La protesta dei ristoratori parte a rilento. Tante le adesioni simboliche a #ioapro, ma effettivamente non sono stati tantissimi i locali a riaprire a pieno regime ieri sera. A Milano i locali che hanno riacceso le insegne sono stati circa una trentina.
La situazione. La Fipe, nonostante le dure critiche di Stoppani ai decreti, non ha approvato la protesta, ma a questo non ha impedito ad alcune casse di riprendere a tintinnare dopo mesi di silenzio.
«I clienti affezionati sono solidali e spinti dalla voglia di tornare da noi in modo controllato e sicuro» dicono Marco e Salvatore, padre e figlio dell’Osteria Tizio e Caio, in zona Precotto, dove una trentina di clienti affezionati arrivano uno dopo l’altro. Tutto pieno (con i posti dimezzati per le regole anti-Covid) all’Osteria Dal Verme, al Fiore food&drink di via Savona, e ancora al Vinci’s bistrot di via Meda, al Parilla Mexicana di corso Sempione e al Vinthiages café di via Mameli, mentre le prenotazioni fioccano anche per questi giorni al Don Lisander di via Manzoni.
Al Parilla si sono ritrovate addirittura 90 persone e la serata è stata accompagnata anche da musica e balli. «La pandemia non è come ce la raccontano – dice Mary, titolare del locale – protestiamo per riprenderci la dignità e il lavoro che ci hanno tolto».
Ci sono state anche alcune situazioni borderline come quella mostrata nel video qui presente, dove i clienti di una birreria hanno mandato via la polizia intervenuta per ripristinare l’ordine e sanzionare i presenti.
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