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14. 09. 2024 23:04

Negozi a porte chiuse: corso Buenos Aires è ok, ma corso Vittorio Emanuele no. Il nostro giro

Milano sta finalmente mostrando segni di cambiamento in un aspetto tanto quotidiano quanto cruciale: i negozi a porte chiuse

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Milano sta finalmente mostrando segni di cambiamento in un aspetto tanto quotidiano quanto cruciale: i negozi a porte chiuse. Da anni, le campagne di sensibilizzazione hanno cercato di convincere i commercianti a ridurre lo spreco di energia e migliorare l’efficienza climatica. Ora, sembra che il messaggio stia finalmente prendendo piede, ma il merito non è solo delle campagne: ci voleva un’estate di caldo torrido per fare la differenza.

Negozi a porte chiuse, il nostro giro

Durante il nostro recente giro in Corso Buenos Aires, noto per essere il cuore pulsante dello shopping milanese e, tristemente, un esempio di spreco d’aria condizionata con negozi spesso a porte spalancate, abbiamo riscontrato un cambiamento significativo. In due ore di osservazione, circa il 70% dei negozi manteneva saggiamente le porte chiuse. Questo dato rappresenta un successo per la sensibilizzazione ambientale e per l’adozione di pratiche più sostenibili da parte dei commercianti.

Negozi a porte chiuse, shopping e sostenibilità

Il cambiamento è tangibile e ha un impatto immediato. Le porte chiuse non solo conservano l’aria fresca all’interno, rendendo l’esperienza di shopping più confortevole, ma riducono anche il consumo energetico, un passo essenziale per una città che aspira a diventare sempre più green. È una vittoria per tutti: per i commercianti, che risparmiano sulle bollette energetiche; per i clienti, che beneficiano di un ambiente più fresco; e per l’ambiente, che viene salvaguardato da un eccessivo utilizzo di risorse.

Negozi a porte chiuse, corso Vittorio Emanuele

Tuttavia, il quadro non è uniforme in tutta la città. Spostandoci in corso Vittorio Emanuele, un’altra arteria chiave dello shopping milanese, la situazione appare meno ottimistica. Qui, poco più della metà dei negozi ha adottato la pratica di tenere le porte chiuse. Questo dato suggerisce che c’è ancora molto lavoro da fare per uniformare le buone pratiche e garantire che tutta la città segua lo stesso percorso virtuoso.

Negozi a porte chiuse, differenze

Le differenze tra queste due zone potrebbero essere attribuite a vari fattori: la diversa tipologia di negozi, la presenza di grandi catene internazionali rispetto ai negozi indipendenti, o semplicemente una diversa sensibilità ambientale tra i commercianti. Qualunque sia la ragione, è chiaro che la strada verso una gestione più sostenibile è ancora lunga e richiede ulteriori sforzi.

L’importanza dei negozi a porte chiuse

È fondamentale continuare a sensibilizzare e incentivare i negozianti a chiudere le porte, non solo attraverso campagne pubblicitarie, ma anche con misure concrete come sgravi fiscali per chi adotta pratiche sostenibili o sanzioni per chi spreca energia. Inoltre, i consumatori stessi possono giocare un ruolo cruciale, premiando con le loro scelte di acquisto i negozi che dimostrano un impegno verso la sostenibilità.

Milano e i negozi a porte chiuse

Milano ha dimostrato di poter cambiare quando necessario. L’esperienza di quest’estate ci insegna che, di fronte alle sfide climatiche, anche i piccoli gesti possono fare una grande differenza. Continuare su questa strada non è solo una questione di risparmio economico, ma una responsabilità verso il nostro pianeta e le future generazioni.

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