Da oggi si torna a viaggiare anche fuori dai confini regionali. Tradotto: godremo finalmente di maggiore libertà.
Da oggi conquistiamo un pezzo ulteriore di libertà: ecco come spenderla nel rispetto delle regole
Ma chi vogliamo rivedere per primi e, anche, dove abbiamo intenzione di andare ora che abbiamo più libertà e le regole sono meno ferree? mUp Research e Norstat hanno realizzato un’indagine per conto di Facile.it su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta. Secondo questa ricerca, oltre 35 milioni di italiani non vedono l’ora di rivedere gli amici (80,4 per cento). Escludendo parrucchiere e ristorante, di fatto già frequentabili, la maggior parte degli “ex” rinchiusi non vede l’ora di andare al cinema.
Frequentazioni. Le cronache di questi ultimi mesi sono state affollate da storie di famiglie e rapporti interrotti perché separati dagli invalicabili confini regionali; ma adesso che questi limiti stanno per essere abbattuti e ci sarà più libertà, quale sarà la prima visita che faranno gli italiani? Secondo i risultati del sondaggio, la risposta è netta: oltre 8 italiani su 10 (80,4%) andranno subito a trovare gli amici. Sarà perché gli amici te li scegli e i parenti te li trovi, i primi doppiano i secondi nelle preferenze: a voler andare a trovare i parenti fuori regione sono, infatti, solo il 39,8% dei rispondenti. Forse per una sorta di bisogno di normalità o, anche, perché sul lavoro nascono belle relazioni, il 16,4% dei rispondenti (addirittura 20,2% se si guarda al solo campione maschile) ha dichiarato di aver nostalgia dei propri colleghi. Solo l’11,1%, invece, non vede l’ora di ricongiungersi con il partner o il coniuge che vive fuori regione.
Luoghi. La seconda domanda posta ai rispondenti era relativa a quale fosse non la persona, bensì il luogo “proibito” durante la quarantena in cui non vedevano l’ora di tornare. Parrucchieri, estetisti e ristoranti, da qualche giorno nuovamente frequentabili, e che avevano ottenuto percentuali altissime (rispettivamente 55,4% e 47,1%; per i parrucchieri e gli estetisti con addirittura il 66,3% nel sotto campione femminile).
Cinema. Il primo posto dove gli italiani hanno gran voglia di rimettere piede con la riacquisita libertà sono le sale cinematografiche: hanno indicato questa opzione, come detto in precedenza, il 29,7% dei rispondenti. Sono appena meno del 20% (19%) gli intervistati che hanno molta voglia di riprendere a frequentare i propri luoghi di culto e quelli che non vedono l’ora di riprendere in mano le valigie per viaggiare all’estero (18,2%, addirittura il 23,4% fra i residenti del Nord Est ed il 26,6% tra i rispondenti con età compresa tra i 25 ed i 34 anni).
Cultura e tuffi. E’ ancora la voglia di cultura a guidare la scelta del 16,2% dei rispondenti che vorrebbe tornare a visitare una mostra, mentre il 15,8% desidera fare un bel tuffo in piscina ed il 14,9% riprendere a frequentare la sua palestra abituale.
Musica e uffici. Sono molti, 14,7% del campione, anche gli italiani che sognano di poter presto assistere ad un concerto e, anche se questo può sorprendere, il 12,9% dei rispondenti… non vede l’ora di tornare alla sua scrivania in ufficio. Tra gli altri luoghi oggi ancora inaccessibili, ma che tanti italiani hanno voglia di riprendere a frequentare troviamo i teatri (10,1%), gli stadi (7,5%) e le discoteche (4,2%).
Libertà, sì… ma a che cosa dobbiamo fare ancora attenzione?
Come previsto dall’Ordinanza n. 555 del 29 maggio 2020, in Lombardia, almeno fino al 14 giugno, è sempre obbligatorio indossare la mascherina, o un qualsiasi altro indumento a protezione di naso e bocca, quando ci si trova al di fuori della propria abitazione, contestualmente ad una puntuale disinfezione delle mani. La mascherina è obbligatoria per i bambini a partire dai sei anni d’età, non è obbligatoria per i portatori di forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e per le persone che interagiscono con loro. Per coloro che svolgono attività motoria intensa non è obbligatorio l’uso di mascherina o di altra protezione individuale durante l’attività fisica intensa. Rimane obbligatorio l’utilizzo delle protezioni individuali a conclusione dell’attività fisica e l’obbligo di mantenere il distanziamento sociale.
Trasporti. Fino al 31 agosto, invece, ci sono alcune prescrizioni da osservare quando prendiamo i mezzi pubblici (treni regionali, metropolitane, autobus, filobus, tram, funivie e servizio di navigazione sui laghi, compresi taxi e NNC). A bordo è obbligatorio l’utilizzo di guanti e mascherine. È cura del passeggero procurarsi guanti e mascherine e indossarli correttamente dal momento in cui entra in stazione, sosta alle fermate o banchine, si accoda per salire sui mezzi, al momento in cui si allontana. I sedili da non utilizzare sono contrassegnati da segnali ben visibili. Inoltre, igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi, infrastrutture e stazioni vengono effettuate almeno una volta al giorno. E ancora: gli ascensori della metropolitana e delle stazioni ferroviarie sono destinati in via prioritaria alle persone a ridotta mobilità. Infine, è sempre consentito il trasporto di monopattini, biciclette pieghevoli e altri dispositivi di micromobilità elettrica.
Chi vorresti incontrare appena cadranno i limiti agli spostamenti?
Amici 80,4%
Parenti fuori regione 39,8%
Colleghi 16,4%
Coniuge/partner fuori regione 11,1%
Altri 9,5%
Qual è il primo posto dove vorresti andare quando non ci saranno più limiti?
Parrucchiere/estetista 55,4%
Ristorante 47,1%
Cinema 29,7%
Luogo di culto 19%
Estero 18,2%
Museo 16,2%
Piscina 15,8%
Palestra 14,9%
Concerto 14,7%
Ufficio 12,9%
Teatro 10,1%
Stadio 7,5%
Discoteca 4,2%
Altro (Sala Bingo, biblioteca, etc) 34,3%
(Fonte: Noesis per Facile.it)
«dopo la libertà, Il desiderio della Fase 3 è la normalità»
Lo psicologo Stefano Becagli: «La voglia più comune è di tornare alla vita pre Covid»
di Giovanni Seu
In una delle canzoni più famose Lucio Dalla diceva che «l’impresa eccezionale è l’essere normali». Secondo Stefano Becagli, psicologo clinico e dello sport, la massima ambizione cui ambiscono i milanesi per la Fase 3 è recuperare quella normalità stravolta da oltre tre mesi di quarantena.
Com’è cambiato il suo lavoro in questo periodo?
«E’ cambiato molto, come per tutti, ho dovuto utilizzare la modalità online anche se devo dire che con gli atleti mi era già capitato di frequente».
E’ riuscito a mantenere i contatti con tutti i suoi pazienti?
«In molti casi si in altri no, direi per l’impossibilità di garantire la privacy».
Quanto la quarantena ha favorito il diffondersi di situazioni di malessere?
«Difficile fare statistiche, certo ci sono state persone che hanno avuto disturbi mentre altri hanno reagito bene».
Quale consiglio ha dato alla prima categoria?
«Dare continuità, crearsi una routine, cercare nuovi contenuti».
Cosa ha sconsigliato?
«Stare tutto il giorno di fronte alla tv, magari con Netflix. E’ molto importante in queste situazioni riuscire a vedere positivo, sviluppare competenze, nuovi interessi».
Quanti sono riusciti a fare propri queste indicazioni?
«Dipende dalla capacità di adattamento, chi è più aperto al cambiamento è stato più facilitato, altri hanno dovuto affrontare disagi».
I milanesi abituati a una vita frenetica hanno sofferto più di altri il lockdown?
«Francamente non starei a fare stereotipi, il costo di questa pandemia è stato pagato a ogni latitudine e longitudine. E’ stato in modo particolare il nord Italia a subire, bloccandosi le regioni settentrionali ci sono state ripercussioni su tutto il resto del paese».
Dal contatto con i suoi pazienti, a parte la libertà, cosa è mancato di più?
«L’interazione con le figure, con le persone, è la prima cosa che ha minato la vita delle persone: non potere fare una festa, un compleanno, un incontro».
Siamo ormai nella Fase 3. Quali sono i desideri più importanti della gente?
«Dipende dalle persone. Al di là delle varie fasi, hanno reagito in modo diverso, ci sono stati anche coloro che hanno sfidato i pericoli del contagio andando in giro senza mascherina. In generale direi che il desiderio più comune è di ritornare alla vita pre Covid-19».
Un ritorno alle piccole abitudini o anche ai grandi progetti?
«Le prime cose che si cercherà di fare sono le gite fuori porta, gli incontri con gli amici, la ripresa dell’attività professionale».
La corsa nei parchi.
«Magari in misura minore di quanto abbiamo visto quando era più o meno vietata. Saranno le piccole cose, come andare a bere il caffè al bar, a diventare i nostri obiettivi».
La normalità, insomma.
«Sì, a patto che si consideri cos’è la normalità per ciascuno di noi: per alcuni è potere frequentare il ristorante per altri la discoteca».
Cosa ha portato di positivo la quarantena?
«C’è stata la riscoperta della cucina, del bricolage, di tanti altri hobby».
Anche della famiglia?
«In alcuni casi è stata una cosa positiva, in altri no in quanto ha favorito la violenza».
Come ha reagito il mondo dello sport?
«I professionisti sono stati seguiti dagli staff, alcuni si sono allenati da casa. Le maggiori difficoltà le hanno vissute molti atleti che si preparavano per le Olimpiadi che sono stati rinviate al 2021, per chi ha 32-33 anni significa un altro anno di preparazione, non è una cosa da poco».
E i dilettanti?
«C’è chi ha continuato a casa con i tapis roulant, correndo nel cortile di casa e nelle scale: si sono adattati alla situazione anche se non è stato come andare in palestra».