Il quadro che emerge dall’ultima indagine della Caritas Ambrosiana è allarmante: negli ultimi mesi oltre 300 persone hanno perso la casa ed altre 600 non riescono più a pagare l’affitto.
La situazione. L’indagine si è concentrata sugli ultimi mesi della pandemia, in particolare nel passaggio dalla fase 1 alla fase 2. Tra aprile ed agosto sono state 314 le domande di alloggio da parte di persone finite in strada. Di queste richieste il 60% proviene da immigrati che non hanno più potuto pagare il posto letto in stanze condivise con i propri connazionali, mentre il restante 40% è rappresentato da famiglie ormai integrate da anni nel tessuto sociale della città.
A questo si aggiungono altre 611 domande per aver aiuto nel pagamento delle utenze domestiche: un numero 4 volte superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Allarme per l’inverno. Se durante la pandemia era emerso con prepotenza il tema del lavoro mancante, ora la tematica abitativa diventa sempre più pressante. «Sempre più inesorabilmente la pandemia ci sta costringendo a vedere quei nodi della nostra vita sociale che abbiamo per troppi anni ignorato – afferma il presidente di Caritas Luciano Gualzettti -. Ora sta venendo alla luce una vecchia questione: la casa».
Nel primo periodo della pandemia le famiglie hanno retto risparmiando sulla spesa alimentare, anche grazie alla rete di solidarietà e agli aiuti distribuiti. Con il ritorno alla normalità tutto questo sta venendo meno ed il rischio di rimanere senza un tetto è sempre più costante.
Il timore è che possa crescere il numero dei senzatetto e preoccupa in particolar modo ciò che potrà accadere in inverno. I dormitori per le misure anti-Covid non potranno garantire la solita capienza, costringendo così molti senza tetto a trovare soluzioni alternative.