L’estate inizia a Milano. C’è il sole, il caldo, ma purtroppo mancano ancora i turisti. Tuttavia qualche piccolo segnale di ripresa inizia ad intravedersi all’orizzonte. A dimostrarlo i numeri di Federalberghi: a giugno ci si avvicina al 35% dei posti occupati negli alberghi. Nulla a che vedere con il 75% dell’era pre-Covid, ma comunque un passo in avanti rispetto all’annus horribilis 2020.
Turisti, qualcosa si muove
«Manca il traino degli eventi e per questo la percentuale di occupazione è destinata a scendere ad agosto intorno al 25 per cento – spiega il presidente di Federalberghi Naro -. Molti alberghi resteranno chiusi fino a settembre».
Nonostante ciò qualche segnale positivo si intravede. Intanto in molti hanno abbandonato lo smart working e sono tornati a muoversi per lavoro.
Spulciando gli ultimi dati, si legge anche una ripresa dei movimenti dei turisti più giovani con lo zaino in spalla. «Sono ragazzi in vacanza, Milano è una tappa del loro viaggio — spiega Carlo Dalla Chiesa, tra i fondatori di Ostello Bello —. Rispetto alla ripartenza dell’anno scorso, si respira uno spirito di fiducia diverso. Arrivano soprattutto da Europa e Nord America, ma ci manca completamente l’Asia, che per noi valeva il 30 per cento dei letti occupati».
La pandemia mantiene comunque le sue regole di viaggio: in molti preferiscono spostarsi in auto e scelgono l’affitto breve. I numeri non hanno ancora nulla a che vedere con il periodo pre pandemia: a gennaio 2020 le prenotazioni sui portali erano circa 21.000, ora appena 8.000. Nonostante ciò aumenta la voglia di vacanza con gli host che passano da una media di due a quattro giorni di soggiorno. Ed i proprietari cercano di venirgli incontro riducendo del 40% gli affitti.