Più lenti, più dolci: è la mobilità del futuro, tra zone 30 e priorità pedonale

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La mobilità guarda al futuro. Negli scorsi giorni in Consiglio di Municipio 1 è stata discussa e poi approvata una delibera, presentata dal consigliere della maggioranza Alberto Poli, che propone l’istituzione di una zona 30 su tutto il territorio del Municipio 1 di Milano (ad eccezione di importanti assi viari di penetrazione e circolari).

La proposta non è nuova: già nel 2014, sotto Pisapia, si chiedeva di realizzare una zona 30 all’interno della Cerchia dei Navigli (quindi una porzione più piccola rispetto alla proposta odierna). Il Municipio non ha il potere diretto di implementare direttamente le sue decisioni, ma può avviare una proficua interlocuzione con il Comune centrale: solo così la delibera in questione potrà diventare operativa.

Al contempo, il bilancio 2019 appena approvato dal Consiglio Comunale assegna 3 milioni di euro per nuove zone 30 nei quartieri. Saranno cinque: a Corvetto, QT8, Bovisa, Giambellino e via Padova. I tecnici del settore Mobilità del Comune stanno redigendo i progetti definitivi e nei prossimi due-tre mesi sono in programma dibattiti con i Municipi coinvolti e i cittadini. Seguirà poi la gara per l’affidamento dei lavori, che dovrebbero concludersi nel 2020.

Dopo si procederà con quelle messe nere su bianco nel Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile): 12 all’interno della cerchia della 90/91 (da via Bellezza a piazza Napoli), 33 (da Chiesa Rossa al Gallaratese) all’esterno. Senza dimenticare i quartieri (da Bruzzano a Muggiano) proposti dai cittadini come località per possibili zone 30 vicino a parchi o scuole. Si cerca così di incentivare la mobilità sostenibile e di combattere traffico e inquinamento.

Stessi obiettivi di Milano Future City, ambizioso progetto nato da uno studio di architettura e urbanistica guidato da Andrea Boschetti (Metrogramma) e da Mobility in Chain (società attiva nel campo della consulenza a livello internazionale su mobilità e trasporti). La prima suggestione sviluppata da questo progetto riguarda corso Buenos Aires e il suo proseguimento lungo via Padova fino alla Martesana, immaginando così un percorso tra alberi, marciapiedi molto più larghi (fino a quattro metri), strada carrabile ristretta e automobili elettriche.

Il piano, nato per fornire una visione strategica per il futuro della città coerente con il nuovo PGT 2030, ipotizza di sottoporre al processo di rigenerazione altre nove strade cittadine che occupano, se contate insieme, il 25% di tutta la superficie di Milano. Al progetto ha collaborato anche la casa automobilistica Volvo. I risultati? Si pensa ad una segnaletica intelligente in grado di dialogare con le auto per rallentarle automaticamente vicino a scuole, ospedali e attraversamenti.

L’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran, ha spiegato che il progetto non verrà preso chiavi in mano, ma che servirà da spunto per ragionare assieme con la città e i cittadini. Ma, promette: «I milanesi vogliono respirare: dialogheremo con chi è perplesso, ma andremo avanti nella direzione di una città più ecologica».

LE NUOVE
ZONE 30
DAL 2020

Corvetto
QT8
Bovisa
Giambellino
Via Padova

ESEMPI IN EUROPA
DA LONDRA A PARIGI

Milano ama guardare all’estero per trarne spunti di ispirazione. E i punti di ispirazione non mancano. A Londra è stato fissato, a partire dal 2020, un limite di velocità generalizzato in tutta l’area centrale non oltre le 20 miglia (circa 32 km/h). E da tre giorni, oltre alle 11,50 sterline già previste per chi attraversa la Congestion Charge Zone, è necessario pagare una tariffa giornaliera di 12,50 sterline se non si dispone di un’auto poco inquinante: Londra diventa così la città che adotta gli standard più severi al mondo. Parigi, sempre entro il 2020, sarà quasi al 100% città zona 30.

Dal 2019 a Oslo, capitale della Norvegia, le automobili non possono entrare in centro città: previsti entro fine anno anche 60 nuovi chilometri di piste ciclabili. Si punta a ridurre così del 50% le emissioni di CO2 entro il 2020, del 95% entro il 2030. Milano, in appena tre mesi e mezzo, ha già superato i 35 giorni di tolleranza concessi dall’Europa per il 2019 in materia di inquinamento: siamo a quota 50 (secondo i dati diffusi da Legambiente e Gruppo FS).

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, chiede di ripensare l’uso di strade, piazze e spazi pubblici con la creazione di ampie zone 30 e con l’ideazione di nuove aree verdi nei centri urbani. È ancora presto per verificare i risultati di Area B: da pochi giorni si è conclusa la fase sperimentale ed è cominciata la fase operativa. Subito dopo le vacanze di Pasqua si procederà con la progressiva installazione di altre 73 telecamere: a fine anno saranno dunque 88 i varchi sorvegliati, più della metà di quelli previsti in totale.

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MILANO FUTURE CITY
AL FUORISALONE

Milano Future City è l’utopia – realizzabile e possibile – di restituire ai cittadini di Milano dieci grandi assi viari carrabili a intenso scorrimento a partire da una rinnovata qualità urbana. Il primo capitolo di Milano Future City analizza uno degli assi più critici e vissuti (50.000 residenti, 100.000 lavoratori, 300 attività commerciali) della città: l’asse Corso Venezia/Corso Buenos Aires/Via Padova.

Oggi il 75% dello spazio di questo asse è destinato al traffico su ruote: nel progetto i marciapiedi diventano più larghi di 4 metri, lo spazio destinato alla macchine (possibilmente elettriche) arriva al 40%, il 35% viene destinato alla mobilità dolce e ai pedoni. Capitolo piazzale Loreto: ai pedoni +17% di spazio rispetto a ora (è appena il 19%), 10% alle ciclabili (oggi assenti).

Ma è solo un’anticipazione di una ricerca più articolata, complessa e partecipata i cui risultati verranno presentati ad inizio 2020, anno in cui potrebbe attuarsi una prima sperimentazione operativa su alcuni tratti del sopracitato asse. Questa sera, a partire dalle 18.30 presso la Fondazione Riccardo Catella di via De Castillia 28, se ne parlerà – tra gli altri – con il promotore di Milano Future City Andrea Boschetti e l’assessore comunale all’Urbanistica Pierfrancesco Maran.


I DIECI ASSI

VIA FARINI
La lunga via Farini collega la zona adiacente al cimitero Monumentale al quartiere Maciachini. Adiacente alla nuova scintillante Isola, i suoi residenti chiedono da tempo una rispolverata generale

CORSO SEMPIONE
Nel suo futuro, sancito dal Comune, ciclabili e più spazi per i pedoni. Parliamo del monumentale corso Sempione, che collega l’Arco della Pace di napoleonica memoria a piazza Firenze e a viale Certosa

VIA NOVARA
La lunghissima via Novara, che dai pressi di piazza Amati conduce fino ai limiti della città attraverso i parchi dell’ovest, è una delle vie più trafficate di tutta Milano

VIA GIAMBELLINO
Una delle vie popolari per eccellenza della città, via Giambellino corre tra piazza Tirana e piazza Napoli. Tra qualche anno in zona arriverà finalmente la metro: sono gli anni giusti per immaginarne il futuro

CORSO SAN GOTTARDO
Corso San Gottardo, che si sviluppa da Porta Ticinese verso sud, è l’arteria stradale principale di un borgo storico esterno alle mura spagnole. Comune e cittadini hanno proposto in passato una ztl e/o una zona 30

VIA MELCHIORRE GIOIA
Circa due chilometri e mezzo di lunghezza, dai Bastioni di Porta Nuova fino al polmone verde della Cassina de’ Pomm. Include una pista ciclabile bidirezionale. Con la possibile riapertura dei Navigli tornerà a essere solcata dall’acqua, almeno in parte

CORSO VENTIDUE MARZO
Lunga circa un chilometro e mezzo, collega piazza Cinque Giornate con viale Campania. I tram corrono su corsia riservata, ma è un corso pericoloso per i ciclisti e l’arredo urbano è da rivedere

CORSO LODI
Si tratta di una delle strade di accesso alla città più antiche e importanti. Collega piazza Medaglie d’Oro (Porta Romana) al Corvetto. Metropolitana e piste ciclabili ci sono, ma i marciapiedi (ampi) potrebbero essere sfruttati meglio

VIA RIPAMONTI
Via Ripamonti è la via dei record: ben 6,7 chilometri collegano questo lungo asse dalla centralissima Crocetta alle campagne del Parco Agricolo Sud di Milano. Il suo simbolo? Il tram 24

I NUMERI

2014
prima proposta di una maxi zona 30 in centro

25%
la superficie cittadina occupata dalle dieci strade interessate al progetto Milano Future City

5
le nuove zone 30 dal 2020

3 milioni
la somma in euro destinata alle zone 30

1,3 milioni
l’obiettivo di metri quadri di aree a traffico moderato

354.000
i metri quadri di aree a traffico moderato nel 2011


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