Milano Pride: una grande onda arcobaleno

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Milano si tinge di arcobaleno per il Milano Pride di domani, sabato 29 giugno, per cui sono attese oltre 250mila persone. Sarà una ricorrenza particolare, quella di quest’anno: si celebrano infatti i cinquant’anni dai Moti di Stonewall, il celebre locale di New York da cui il movimento di liberazione LGBT è nato e si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo.

Domani, come cinquant’anni fa, si scenderà in strada per dare voce a quei diritti non ancora riconosciuti e per garantire visibilità a una comunità ancora vittima di discriminazioni.

Domani il quartiere di Porta Venezia ospiterà per l’ultimo giorno la ribattezzata Pride Square, il villaggio diffuso sparso tra piazza Oberdan, largo Bellintani, piazzale Lavater e la scalinata di viale Vittorio Veneto. La sfilata partirà da piazza Duca d’Aosta alle 16.00, per concludersi in piazza Oberdan dopo aver percorso via Vitruvio, via Settembrini, via Venini, via Palestrina e infine corso Buenos Aires.

A pochi giorni dal passo indietro di Caterina Balivo, inizialmente scelta come madrina dell’evento, è notizia che si esibirà sul palco Baby K (dalle 18.00). Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha già fatto presente che non potrà essere presente, ma che troverà un modo per far sentire la sua sentita vicinanza.

«C’è ancora bisogno di lottare»
Debora Villa sarà presentatrice ufficiale
Ha fatto tutto: radio, televisione, cinema e teatro. E sempre con il sorriso sulle labbra. Lo stesso che regalerà alle centinaia di migliaia di persone attese per il Pride di domani in veste di presentatrice. Debora Villa, milanese doc, è tutto questo e tanto altro.

Raccontaci un po’ la provincia milanese in cui sei nata e cresciuta.
«Sono nata a Pioltello, una ridente cittadina alle porte di Milano. E sapessi quante risate ci si fa adesso: è un bel paese ed è cambiato molto. A Pioltello convivono circa cento etnie, peraltro in un’area molto ristretta, e credo sia un record o quasi a livello internazionale. E ci sono dei servizi, come il cinema e la piscina, che un tempo potevamo solo sognare».

Domani sarai la regina del Pride. Quale sarà il tuo ruolo?
«Sarò la presentatrice in compagnia di Daniele Gattano. Daremo spazio alle nostre gag ma anche alle tante personalità politiche e dello spettacolo che si avvicenderanno per rivendicare i diritti mancanti e lanciare messaggi di lotta. Perché, sembra ridicolo dirlo, ma non abbiamo ancora finito di lottare. Il ritmo sarà serratissimo e il palco sarà fantastico».

Il motto di quest’anno sarà #laprimavoltafurivolta: qual è stata la tua “prima volta”?
«La mia prima volta importante è stata con Paolo Rossi, che mi prese in televisione per Scatafascio. È il più grande, per me è stato un maestro. Mi ha insegnato cos’è il teatro e il rispetto per quest’arte che implica fare l’amore con il proprio pubblico. Con lui ho persino fatto una tournée a Cracovia, in Polonia, mettendo in scena Molière. È andata benissimo».

Quanto alla rivoluzione?
«Fin da ragazzina ho sempre partecipato a tutte le manifestazioni collettive. Oggi sono una rivoluzionaria della quotidianità, come quasi tutte le donne e le persone che si vedono negati i diritti di base. Penso a chi deve rivendicare ogni giorno quello che è o alle donne che vengono stuprate, picchiate, uccise e torturate da uomini che vedono la donna come una loro propaggine. È un altro tema che mi sta a cuore».

A proposito di donne. Caterina Balivo, inizialmente scelta come madrina, ha fatto un passo indietro. Cosa pensi di questa scelta?
«Sono dispiaciutissima. Ho conosciuto Caterina, che è una ragazza d’oro. Mi dispiace che abbia fatto alcune dichiarazioni che mi sono state riportate. Forse in un contesto pubblico uno dovrebbe stare più attento. Magari ha sbagliato, ma chi di noi non ha sbagliato? Aveva scelto di prestare la sua immagine per questo evento perché ci credeva e credo si sia sfilata con tatto ed eleganza. Ho il sospetto che alcuni troll abbiano fomentato questa gogna un po’ eccessiva. Ma credo anche che sia doveroso lasciare alle persone la possibilità di rivendicare la propria appartenenza e di esporsi se non ritengono di essere ben rappresentati».

Prossimi programmi?
«Sono in tour estivo per tutta l’estate, girerò come una trottola in ogni piazza. Presenterò poi ancora il Festival del Cabaret di Martina Franca in compagnia di Mauro Pulpito. Sono molto contenta perché è un festival prestigioso che da più di vent’anni premia importanti personalità. Poi ricomincerò con lo spettacolo Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere e a gennaio riprenderà sempre a teatro il dramma Matilde e il tram per San Vittore».

In chiusura un commento per il nostro ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana.
«Se vuole venire ben venga: noi siamo una famiglia allargata, colorata e accogliente in cui ci sarà sempre un posto in più. Per noi casa è il nostro cuore, che è enorme. Se dall’altra parte non è così a noi non può che dispiacere. Ma, come cantava Celentano, ci dispiace per gli altri che sono tristi perché non sanno più cos’è l’amor». YB

«Pronta una Casa Arcobaleno»
Giovanni Raulli: «Accoglierà tutti i cacciati dalle famiglie»
Il nome dice molto, ma non tutto, di un progetto che fa dell’inclusione e della tutela di forme di fragilità sociale la sua forza: la Casa Arcobaleno, che aprirà le sue porte in zona Forze Armate a partire dai primi di luglio, garantirà un futuro migliore a giovanissimi ragazzi/e LGBT ripudiate dalle famiglie dopo il coming out.

Che cos’è Spazio Aperto Servizi?
«Spazio Aperto Servizi è una cooperativa sociale nata nel 1993. Siamo in questo momento la cooperativa più grande della città, visto che da noi lavorano 700 persone e abbiamo un fatturato di circa 17 milioni di euro: numeri che rendono l’idea di quante cose facciamo e di quante persone ci sono dietro. Noi ci occupiamo di tantissimi servizi. La cooperativa è divisa in quattro aree di intervento, ciascuna delle quali ha un direttore».

Di cosa ti occupi?
«Io sono il direttore dell’area residenzialità, housing ed emergenze sociali. Mi occupo di persone con disabilità (che vivono in dieci nostre case), persone senza dimora (siamo i gestori di Casa Jannacci in viale Ortles e del Casc in zona Centrale) e cohousing dove vivono venti anziani. Tutte formule innovative dell’abitare. Poi abbiamo tanti appartamenti di housing sociale puro, cioè affitto calmierato con accompagnamento sociale da parte di operatori specializzati. Aiutiamo mamme, famiglie con bambini piccoli per questioni pratiche come la scelta della scuola, la stesura del curriculum e la ricerca lavoro e minori stranieri non accompagnati, riuniti in una comunità».

Come è nato il progetto di una Casa Arcobaleno?
«Questa casa accoglierà ragazzi e ragazze che, dopo aver fatto coming out, vengono cacciati di casa dalle famiglie e non hanno mezzi per sostenersi. Il progetto, nato in collaborazione con il Comune di Milano, parte con tre posti a disposizione di un nostro stabile in zona Forze Armate. Il Comune si accollerà i costi, noi ci occuperemo del lavoro di accompagnamento dai sei agli otto mesi (grazie alla presenza di educatori, psicologi e operatori formati e sensibili alle tematiche) in forma gratuita dei ragazzi/e, cercando di inserirli in ambito lavorativo. Una volta raggiunta l’indipendenza i ragazzi potranno uscire da Casa Arcobaleno e accedere, perché no, anche ad altri nostri servizi di housing sociale».

Come potranno contattarvi le persone vittime di discriminazione?
«Abbiamo attivato un indirizzo mail: antidiscriminazioni@comune.milano.it. Una volta ricevuta la richiesta, e posso dire che abbiamo già ricevuto diverse richieste, vengono ricontattati e viene fissato un appuntamento con un operatore della cooperativa Lotta contro l’Emarginazione e di Arcigay presso la Casa dei Diritti di Milano. Saranno loro i referenti dello sportello e faranno una prima sorta di filtro, cercando di dare risposta alle situazioni più gravi ed emergenziali. Poi passeranno i contatti a noi, che faremo un secondo colloquio prima di consentire l’accesso alla casa».

Anni fa si parlava di un progetto simile in zona Maciachini. Cosa ne è stato?
«Quel progetto di Maciachini era stato presentato proprio da Lotta contro l’Emarginazione e da Arcigay ma è naufragato per una serie di motivi. In più, in quel caso, era stato indicato l’indirizzo del sito: noi invece abbiamo scelto di non diffondere l’indirizzo preciso per un discorso di tutela e per scongiurare eventuali ritorsioni e attacchi di folli. Diciamo che oggi le associazioni LGBT danno già una risposta a questo genere di situazioni, magari accogliendo a casa di qualche membro chi vive situazioni di disagio. Questa invece vuole essere una risposta più ufficiale, istituzionale e professionale».

A quando l’inaugurazione?
«Ci siamo visti in questi giorni con alcuni rappresentanti del Comune. La casa è già pronta e sarà operativa a partire dal 2 luglio, mentre lo sportello inizierà a fissare i primi appuntamenti a partire dai prossimi giorni. È anche prevista, sempre per i primi di luglio, una riunione con il Comune di Milano e le associazioni LGBT: come ente vogliamo non essere autoreferenziali ma essere in rete a sostegno di questa tematica». YB

Anche Palazzo Marino si colorerà
Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano, sarà illuminata con i colori della bandiera arcobaleno a partire da stasera, in occasione della parata Milano Pride che si terrà nel pomeriggio di sabato. Obiettivo: manifestare il sostegno dopo aver concesso il patrocinio all’intera settimana della Milano Pride. Anche il Movimento 5 Stelle parteciperà alla parata con un carro allestito dai gruppi consiliari della Regione e del Comune e dagli attivisti milanesi.


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