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Milano
16. 04. 2024 07:41

M4, ci siamo: tutto sull’apertura della quarta linea metropolitana e gli eventi previsti sabato in viale Argonne

Domani l’attesa (e più volte rimandata) inaugurazione del primo tratto della blu

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Domani sarà un giorno storico per Milano perché l’inaugurazione di una nuova metropolitana è un evento che si segna nel calendario di una città. E’ una linea con alcune particolarità, a cominciare dal nome: si chiama M4 nonostante esista già la M5, è la prima che taglia la città da ovest a est, precisamente da San Cristoforo (Lorenteggio) a Linate, è la prima che collega l’aeroporto con il centro e lo fa in appena 14 minuti. Come colore è stato scelto il blu, si potrà quindi chiamare anche linea blu.

M4, i numeri

Qualche dato per capire di cosa stiamo parlando. M4 è dotata di 21 stazioni e 15 chilometri di estensione, prevede una forte integrazione con le altre linee metropolitane, il sistema ferroviario urbano, le linee di superficie e l’aeroporto cittadino: in particolare è possibile fare il cambio con la M1 a San Babila, con la M2 a Sant’Ambrogio e con la M3 al Policlinico. Il funzionamento è pressoché uguale alla M5: si viaggia senza conducente e la flotta sarà composta da 47 treni.

La linea potrà trasportare 24 mila passeggeri all’ora, in ogni viaggio-direzione, con una stima di 86 milioni di persone in un anno e una frequenza di picco di un treno ogni 90 secondi.  Ogni treno potrà trasportare fino a 600 passeggeri e si calcola che si eviteranno più di 180.000 viaggi in auto ogni giorno con 75mila tonnellate di emissioni di CO2 l’anno in meno.

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lavori san babila

I lavori sono stati affidati al Consorzio Webuild, iniziati nel 2012 saranno completati nel 2024. Si è puntato a ridurre al minino gli effetti sull’ambiente, ottenendo la conservazione di 169 alberi e la riduzione degli abbattimenti del 24% rispetto al progetto iniziale. Una volta conclusi i lavori, il Comune di Milano si è impegnato a piantare 1.900 nuovi alberi lungo la linea.

Un altro impegno ha riguardato la protezione del patrimonio storico e artistico: i lavori sono stati effettuati con una procedura tecnica di controllo che prevede analisi preventive con un monitoraggio degli edifici in superficie e con l’assistenza archeologica durante le verifiche degli scavi. Come precauzione ulteriore, le gallerie della M4 sono state realizzate a una profondità superiore rispetto agli standard del settore.

La realizzazione della M4 dell’infrastruttura ha richiesto ben 52 cantieri nei quali si è lavorato anche di notte e durante la pandemia. In molti casi gli scavi hanno rappresentato l’opportunità per la riorganizzazione e la riqualificazione della superficie, in particolare in prossimità delle fermate della metro. Se consideriamo la fase istruttoria, iniziata ai primi del 2000, possiamo dire che i tempi della M4 sono stati lunghi.

Le ragioni sono essenzialmente tre: la difficoltà nel reperire le risorse, i ricorsi delle imprese escluse, la scoperta di reperti archeologici. Con questa nuova linea Milano avrà così una rete metropolitana totale di 118 chilometri, la più estesa d’Italia e tra le più sviluppate d’Europa.

M4, festa in viale Argonne per grandi e piccoli

Subito una precisazione importante: a partire da domani sarà attiva solo una parte della M4, in particolare le prime sei stazioni che collegano l’aeroporto di Linate con Piazzale Dateo, passando per le fermate di Repetti, Stazione Forlanini, Argonne e Susa. Il cronoprogramma prevede che a giugno sarà aperta la stazione di San Babila mentre per arrivare a Lorenteggio bisognerà aspettare al 2024.

argonne

Detto questo per l’inaugurazione della M4 il Comune, con la collaborazione dei Municipi 3 e 4, ha fatto le cose in grande organizzando una festa che inizia lungo il parterre centrale di viale Argonne. Sarà anche l’occasione per scoprire i giardini del tutto rinnovati con spazi riservati al gioco e allo sport.

Si comincia alle 10 del mattino con attività sportive guidate da istruttori delle associazioni dilettantistiche a cui seguiranno esibizioni dimostrative di calcio, basket, bocce, ping pong e pallavolo nei diversi campi gioco presenti nell’area.  Per i più piccoli dalle 10.00 fino al primo pomeriggio si susseguiranno spettacoli di buratti, laboratori teatrali e creativi, giocoleria, magia e truccabimbi. C’è poi un’altra novità: domani e domenica si potrà viaggiare gratuitamente tra le sei stazioni, la prima corsa preceduta dal taglio del nastro è fissata per le 12.30.

Prima della M4, la storia delle metropolitane

M1

La linea M1, conosciuta anche come linea rossa, è la più vecchia della città. Inaugurata nel 1964, dopo 7 anni di lavori, è lunga quasi 27 chilometri è vanta 38 stazioni.

La costruzione venne finanziata direttamente dal Comune di Milano e da un prestito dei cittadini, per il primo tratto si utilizzò un metodo che prevedeva lo scavo in trincea e la totale scopertura della fossa, seguita dalla costruzione del tunnel a sezione rettangolare e quindi dalla copertura con travi in cemento armato. E’ già stato approvato e finanziato il prolungamento dall’attuale capolinea Bisceglie fino al quartiere degli Olmi e da Sesto fino a Monza

M2

La linea M2, ovvero la linea verde, è stata la seconda costruita in città. Inaugurata nel 1969, è lunga 40 chilometri e ha 35 stazioni. Rispetto alla altre si caratterizza per due particolari: gran parte della tratta è in superficie, sia nel tratto nord che in quello sud, e si sviluppa in buona parte fuori dal territorio del comune.

Nell’85 è stata inaugurata la stazione di Gessate, che fa capolinea a nord mentre a sud nel 2005 si è arrivati a Piazzale Abbiategrasso mentre nel 2011 si è raggiunto Assago, consentendo così il collegamento con il Forum per gli spettacoli sportivi e artistici.

M3

La linea M3, detta anche linea gialla, è stata progettata a fine a anni settanta e fu inaugurata in tempo per rendere la città più attrezzata a ospitare i mondiali di calcio del ‘90. Lunga 16,6 chilometri per 21 stazioni, nella parte sud arriva a San Donato mentre a nord ha subito tre prolungamenti fino a quello definitivo del 2011 a Comasina.

La linea è legata allo scandalo di tangentopoli, in particolare vennero riscontrati costi superiori a quelli di analoghe linee di città europee. Da segnalare che la stazione di via Montenapoleone è stata progettata dall’architetto Aldo Rossi.

M5

La linea M5, ovvero la linea lilla, è l’ultima costruita sinora. E’ stata inaugurata per l’avvio di Expo, dispone di 19 stazioni su una superficie di quasi 13 chilometri. Vanta diversi primati: è stata la prima ad essere costruita in projet financig, ad essere scavata con il sistema della talpa, ad avere convogli che viaggiano senza conducente.

E’ anche la prima che ha alcune fermate sponsorizzate da privati. Con il capolinea in piazzale Axum garantisce per la prima volta il raggiungimento diretto dello stadio di San Siro.

M4, l’autore del primo progetto Goggi: «Ora servono parcheggi di interscambio»

Ex docente del Politecnico, assessore alla Mobilità nella seconda giunta Albertini dal 2001 al 2006, Giorgio Goggi ha seguito la nascita di M4: queste le sue riflessioni per Mi-Tomorrow.

Partiamo dall’inizio: come si arriva a pensare a una nuova metro?
«Ai primi degli anni duemila la linea 1 era troppo congestionata per cui erano all’esame alcune ipotesi per rafforzare il trasporto su quell’asse».

Quali erano in discussione?
«C’era quella di realizzare una metro parallela alla linea rossa che a me non piaceva».

Perché?
«Si rischiava di aumentare il carico su quell’asse più di quanto non lo fosse già».

Lei cosa proponeva?
«Nelle discussioni con Atm proponevo un tracciato che seguisse la cerchia dei Navigli, ciò avrebbe consentito di allontanare il carico dal centro consentendo così di avviare la pedonalizzazione».

Prevalse lei. Quale fu lo step successivo?
«Bisogna ricordare che allora vigeva la legge 211, firmata da Tognoli, che dava priorità alla realizzazione di metropolitane che avrebbero di più diminuito l’uso dell’auto».

Quale impatto ebbe questa legge?
«Il Governo ci spiegò che, per il motivo citato, Roma aveva la priorità su Milano».

Il solito governo filo capitale…
«Non proprio perché chiedemmo un contributo per la M5 che era già progettata: ci diedero 100 milioni».

Pochi per costruire una metropolitana.
«Sì, ma ci hanno consentito di fare partire i lavori grazie al cofinanziamento del primo tratto della metro che, lo ricordo, è stata realizzata in projet financing. E’ per questo motivo che la M5 è partita prima di M4».

La M4 ha accumulato grandi ritardi rispetto a M5.
«Sono due cose diverse, M4 ha un percorso del tutto differente e problematico inoltre è stato più difficile finanziarla».

Ci sono altre cause?
«Basta pensare che passa in centro, solo questo dimostra le difficoltà incontrate».

Ci sono stati anche molti disagi.
«Ci sono sempre, è capitato per la linea 1, la 2: o rinunci a fare certe opere oppure accetti queste cose, io credo che il gioco vale la candela».

I commercianti che esercitavano vicino ai cantieri sono stati penalizzati per anni.
«Ci sono stati gli indennizzi e comunque con la nuova mobilità si rifaranno perché aumenterà il giro d’affari».

Quali sono i vantaggi che porta M4 alla città?
«Favorisce il trasporto dei pendolari dell’esterno all’interno, diminuisce il flusso di traffico, il centro diventa più ecologico e pedonalizzato».

Siamo sicuri che il traffico diminuisce?
«Con M5 è andata così e poi ricordiamoci che il flusso in ingresso della auto è già in diminuzione: negli anni ‘70 entravano 700mila auto, oggi sono 400mila, questo grazie anche al passante che porta 320mila persone al giorno».

C’è qualcosa che non la convince?
«Perché le metropolitane funzionino bisogna costruire i parcheggi d’interscambio che, dopo Albertini, non vengono più fatti».

La mobilità nel sud Milano non è risolta, tant’è che il Comune pensa ad una M6.
«Bisogna capire cosa vuole fare, se la tratta è da Certosa a Ripamonti, come previsto nel Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, allora va bene. Se invece è quella tratta tra Barona e Ponte Lambro, di cui si è parlato nei mesi scorsi, non va bene».

Perché?
«Ho svolto un lavoro con il comitato scientifico dell’Aci che dimostra come i tracciati funzionano solo se collegano il centro con l’esterno. In più sarebbe antieconomico, una metro che attraversa solo tre quartieri è piena nelle ore di punta e vuota nel resto della giornata».

Quando vedremo la M6?
«Non lo so. Per ora abbiamo la M4 che, grazie agli interscambi, fornirà un importante contributo alla fluidificazione del traffico in tutta la città».

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