Milano Calcio City, il pallone non basta mai: «Siamo la capitale del calcio»

milano calcio city

La capitale del calcio entra nel pallone. Dal 27 settembre al 1° ottobre la Triennale diventa il fulcro della prima Milano Calcio City. Cinque giornate, più di 100 ospiti, oltre 30 appuntamenti e 500 bambini coinvolti a cui verranno regalati altrettanti palloni in quella che sarà l’altra sede della manifestazione, l’oratorio dell’RGP Precotto, dove stasera si svolgerà un’anteprima con i fratelli Beppe e Franco Baresi. L’organizzazione è affidata ad Ac Immaginario all’interno del palinsesto di YesMilano. I direttori artistici dell’iniziativa sono il presidente della Triennale Stefano Boeri e Alessandro Riccini Ricci, che presenta a Mi-Tomorrow l’iniziativa ideata nei mesi scorsi.

Riccini Ricci, anche il calcio entra nel mondo delle “week”.

«Milano è una città che ha sviluppato modelli diffusi di eventi diversi da quelli classici del festival. Il calcio è ormai da considerare come un asset molto importante. Ci sono due squadre come Inter e Milan che hanno vinto dieci Coppe Campioni in totale, con un palmarès di primissimo piano. Siamo la capitale del calcio».

Qual è l’obiettivo di questo format?

«Cerchiamo di unire il piacere di parlare e giocare a calcio. Ci interessa il pallone nel suo grado di appartenenza, per tenere insieme le persone e abitare la città. Abbiamo diviso in due il programma: da un lato gli appuntamenti, i talk, gli spettacoli, il calcio raccontato; dall’altra quello giocato all’oratorio di Precotto, che farà da primo nucleo di una serie di altri campi in giro per la città che vorremmo attivare a partire dai prossimi anni».

Come mai avete scelto la Triennale come base principale per gli eventi?

«Il calcio è anche creatività, cultura. L’idea era quella di trovare un luogo non troppo ovvio ma comunque simbolico all’interno della città. Stiamo parlando dello sport che riguarda tutti, per questo abbiamo riunito filosofi, scrittori, musicisti. Di tutto un po’».

Lei, in realtà, non tifa per nessuna delle due milanesi.

«Sono del Torino, il mio derby ce l’ho con la Juventus. Da “esterno” vivo una stracittadina in cui la parte intellettuale sembra più rappresentata dal mondo interista, mentre al Milan è legato un’idea più popolare. In parte sono distinzioni che sono cambiate, ma girando mi rendo conto c’è anche chi le rivendica».

C’è qualcosa che avete già studiato ma che non siete riusciti a inserire nella prima edizione?

«Quest’anno avremo un solo campo, quello di Precotto, ma l’idea è quella di attivare il più possibile gli oratori. Intanto partiamo così. Ci siamo organizzati per giocare anche in Triennale in un modo particolare, attraverso il Subbuteo».

Avete un obiettivo “numerico” a livello di presenze?

«Francamente non saprei, siamo alla prima edizione. L’obiettivo più che numerico è qualitativo: presentarsi con una squadra, unire una rete di soggetti che fanno parte del calcio. E’ una specie di convocazione, che faremo ogni anno. Sappiamo che il progetto andrà sviluppato».

Domani alle 18.00 

Helenio Herrera e Nereo Rocco

Teatro dell’Arte – La Triennale

La grande rivalità degli anni ’60 tra il “Mago” e il “Paron” rivive nell’incontro in Triennale dedicato due delle più importanti figure nel panorama degli allenatori, capaci di dominare come pochi altri in Italia e in Europa. Due personaggi, prima ancora che due grandi tecnici. Ospiti Massimo Moratti, Mario Corso, Gianni Rivera, Luis Suarez, Enrico Bertolino, Paolo Casarin e Gigi Garanzini, che a Milano ha curato una mostra interattiva a Palazzo Reale dedicata proprio ai due grandi allenatori.

Venerdì alle 18.00 

Intervista a Giampiero Ventura

Salone d’Onore – La Triennale

Stefano Barigelli, giornalista de La Gazzetta dello Sport, intervista l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, reduce dall’enorme delusione dell’eliminazione ai playoff di qualificazione a Russia 2018 alla guida degli azzurri. L’incontro avviene a poco meno di un anno dalla disfatta nella doppia sfida contro la Svezia. La partita di ritorno fu disputata proprio a Milano, allo Stadio Meazza. Lo 0-0 al triplice fischio fu fatale a Buffon e compagni a causa della sconfitta per 1-0 dell’andata.

Sabato alle 16.30

Storie di Coppe e Storie di campioni Salone d’Onore – La Triennale

L’incontro prende il nome parafrasando un grande successo di Antonello Venditi e vede la partecipazione di un ospite come Fabio Capello, allenatore dei più grandi club in Italia e ct sia con la Russia che con l’Inghilterra, vincitore di scudetti e coppe nell’arco di una lunghissima carriera. Insieme a lui i giornalisti Pierluigi Pardo e Anna Billò, ma anche Valentina Losa, proprietaria della GDE Bertoni, la casa italiana che produce i trofei della Coppa del Mondo e della Champions League.

Domenica alle 14.00

Mundialito, tutti i colori del derby

Il Giardino – La Triennale

La Triennale ha il suo Mundialito. Una serie di partite tra squadre di opposti “segni”: avvocati contro architetti, sovranisti contro europeisti, Milano contro Resto del Mondo, Scapoli contro ammogliati, e un particolare derby tra i condomini di Milano. Chi vuole può formare una squadra a cinque e inviare una mail a milano@calciocity.it. Si giocherà dalle 14.00 alle 17.00 all’interno del Giardino della Triennale, dove verrà allestito un piccolo campo da calcio per l’occasione.

Lunedì alle 17.30 

Il calcio (al) Femminile

Salone d’Onore – La Triennale

Carolina Morace, Regina Baresi e Patrizia Panico presentano la versione in rosa dello sport più amato dagli italiani in un incontro per conoscere meglio il calcio visto dal gentil sesso. All’incontro parteciperanno Michele Uva, direttore generale della Figc, l’amministratore delegato di Infront Luigi De Siervo, il responsabile del settore giovanile dell’Inter Roberto Samaden e Marco Giani, membro della società italiana Storia dello Sport. A moderare l’incontro la giornalista Gaia Brunelli.

Viva la sregolatezza

La giuria attribuirà il Premio Best «a 7 irregolari del calcio»

La prima edizione della Milano Calcio City vedrà anche l’attribuzione di un Premio Best, definito dagli organizzatori «Un Premio irregolare per 7 irregolari del calcio», attribuito «7 (più o meno…) meritevoli eroi del calcio giocato, narrato o tifato». Il numero non è ovviamente casuale ma è un riferimento alla maglia del fuoriclasse irlandese del Manchester United, il miglior simbolo possibile del campione genio e sregolatezza, Pallone d’Oro nel 1968.