10.1 C
Milano
20. 04. 2024 05:38

È ancora il lavoro a dire chi siamo?

Com'è cambiata la nostra identità a Milano

Più letti

Se c’è una parola che ha identificato Milano per tutto il ‘900, quella parola è certamente “lavoro”. La nostra città ha rappresentato il simbolo della laboriosità, i suoi abitanti erano un po’ visti come le api di Sant’Ambrogio. La fabbrica, linguaggio comune per un intero secolo, dava anche a ciascuno la propria categoria sociale: l’operaio, l’impiegato, il quadro, il professionista e così via. Ognuno, quindi, riceveva gran parte dell’identità personale dal mestiere.

Dal lavoro discendevano comunità, politica, solidarietà, rivendicazioni. Molto è cambiato, dopo la poderosa de-industrializzazione degli anni ’80. La domanda da farsi, in questo Primo Maggio, è molto semplice: è ancora il lavoro a definire chi siamo? Rispondere a questo quesito è fondamentale per tutto quello che ne consegue. Molta della nostra identità, infatti, passa sempre più da ciò che facciamo fuori dal posto di lavoro, dai nostri interessi culturali, sociali, dai nostri hobby e dai nostri sogni nel cassetto.

A ciò si aggiunge la difficoltà di rivendicare migliori condizioni salariali. Non esistendo più una classe operaia compatta e quindi – nel gioco democratico si intende – forte nel reclamare diritti e contratti migliori, il risultato è una maggiore solitudine del singolo lavoratore. Ognuno di noi sente, individualmente, l’insufficienza degli aumenti di stipendi (quando ci sono) a fronte della difficoltà di vivere in una città sempre più cara, ma ciò non si trasforma in una mobilitazione generale, seppure il tema cominci a essere più sentito anche dalla politica, che arriva sempre più spesso in ritardo.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Eppure Milano, come nel secolo scorso, continua ad attrarre persone dal resto d’Italia e del mondo per le opportunità lavorative che continua a offrire. Ci sono tante continuità e altrettante discontinuità. Sarebbe necessario affrontarle e studiarle. Perché, prima o poi, le contraddizioni un conto lo presentano.

In breve

FantaMunicipio #26: come tanti Ciceroni fai da te, alla scoperta di alcuni angoli di quartiere

Quante volte camminiamo per la città, magari distratti o di fretta, e non ci accorgiamo di quello che ci...