Milano, città dei sogni, delle opportunità, e del ritmo frenetico, si appresta a salutare uno dei suoi protagonisti più attivi e visionari: lo chef Franco Aliberti. Attraverso un post su Instagram, Aliberti ha condiviso il suo addio alla metropoli che lo ha accolto nel 2018, quando è approdato al ristorante Tre Cristi con una missione precisa: portare una filosofia etica e sostenibile nel mondo della ristorazione.
Lo chef Franco Aliberti saluta Milano: i suoi consigli per una città migliore
La carriera di Franco Aliberti, nato a Scafati, è da sempre legata a un concetto chiaro: combattere lo spreco alimentare e promuovere una cucina rispettosa dell’ambiente e delle persone. Questa visione ha trovato la sua massima espressione a Milano, dove lo chef ha sviluppato un modello di ristorazione in cui la sostenibilità non si limita al menù, ma parte dal cuore stesso del sistema: le persone. «La sostenibilità comincia dalle persone», dice Aliberti, un mantra che ha diffuso attraverso i social, i media, e le sue lezioni. La sua missione? Sensibilizzare il pubblico e gli operatori del settore su abitudini alimentari sane e su un consumo consapevole delle risorse del pianeta.
Ma ora è giunto il momento di dire addio a Milano. Nel suo post di saluto, Franco Aliberti rivolge un messaggio profondo alla città che lo ha accolto e al sistema che ha cercato di cambiare dall’interno: «Milano, è arrivato il momento di salutarci. Sei stata casa per tanto tempo, con il tuo ritmo frenetico, le tue mille opportunità e quella bellezza nascosta tra le vie».
Non è un addio amaro, piuttosto una riflessione su ciò che ancora può essere fatto per migliorare la vita della città e di chi la vive quotidianamente. Milano, afferma Aliberti, deve fare più spazio al verde, dove i bambini possano giocare e le famiglie trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata. Deve diventare una città più accessibile, con prezzi più equi e una maggiore attenzione alle comunità che la abitano. Il suo consiglio è chiaro: «Non dimenticarti di chi ti vive ogni giorno», un invito a non concentrarsi solo sul progresso estetico e superficiale, fatto di grattacieli e moda, ma anche a considerare il benessere delle persone, il vero cuore pulsante della città.
Franco Aliberti e Milano: un rapporto iniziato nel 2018
Nel 2018, Aliberti è arrivato a Milano con l’intento di portare un cambiamento tangibile nel mondo della ristorazione. Alla guida del Tre Cristi, ha integrato il concetto di cucina zero sprechi, in cui ogni ingrediente ha un valore, ogni risorsa viene utilizzata al massimo, e nulla va perduto. Questo approccio non è solo un omaggio alla tradizione culinaria italiana, ma un vero e proprio manifesto di sostenibilità.
La sua battaglia per azzerare lo spreco alimentare non si ferma ai piatti che ha creato, ma si espande verso una più ampia presa di coscienza collettiva. Attraverso i social media e la sua presenza pubblica, Aliberti cerca di educare le persone a stili di vita più sostenibili, incoraggiando piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza: ridurre gli sprechi, riciclare, prediligere prodotti locali e stagionali. Perché, come sottolinea spesso, la sostenibilità non è solo una tendenza, ma una necessità per il futuro del nostro pianeta.
L’impegno di Franco Aliberti per Milano: il suo messaggio alla città
Il suo impegno, tuttavia, non si esaurisce nei confini della cucina. Aliberti ha sempre visto la ristorazione come uno specchio della società: se le persone imparano a mangiare in modo consapevole, possono anche imparare a vivere in modo più sostenibile. La ristorazione, secondo lui, può e deve avere un ruolo centrale nella sensibilizzazione ambientale e sociale, e questo concetto lo ha reso una delle voci più influenti nel panorama gastronomico italiano.
Con il suo addio a Milano, Aliberti lascia un’eredità importante. Il suo messaggio è un monito per tutti: la sostenibilità comincia dalle piccole scelte quotidiane, dalle persone che fanno parte di una comunità, e si riflette in ogni aspetto della vita, dalla cucina alle strade che percorriamo ogni giorno.
«Ci vediamo, Milano», scrive Franco Aliberti nel suo saluto. Ma il suo lascito va oltre l’addio: è un invito a costruire un futuro dove il rispetto per l’ambiente, per le persone e per la comunità diventi la pietra angolare su cui fondare una nuova idea di città e di cucina. Una Milano più verde, più accessibile e più umana è possibile, e Franco Aliberti ci ha indicato la strada per arrivarci.