. Oppure possono cambiare l’argomento generale e concentrarsi su cosa si è fatto. Perché la mente umana tende a distorcere o cancellare le cose belle fatte durante il giorno. E quindi si crea un problema di mancanza di autostima. La sera è bene rafforzare, ricordarsi, ripassare ciò che si è fatto di positivo».

Un altro suggerimento?

«Il Public Commitment, l’impegno pubblico. Quando si ha un obiettivo, ditelo a tutti, scrivetelo su Facebook, chiedete alle persone care di ricordarcelo. A più gente lo dici, più ti senti determinato nell’arrivare in fondo a quel buon proposito. Altro trucco può essere crearsi un’immagine prima di tutto mentale dell’obiettivo. E poi anche “reale”: una foto, una scritta. Qualcosa che ti ricordi dove vuoi arrivare».

Un esempio?

«Se stai mettendo via i soldi per andare ai Caraibi, appendi una foto di quel mare e guardala. Il focus è direzionare i pensieri su cose belle. Sono trucchi vecchi, è vero, ma provate a pensare: quante volte li avete messi in pratica?».

5 PROPOSITI

LA PALESTRA

È tra i propositi più comuni di settembre. Rimettersi in forma e sentirsi a proprio agio con il noatro corpo. A Milano c’è soltanto l’imbarazzo della scelta, tra corsi, allenamenti, discipline sportive e novità che spopolano. Tra le palestre più esclusive della città ci sono la Get Fit Ravizza (02.46.74.64.200), con due sale attrezzate di tapis roulant di ultima generazione, oltre all’Aspria Harbour Club San Siro (02.45.28.61), con campi da tennis e da golf

LA FOTOGRAFIA

Quante volte, alle prese con Instagram e con il vostro smartphone, avete desiderato sapere qualcosa in più di obiettivi e messe a fuoco? A Milano ci sono i corsi delle Officine Fotografiche (via Friuli, 60): i corsi di fotografia base prendono il via il 15 ottobre. Sono distribuiti in 15 lezioni in tre mesi, per un totale di 32 ore. Sono previste anche due esercitazioni in esterno. Info: 02.54.05.00.43

LE LINGUE

È un proposito più comune che mai. Ci servirebbero per lavoro, per viaggiare o anche per permetterci di guardare qualche film in lingua originale, una volta ogni tanto. Chi non ha mai pensato di dare una rispolverata all’inglese o di mettersi a imparare una lingua un po’ più di nicchia? A Milano c’è l’International House (viale Brenta, 27), con i corsi in partenza di inglese, spagnolo, tedesco, arabo, russo e cinese. Info: 02.86.79.03

LA DIETA

Ovviamente. Il proposito più classico che ci sia e anche quello che più facilmente non portiamo a termine. Indispensabile, in questo campo più che mai, farsi seguire da un buon professionista preparato. Un servizio milanese sempre più apprezzato negli ultimi anni è quello offerto da Diet to go (via Locatelli, 2), con la consegna dei pasti a domicilio, studiati in base alle esigenze della persona, con la collaborazione di chef e nutrizionisti. Info: 02.87.51.90.91

L’INTENDITORE

Quanto spesso abbiamo sognato di essere intenditori di qualcosa? Per sentirci più sicuri di noi stessi, aggiungere un campo al nostro curriculum o fare presa sugli amici. Un buon punto di partenza sono i corsi di degustazione di vini. A Milano ci sono quelli della Fisar (piazza Aspromonte, 35). In partenza il 26 settembre ci sono i corsi in versione “mini”, composti da 5 lezioni, per una prima infarinatura sul mondo dei sommelier. Info: 340.08.38.771